venerdì 29 giugno 2012

Teste di Piombo

Ieri, come tanti, ho festeggiato la splendida vittoria della nostra Nazionale sui tedeschi, sempre fieri, spavaldi e sicuri della loro forza; sempre puntualmente bastonati e rispediti a casa (a volte, come nel 2006, tornati a piedi) dai mafiosi mangiaspaghetti italiani. Insomma, contro la Germania è sempre bello vincere, soprattutto quando vai a rileggerti le dichiarazioni dei giorni precedenti, quelle come "Stavolta non c'è storia, siamo più forti noi", o "Non ci siamo allenati ai rigori. Non ce ne sarà bisogno" (infatti...). 
Adesso c'è la Spagna, ma soprattutto... c'è la Finale. Una partita a parte. Spagna o Grecia, la Finale di un Campionato Europeo (o Mondiale) è una partita che si stacca completamente dal torneo in corso, una partita che ha una storia tutta sua. Inutile quindi fare previsioni, rifarsi ai precedenti (quello lo facciamo e lo faremo soltanto con la Germania) o star lì a vedere chi è più in forma di chi. Speriamo soltanto che la storia della Finale si tinga d'azzurro.
Per il resto, in queste ore, ho letto e ascoltato le esternazioni di molti italiani che, ergendosi ancora una volta a pseudo-intellettuali col pallino della crisi 24 ore su 24, hanno manifestato tutta la loro indignazione per i festeggiamenti del dopo Italia-Germania 2-1. Insomma, in un periodo così la gente scende in piazza per festeggiare la vittoria in una partita di calcio! Che orrore...

giovedì 28 giugno 2012

Doodle: Luigi Pirandello

Un Doodle tutto italiano, quello del 28 giugno 2012. Google festeggia il 145° anniversario della nascita del nostro Luigi Pirandello, con un Doodle statico che vede i disegni del mezzo busto del Premio Nobel per la Letteratura e una Maschera teatrale che vanno a sostituire le due "O" del celebre logo. Dietro Pirandello si intravede anche una tenda rossa di un sipario teatrale.
Uno, nessuno e centomila Doodle a tutti!

sabato 23 giugno 2012

Sussurri e Grida (1972)

La trasposizione su pellicola del dolore, crudo, della pietà ed allo stesso tempo della freddezza che alberga nello spirito umano. "Sussurri e Grida" è un film durissimo e profondamente femminile; è la storia infatti di quattro donne: la povera Agnese, malata di cancro che qui vediamo negli ultimi, angosciosi e strazianti giorni della sua malattia; le sue due sorelle, la glaciale Karin e la frivola Maria; e Anna, la badante, l'unico satellite positivo a girare attorno ad Agnese, l'unica che mostra pietà e dolcezza materna (ha infatti perso una figlia), fino al punto di allattarla in un momento di estremo dolore per la povera malata. 
Dopo la morte di Agnese, e un suo inquietante "ritorno" (momenti di straordinaria intensità cinematografica), la povera Anna verrà liquidata dalla famiglia benestante, che ancora una volta mostrerà il suo volto spietato e freddo, come freddi sono i rapporti delle due sorelle di Agnese con i loro rispettivi mariti (forse il marito di Maria potrebbe apparire come un'altra figura positiva, seppur passiva).
Un film sul dolore, sulla morte, sui rapporti (o non rapporti) in famiglia. Un film che lo stesso Bergman ha definito "Rosso" (colore che interverrà spesso tra una scena e l'altra), e che termina nel Bianco; il bianco dei ricordi di Agnese, sull'altalena, con le due sorella e Anna, che capovolge in pochi istanti il tema generale, passando dal dolore e dalla morte alla vita.
"Tutti i miei film possono essere pensati in bianco e nero, eccetto Sussurri e grida... ho sempre immaginato il rosso come l'interno dell'anima" (Ingmar Bergman)
(VOTO: 10 - Profondo Rosso)

Doodle: Alan Turing

Google dedica un Doodle interattivo ad Alan Turing, nel giorno del 100° anniversario della sua nascita. 
Turing, britannico, è stato un matematico e crittografo, ed è considerato uno dei padri dell'Informatica. Omosessuale, fu perseguitato per questo dal Governo Britannico, che addirittura lo condannò per omosessualità a una pena severissima: la castrazione chimica. Molto più tardi, il Governo Britannico, nella persona di Gordon Brown, si scuserà pubblicamente con lo scienziato, morto suicida a soli 41 anni.
Storia triste tra genio e intolleranza quella di Turing, a cui Google dedica come detto un bel Doodle che si rifà alla sua "Macchina di Turing".
Provate a decodificare la parola "Google" attraverso il sistema binario e il tasto "play"...


venerdì 15 giugno 2012

Biscotto Bis

Il destino della Nazionale agli Europei dipende ancora una volta dagli altri. Basterebbe un bel 2-2 tra Spagna e Croazia per buttarci fuori dall'Europeo. Paura, terrore per l'ipotesi di questo ennesimo, terribile "Biscotto". È ancora fresco il ricordo di quel prevedibile e sporco 2-2 tra Svezia e Danimarca, che ci eliminò dall'Europeo del 2004.
Ok, il "Biscotto" è una brutta cosa (almeno per quanto riguarda questo tipo). Però, signori, io direi che per passare un qualsiasi turno di una competizione sportiva, qualche partita si dovrebbe pur vincere. Qui stiamo a preoccuparci di biscotti e altre pastette laddove bastava vincere contro la non certo irresistibile Croazia. Preoccupiamoci, quindi, del fatto che per vincere una partita sembra che sia necessario ormai l'intervento divino. Senza dimenticare, poi, che per passare il turno, oltre a confidare nella sportività di Spagna e Croazia, c'è da fare i conti con l'Irlanda: con una Nazionale del genere  siamo proprio sicuri che con la squadra di Trapattoni si vinca? Per non parlare dell'ipotesi di dover fare almeno 3 gol: scenari fantascientifici. E se qualcuno (come ho già sentito) sta lì a dire cose del tipo "Vabbè, tanto c'è Trapattoni, c'è Tardelli, sono italiani... e l'Irlanda è già eliminata",  allora a questo punto devo pensare che troviamo indigesti soltanto i Biscotti sfornati dagli altri, mentre appetibili quelli made in Italy (featuring Ireland).
Ricordiamoci poi di una delle massime di Buffon: "Meglio due feriti che un morto". Speriamo non la pensino così spagnoli e croati, altrimenti, appunto, il Biscotto, caldo e fumante, è ben che servito.
È auspicabile un lunedì a digiuno.

giovedì 14 giugno 2012

L'Invenzione di Morel (1974)

"L'invenzione di Morel" è un film che ho conosciuto grazie a un esame di Sociologia. Studiato e analizzato attraverso le informazioni sul libro di testo, non lo avevo ancora visto. Almeno fino ad oggi.
Il film di Emidio Greco è tratto da un libro di Adolfo Bioy Casares, e dopo la visione del film sicuramente non me lo lascerò sfuggire.
Un film particolare, surreale. Se vi piace l'azione, il ritmo, di certo non è il film che fa per voi. Le prime parole del protagonista arrivano addirittura dopo trenta minuti (sì, trenta!). Soltanto poco dopo le sue prime parole scopriamo finalmente che il nostro naufrago, approdato su un'isola apparentemente deserta e con al centro un grosso edificio abbandonato, è un fuggitivo. Scruta l'isola, visita il palazzo impolverato, e si crede solo fino al momento in cui inizia a sentire una musica e vede gente ballare, discutere, passeggiare. Ben presto si accorge, grazie al suo avvicinamento a una giovane donna, che le persone presenti sull'isola non lo vedono. Il mistero s'infittisce quando assiste al dialogo di un uomo di nome Morel con la donna, che si ripete, uguale, il giorno seguente.

mercoledì 13 giugno 2012

La Fiera dello Squallore

Sinceramente non riesco a decidere su cosa sia stato più squallido: le affermazioni sui gay di Cassano, o le sonore risate dei giornalisti presenti.
Cominciamo dalle prime. Devo ammettere che dopo una domanda del genere, da una persona come Antonio Cassano non mi aspettavo di certo una risposta che sprizzasse tolleranza da tutti i pori; è vero anche che non mi aspettavo nemmeno una risposta così offensiva, volgare e terribilmente squallida. Più di ciò che ha detto (quando ripeteva la parola "Frocio" mi sembrava uno di quei bimbi che scopre per la prima volta una parolaccia e la ripete all'infinito per far ridere gli amichetti...), mi ha preoccupato ciò che non ha detto: «Ci sono froci in squadra? Se penso a quello che dico, chissà che cosa vien fuori. Sono froci? Problemi loro, me la sbrigo così, sennò mi attaccano da tutte le parti. Son froci, se la vedessero loro. Mi auguro che non ci siano veramente in Nazionale»

martedì 12 giugno 2012

Black House (2007)

Un horror-thriller orientale senza fantasmi. Questo è uno dei pochi pregi di questo film che, tra i tanti difetti, ci dà l'idea che in Corea fare il Serial Killer è estremamente semplice. Non che io conosca a fondo la cultura criminale del Paese, ma dubito fortemente si arrivi ai livelli mostrati nel film.
La storia di Black House è la storia di un assicuratore occhialuto e tranquillo, che ogni giorno fa i conti con la tragedia infantile del suicidio del fratellino. Ma il nostro protagonista ben presto si ritroverà di fronte a una tragedia presente: un padre chiede il pagamento del premio assicurativo dopo il suicidio del figlioletto, che appare palesemente un omicidio-truffa. Inoltre, una polizza da 300.000 dollari è stata stipulata sulla vita della moglie. Con un probabile, terribile omicidio, e un altro probabilmente in arrivo, lo scontro tra Juno (il nome dell'assicuratore) e l'inquietante cliente assumerà ben presto contorni sempre più definiti e sorprendenti (fino a un certo punto).
La parte noiosa si chiude qui. Inizia quindi quella dell'azione, della risoluzione del mistero. Ed è qui che, probabilmente, il film va a perdere ogni credibilità: troppe situazione assurde, alcune delle quali sarebbero sinceramente risolvibili anche dal più imbranato dei personaggi. Laddove non troviamo i classici cliché degli horror-thriller orientali (fantasmi, esseri soprannaturali, adolescenti urlanti e luccicanti), ne troviamo altri del cinema thriller in generale.
Tra i tanti risvolti prevedibili che si susseguono lungo il film (la Fiera delle Ingenuità), il finale li batte tutti, in un duello all'aria aperte di cui potevamo fare sicuramente a meno, con un'ultima scena praticamente senza senso.
(VOTO: 5 - Polizza Scaduta)

lunedì 11 giugno 2012

Effetti (in)Desiderati

Nel penultimo post, nella recensione del disco da solista del bravo Danilo Sacco, avevo accennato ai suoi terribili adepti, gli unici fans in grado di danneggiare in maniera devastante e permanente il povero artista in questione. Ebbene, è bastato un solo giorno perché uno di questi bizzarri personaggi mi mandasse un messaggio privato su Facebook. Il tizio, dal nome palesemente falso (ma firmarsi con nome e cognome sarebbe stato troppo, quando ti presenti così, senza ritegno e vergogna), si è indignato non poco per la mia recensione non positiva. La prossima volta, per la gioia degli adepti in questione, sottoporrò le mie recensioni al censore di turno, confidando nel suo buon cuore. In caso contrario, sarò sicuramente pronto alla pena che riterrà opportuno infliggermi, dal ritiro dello scritto alla revisione, dall'arresto alla pena capitale, con tanto di saluto romano.
Ho riflettuto se postare o meno i due messaggi di questo simpatico letterato, e alla fine ho deciso che... sì, alcune riflessioni e critiche costruttive vanno evidenziate e, come lui stesso mi ha minacciato, "diffuse"...
Il primo messaggio scritto dal dottor Theodoros (mi diverto a omissare il "cognome"... sapete, il rispetto è rispetto...) è questo:
È stupendo sentirsi chiamare "Ignorante" (l'ha scritto bene... e non era semplice) da un personaggio che non sa neanche la differenza tra un "ai" e un "hai". Ok, io gli ideali, ma te nel culo c'hai l'italiano bello mio...
Non contento di tanto sfoggio di cultura e signorilità, il signore un'ora dopo mi riscrive (è evidentemente ossessionato dalla mia terribile recensione) un nuovo messaggio, ancora più incazzato, ancora più indignato, ancora più ricco di contenuti:
Sentirsi definire "Gnurant" (io essere amico... io parlare italiano...) dal signor Theodoros probabilmente non mi farà dormire stanotte. L'offesa è di quelle gravi, quando arrivano da personaggi di così alto spessore. 
Insomma, uno degli adepti della terribile Setta Kakuen ha colpito immediatamente. Del resto, lui è un fan doc di un'artista (Danilo Sacco, appunto) che fa di una delle massime di Voltaire (Non condivido la tua opinione ma darei la vita affinchè tu possa esprimerla) un suo credo. Sì, signor Theodoros... sarai sicuramente un vanto per Danilo, un fan che lo rappresenta a dovere, un po' come un fricchettone con la maglia del Che rappresenterebbe l'MSI.
In definitiva, penso che personaggi del genere ovviamente non vadano presi sul serio, anche se, come accennato in apertura, spesso e volentieri questa gente non fa altro che danneggiare chi crede di sostenere. 
All'amico in questione consiglierei di perdere meno tempo nel dare troppa importanza a persone come me, e spenderne un po' di più nello studio della nostra amata lingua, senza tralasciare il ripasso degli ideali e delle idee di chi crede di rappresentare.
Ignorante.

La Sedia del Diavolo (2006)

Da quanto tempo non vedevo un horror-splatter di Serie B? Ultimamente avevo voglia di guardare qualcosa di assolutamente disimpegnato, uno di quegli horror che vedi e dimentichi presto. "La Sedia del Diavolo" è riuscito a saziare questa mia voglia. 
Il film è una sorta di splatter, con la particolarità della voce fuori campo del protagonista, che ci racconta i vari momenti della storia, con battuta su fermo-immagine annessa. Qualche passaggio divertente, con i soliti personaggi di film come questo (l'insopportabile sbruffone, la bona seria e quella meno seria, il professore - o genio - e il protagonista). Indovinate un po' chi muore per primo...
Tra i vari film del genere, forse non siamo di fronte al peggio. Certo è che, in un passaggio in cui il protagonista usa la sua voce fuori campo per dire basta a questi film di Serie B e mal recitati, arriva uno sprazzo di originalità (e verità) che alzano il voto al film.
La storia di originale ha poco o nulla: un manicomio abbandonato, una coppia di fidanzati drogati che vi si addentra, una orribile sedia piazzata lì nella stanza vuota che non aspetta altro che essere riempita. E verrà riempita ovviamente dalla povera ragazza, che ci lascerà le penne e regalerà al compagno l'etichetta di omicida. Ma un certo Professor Capelli Bianchi e Occhiali, anni dopo, vorrà vederci chiaro, e con il suo staff e il caro vecchio Nick West (il protagonista, voce fuori campo e sospetto assassino) tornerà nel manicomio a far visita alla solitaria sedia. Cosa mai accadrà?
Storia abbastanza banale, con tanto sangue e qualche effetto digitale che non migliora di certo la pellicola. 
Insomma, uno splatter senza pretese che, se affrontato nella maniera giusta, potrebbe anche divertire.
(VOTO: 5- - Non sedetevi su quella sedia)

domenica 10 giugno 2012

Danilo Sacco - Un altro me (e altre storie...)

Probabilmente, se le cose fossero andate come dovevano andare, non avrei neanche scritto un post dedicato al nuovo album di Danilo Sacco, l'ex voce dei Nomadi. Può darsi che, invece, l'avrei scritto comunque, uguale nei contenuti e nella critica, diverso, diversissimo nei sentimenti.
Danilo Sacco e i Nomadi non si sono lasciati bene. Ci sta. 
Ci sta un po' meno, a mio parere, il passare dall'amore all'odio con una naturalezza che ti fa capire che, in fondo, di naturale alcune persone non hanno niente. Un mese prima si è sotto il palco a inneggiare un gruppo che per te rappresenta un'idea; un mese dopo sei fan sfegatato dell'ex voce di quel gruppo, e davanti a un monitor stai lì ogni giorno a sputare merda sul gruppo in questione. È così che va a volte. È così che è andata tra i fans dei Nomadi e quelli del nuovo messia degli ex fans dei Nomadi.

venerdì 8 giugno 2012

Leonardo Sciascia - A ciascuno il suo

Di Leonardo Sciascia lessi qualche tempo fa "Una storia semplice". In definitiva, "A ciascuno il suo" lo definirei un'altra storia semplice; semplice nella sua crudezza, nella sua naturale evoluzione, nel suo racconto freddo e reale.
Sciascia ci mostra i due volti della Sicilia: quello spietato, che sarebbe bene non incrociare; e quello genuino e leale, che spesso e volentieri, l'altro volto, ha la sfortuna di incrociarlo eccome. 
Il professor Laurana ha la curiosità di un investigatore amatoriale; vuole far luce - seppur, probabilmente, per conto suo - sul delitto all'apparenza inspiegabile di due persone del paese. Il mistero sugli omicidi, pagina dopo pagina, colpo di fortuna dopo colpo di fortuna, comincia a sbriciolarsi. Pian piano la verità appare al professore sempre più vicina.
Le ultime pagine del libro ci danno splendidamente l'idea, il senso della storia che Sciascia voleva (riuscendoci alla grande) raccontarci. Un'altra storia all'apparenza complessa, complicata, ma che, come già detto, si rivelerà semplice nella sua spietata dinamica.
Insomma, a ciascuno il suo.
(VOTO 9+ - Sicilia Spietata)

giovedì 7 giugno 2012

Ray Bradbury - Fahrenheit 451

Se n'è andato, all'età di 91 anni, l'autore di uno dei miei libri preferiti in assoluto: Fahrenheit 451. Di questo straordinario libro ne avrei sicuramente parlato, prima o poi. Lo faccio adesso, a due giorni dalla scomparsa di Ray Bradbury, a cui dedico il post.
La storia di Fahrenheit 451 è semplice e inquietante: in un futuro indefinito, leggere libri è reato. I libri vengono "cacciati" e dati alle fiamme da squadre di Vigili del Fuoco; nel titolo, infatti, troviamo la temperatura in gradi Fahrenheit a cui la carta brucia spontaneamente (ma nel libro questo particolare non viene preso in considerazione). 
"Era una gioia appiccare il fuoco. Era una gioia speciale vedere le cose divorate, vederle annerite, diverse." È questo lo splendido incipit del libro. 
Ed era una gioia per la squadra di vigili del fuoco di cui fa parte il protagonista, Guy Montag, che un giorno, però, comincia a dubitare fortemente della bontà di questa effimera gioia. Inizia infatti a leggere, e la sua visione del mondo cambierà radicalmente. Un mondo, tra l'altro, controllato da un Governo onnipresente, che mira a dettare al popolo ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, attraverso un elemento altrettanto onnipresente e ossessivo: la tv (sprazzi di "1984" di Orwell).
Montag, dunque, si ribella, e inizieranno una serie di eventi che lo vedranno protagonista di sventure e fughe.
Scritto in piena Guerra Fredda, Fahrenheit 451 ci fa dare uno sguardo su un mondo inquietante, un mondo in cui la massificazione, il controllo, la noia dominano l'uomo, andando a colpire l'arma più pericolosa, la meno controllabile e una delle più libere forme d'arte umana: il Libro.
A questo libro è ispirato anche un mio racconto, "Virus", pubblicato un paio di anni fa sulla bella antologia "Opera Narrativa - Fantasy e Fantascienza", dedicata proprio al Libro. 
Ciao Ray, tornerò a dare un'occhiata alle tue Cronache Marziane, sempre più stanco, ormai, di quelle Umane.
(VOTO: 10 - Acqua sul fuoco)

domenica 3 giugno 2012

Noi che... (ma anche no!): La Musica

Noi che... avevamo walkman e musicassette...
Ma anche no!
Cominciamo con ordine, ed elenchiamo tre aspetti per i quali no, non mi manca per niente il periodo della mia infanzia e prima adolescenza, quello delle musicassette e dei primi cd:
Le Musicassette: Ricordo ancora l'immagine del nastro marrone fuori dalla Musicassetta, il tentativo di evitare la tragedia prendendo la prima biro o matita nei paraggi e, con precisione e lentezza, infilarla nella rotellina della MC per riavvolgere il nastro. E se il nastro si riavvolgeva male, si piegava su se stesso in una sorta di immagine tridimensionale che mi ricordava alcune teorie sullo spazio-tempo... beh, allora erano guai.
E che dire della ricerca di questa o quella canzone? Oggi è semplice: che sia su un lettore portatile o al computer, basta scorrere l'elenco delle canzoni e scegliere la preferita. Con le MC no. Ricordo il nervosismo col quale schiacciavo freneticamente i tasti FF o REW, in un'alternanza spasmodica e snervante con il tasto Play. FF - Play... no; FF - Play... non ancora; FF - Play... no, l'ho saltata! REW - Play... troppo indietro! Vabbè, lasciamo perdere...

sabato 2 giugno 2012

Fermiamo Tutto

A volte (diciamo spesso) mi chiedo se alcuni, quando parlano dei fatti che accadono sentendosi moralmente e ragionevolmente al di sopra di tutti, riflettano un minimo prima di esternare le proprie sante ragioni. Ultimamente è accaduto dopo la nuova, brillante uscita del nostro Premier: "Il Calcio andrebbe fermato per 2-3 anni".
In molti (ovviamente la solita "Banda Anti-Calcio") hanno seguito l'onda di Monti (attenti, non mi sembra che le strade intraprese dal Premier portino tanto lontano...), ribadendo che sì, questo orribile sport, corrotto e sporco fino all'osso, andrebbe fermato per anni.
Al di là di un discorso prettamente economico (non avete la benché minima idea di quanti soldi questo diabolico sport porti nella casse dello Stato, eh?), che probabilmente riuscirebbe a capire anche un bambino delle medie, mi rifaccio a un discorso globale: fermare il Calcio perché al suo interno ci sono alcune mele marce? Bene, allora a ignoranza rispondiamo con ignoranza...
Mi pare che negli Asili a volte ci siano casi di maltrattamento su bambini: chiudiamo gli asili per due o tre anni.
In Vaticano ci sono i corvi: chiudiamo il Vaticano in gabbia.
In Televisione passano programmi come il Grande Fratello: spegniamo la tv per un quattro, cinque anni. (su questo punto qualche ragione posso pure trovarla, contrastata poi dal fatto che, in televisione, se si vuole si trovano anche cose molto interessanti...)
In molte Aziende, anche di enormi dimensioni, ci sono dirigenti che si macchiano di ogni tipo di reato economico possibile: ma sì... chiudiamo tutte queste aziende per qualche anno.
Nel Ciclismo c'è il doping: fermiamo le corse (ah no... in Italia non c'è la Banda dell'Anti-Ciclismo perché è uno sport che non dà fastidio in tv ai fans di "C'è Posta per te" o "Ballando con le Stelle").
In alcune Università italiane ci sono casi evidenti di nepotismo: beh... chiudiamo quelle Università!
All'interno del Parlamento Italiano ci sono vari elementi ai quali, nel caso in cui dovessi stringergli la mano per presentarmi, poi mi riconterei le dita per vedere se me ne manca qualcuna (cit. Peppino Prisco sugli Juventini): ovviamente... fermiamo la Politica!
L'ultimo punto (potrei e potreste fare mille esempi ancora, per renderci conto di quanto sia stupida l'idea di "Fermiamo il Calcio"...) è il più divertente. Ma da che pulpito arrivano certe prediche? La vergogna è un sentimento totalmente sconosciuto ai politici italiani.
Insomma, nel caso in cui dovesse passare come buona l'idea di "fermare il Calcio perché malato", beh... ho l'impressione che qui, ahimè, dovremmo fermare davvero tutto; anzi, il Calcio mi sembra, probabilmente, l'ultimo dei problemi. O è una "Questione Importante" soltanto in casi come questi?
Che ci si metta d'accordo...

Doodle: Festa della Repubblica

Nel giorno della parata militare ridimensionata, e delle polemiche annesse, anche Google festeggia la Repubblica Italiana con un Doodle statico: nell'immagine vediamo tre bambini che corrono felici, sventolando bandiere e nastri Tricolore. Dietro di essi la scritta "Google" in azzurro. 
Buona Festa della Repubblica a tutti... per quanto possibile.