giovedì 7 giugno 2012

Ray Bradbury - Fahrenheit 451

Se n'è andato, all'età di 91 anni, l'autore di uno dei miei libri preferiti in assoluto: Fahrenheit 451. Di questo straordinario libro ne avrei sicuramente parlato, prima o poi. Lo faccio adesso, a due giorni dalla scomparsa di Ray Bradbury, a cui dedico il post.
La storia di Fahrenheit 451 è semplice e inquietante: in un futuro indefinito, leggere libri è reato. I libri vengono "cacciati" e dati alle fiamme da squadre di Vigili del Fuoco; nel titolo, infatti, troviamo la temperatura in gradi Fahrenheit a cui la carta brucia spontaneamente (ma nel libro questo particolare non viene preso in considerazione). 
"Era una gioia appiccare il fuoco. Era una gioia speciale vedere le cose divorate, vederle annerite, diverse." È questo lo splendido incipit del libro. 
Ed era una gioia per la squadra di vigili del fuoco di cui fa parte il protagonista, Guy Montag, che un giorno, però, comincia a dubitare fortemente della bontà di questa effimera gioia. Inizia infatti a leggere, e la sua visione del mondo cambierà radicalmente. Un mondo, tra l'altro, controllato da un Governo onnipresente, che mira a dettare al popolo ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, attraverso un elemento altrettanto onnipresente e ossessivo: la tv (sprazzi di "1984" di Orwell).
Montag, dunque, si ribella, e inizieranno una serie di eventi che lo vedranno protagonista di sventure e fughe.
Scritto in piena Guerra Fredda, Fahrenheit 451 ci fa dare uno sguardo su un mondo inquietante, un mondo in cui la massificazione, il controllo, la noia dominano l'uomo, andando a colpire l'arma più pericolosa, la meno controllabile e una delle più libere forme d'arte umana: il Libro.
A questo libro è ispirato anche un mio racconto, "Virus", pubblicato un paio di anni fa sulla bella antologia "Opera Narrativa - Fantasy e Fantascienza", dedicata proprio al Libro. 
Ciao Ray, tornerò a dare un'occhiata alle tue Cronache Marziane, sempre più stanco, ormai, di quelle Umane.
(VOTO: 10 - Acqua sul fuoco)

2 commenti:

  1. Mi inchino anch'io davanti a uno di quegli Uomini che non moriranno mai.

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  2. È la magia della grande Scrittura, della grande Fantasia: rendere immortali.

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