sabato 10 dicembre 2016

"La Terza Fase" in NASF 12 - La Frontiera / Il Giorno Dopo

Mi ha sempre affascinato fantasticare su quale potrebbe essere la reazione dell’intera umanità di fronte a una grande, sconvolgente, inconfutabile rivelazione. Da un giorno all'altro cambierebbe ogni cosa, e ognuno di noi comincerebbe sicuramente a guardare gli altri e se stesso con occhi diversi...
Ed è proprio questo che racconto in “La Terza Fase”, il mio racconto che apre la dodicesima edizione di N.A.S.F., che da otto edizioni pubblica una mia storia. 
L’edizione di quest’anno, come detto la dodicesima, ha non uno, ma due temi: “Il giorno dopo” e “La Frontiera”. “La Terza Fase” va a collocarsi proprio nel tema de “Il giorno dopo”, e confesso che tutto ciò che è scritto in quelle poche pagine ha sempre stuzzicato un po’ la mia fantasia, ponendomi di fronte a quell'ipotesi scettico ma fino a un certo punto. Non certo più scettico, per esempio, di fronte alle storie che ci raccontano fin da bambini. 
Tornando a NASF: guardando tutti i volumi che ho collezionato in questi anni, e che mostro orgogliosamente in libreria, mi è venuta voglia di rileggerli e provare a buttar giù qualche breve recensione, o almeno un piccolo commento per racconto, iniziando proprio dai primi NASF (che presto finiranno in libreria davanti agli altri), che ancora non mi vedevano autore. 
Intanto, invito chi ancora non l’ha fatto a dare un’occhiata al progetto e magari partecipare. 
E, infine, i miei complimenti vanno al vincitore di NASF 12, Andrea Schiavone, con il suo "Solipso".
NASF 12 - La Frontiera / Il Giorno Dopo:
NASF 12 - La Frontiera / Il Giorno Dopo:
I miei racconti in NASF:
- NASF 5 X-Punk / OOPArt: Newpolis
- NASF 6 Blood, Dust & Steel: Progetto Stigma
- NASF 7 Tribute: La Cura
- NASF 8 Mutazioni: Una Splendida Giornata
- NASF 9 Albe & Tramonti: L'Ultimo Tramonto
- NASF 10 FREE: La Decima Prova
- NASF 11 Io, Alieno: L'Abbandono
- NASF 12 La Frontiera / Il Giorno Dopo: La Terza Fase

martedì 9 agosto 2016

Ouija (2014)

Uno dei tanti film Horror “fotocopia” degli ultimi anni. Stavolta non c’è una bambola, o uno specchio, ma una tavoletta “Ouija”. Ci sarà quindi il solito spirito incazzato (la morte è una brutta cosa, ma soltanto alcuni ci si incazzano per davvero), con le solite apparizioni a effetto e la solita violenza senza senso (“Ammazzo tutti, cazzo!”). Ma per arrivare a tutto ciò dovremmo aspettare e far passare una cinquantina di minuti di noia assoluta. Poi, se non starete particolarmente attenti (probabile) o starete lì a pensare a quale sarà il prossimo film da metter su a tempo perso (molto probabile), qualche salto arriverà. Forse.
Per il resto, anche “Ouija” ci dà qualche lezione di vita: se non avete una nonna esperta in esoterismo (chi non ne ha una?), provvedete quanto prima a farle fare un corso; magari ne troverete uno col 90% di sconto su Groupon.
E il finale? Come mai finirà questo nuovo entusiasmante e originale Horror? Finirà davvero? O alla fine, ma proprio alla fine, con una scena che non t’aspetti tutto sembrerà... non essere finito?
(VOTO: 4,5 – Preferisco l’Analfabetismo) 

Il Resto del Silurato

Mi sento leggermente meglio. Evidentemente non sono stato il solo a ritrovarmi basito di fronte alla nota di scuse del direttore del QS dopo l'imbarazzante titolo riservato alle Atlete Azzurre di Tiro con l'Arco. Perché se pubblicare quell'articolo con quel titolo è stato un errore macroscopico, imbarazzante, rimediare con quelle poche e vuote righe riportate nel post precedente è stato ancora peggio. E allora laddove un direttore non riesce nemmeno a salvare il salvabile (magari insalvabile, ma proviamoci, almeno), ben venga l'intervento dell'editore a mettere finalmente una pezza. 
O uno strappo.

Il Resto dell'Imbarazzo

C'è poco da aggiungere o da scrivere riguardo il titolo che il Resto del Carlino ha dedicato alle tre Atlete Azzurre (Guendalina Sartori, Lucilla Boari e Claudia Mandia) dopo il mancato "miracolo" alle Olimpiadi di Rio, perché ne hanno scritto tanto e tanti da bastare, si spera, per far vergognare direttore e giornalista autore del titolo per i prossimi dieci anni.
Almeno così credevo.
Sì, perché poi, facendo un giro doveroso sulla Pagina Facebook del Quotidiano, mi sono imbattuto nelle scuse del direttore. Io, da ingenuo, mi sono fatto persino lo screenshot del post, perché non riesco assolutamente a credere che il direttore in questione possa lasciare quel post di scuse per ancora un altro, solo minuto. Eccolo:


Ma abbiamo letto bene? Ripeto: abbiamo letto bene?
Che razza di scuse sarebbero, queste? Cosa diavolo sto leggendo e interpretando?!

"Mi rivolgo ai lettori che hanno commentato il titolo riportato oggi da Qs "Il trio delle cicciottelle sfiora il miracolo olimpico", uscito nella prima edizione e poi ribattuto con un più cronachistico "Le azzurre si fermano sul più bello". Mi scuso se quel titolo ha urtato la sensibilità di alcuni nostri lettori ma l'intento di partenza non era né derisorio né discriminante.
Giuseppe Tassi, direttore QS"


Ditemi che è uno scherzo... 
Cioè: il signor direttore si limita a scusarsi se quel titolo ha urtato la sensibilità di alcuni lettori, sottolineando che l'intento di partenza non era né derisorio né discriminante.
Due cose, signor direttore, due semplicissime cose:
1) Il titolo non "ha urtato la sensibilità", ma ha fatto incazzare e indignare non "alcuni vostri lettori" ma tutti, ogni singolo abitante di un Paese che di solito non è così unito nemmeno durante i Mondiali. Pensi un po', signor direttore!
2) Può un direttore di un giornale nazionale limitarsi a scusarsi in quella maniera aggiungendo soltanto che quel titolo non era né derisorio né discriminante?! Ok, signor direttore... va bene, resetto il cervello e voglio crederci per qualche secondo. Ma allora cos'era? Le può spendere un paio di righe in più per spiegarcelo? Insomma, non era né derisorio né discriminante... e allora cosa? Perché quel genio incompreso del suo giornalista ha scritto quella roba? O facciamo come i bambini? Ricorda?
"Perché hai detto quella parolaccia?"
"Io non ho detto nessuna parolaccia!"
"L'hai detta!"
"No!"
"E invece sì!"
"E invece no!"
Che tristezza...
E provo ancor più tristezza nell'immaginare, immaginare soltanto le facce in redazione dopo la geniale intuizione di quel geniale titolista. Grasse risate.
Mi consola soltanto una cosa, però: immaginare adesso, immaginare soltanto le vostre facce dopo tutta la merda meritata che vi sta arrivando addosso.
E che non si dimetta nessuno, ovviamente: come potete ben vedere è questa la strada giusta. Da oggi scommetto che fioccheranno vendite e abbonamenti. Continuate così.

Qui, infine, la lettera del Presidente FITArco Mario Scarzella al direttore del giornale:
http://www.fitarco-italia.org/documenti/dettaglioNews.php?id=5480 

giovedì 28 luglio 2016

Movimento 5 Fasci

Il Consiglio Regionale della Regione in cui vivo, l'Emilia Romagna, ha presentato una proposta per dire "NO" alla vendita di gadget fascisti (possibile non ci sia già?!) in tutta la Regione. Bene, citando l'articolo:


Stupore di molti
Mi chiedo, a questo punto, se ci voglia un esperto in Movimenti Politici per capire che il Movimento 5 Stelle è un Partito che ha tra le sue fila un buon numero di fascisti (e "comunisti", sia chiaro). Ci sarebbe da ridere, infatti, nel momento in cui un Partito così frammentato, così variegato, andasse al potere e cominciasse a sfornare leggi soprattutto riguardanti questioni sociali. Ah... che spettacolo.
Per quanto mi riguarda: a costo di votare scheda bianca o scrivere sulla scheda "Andate tutti affanculo", non voterò mai un partito (o movimento, chiamatelo come vi pare) che abbia tra le sue fila anche un solo fascista.

domenica 24 luglio 2016

Fenomeni da Baraccone: Gli Amici di Geova

Avete qualche minuto da perdere? Avete qualche minuto per vergognarvi di appartenere alla stessa specie dei creatori di questo video? Allora, prima di perdere ulteriore tempo nel leggere ciò che ho da dire al riguardo, guardatelo:



Bene. Cosa ci insegna questo meraviglioso video?
Innanzitutto una cosa: devi fare ciò che dice Geova. Vivi una vita di merda, rinuncia a tutto ciò che ti piace o ti rende felice, fai cose che non ti senti di fare solo e soltanto perché lo dice 'sto Geova. Certo, dopo una vita di rimpianti, mancanze, rinunce, alla fine morirai e... e se 'sto cazzo di Geova non esistesse? Anche perché l'esistenza di Geova è basata su un libro. Un po' come se io, domani, una volta alzato decidessi di dedicarmi al culto del Signore della Luce. Insomma, perché dar credito al personaggio di un libro scritto millenni fa e non a uno scritto ai giorni nostri? Del resto se dovessi seguire il sacro R'hllor lo farei anche con cognizione di causa, avendo esso (sia lode a lui) fatto risorgere John Snow! E Geova? Ditemi, chi ha fatto risorgere Geova?!

sabato 23 luglio 2016

Under The Skin (2013)

Il corpo di una giovane donna viene recuperato da un misterioso motociclista fuori strada e trascinato su un camion, dove un'aliena ne indossa letteralmente le vesti. L'aliena intraprende quindi un viaggio attraverso la Scozia, sfruttando il proprio fisico seducente per adescare uomini soli e non restituirli mai più alle loro vite. 

Se un Alieno dovesse cacciare sulla Terra, in incognito, cercando di ingannare i terrestri e attirarli in una trappola, la scelta di mettersi nei panni, pardon, nella pelle di una come Scarlett Johansonn sicuramente potrebbe essere definita una scelta azzeccatissima. 
Il film non è particolarmente veloce, ed è pieno di cose non dette e non mostrate. Tuttavia a me è piaciuto, e la ritengo un’opera sicuramente affascinante (atmosfere e alcune scene davvero bellissime), al di là della protagonista (la adoro e sarei di parte), che qui vediamo in nudi integrali che ci rivelano forme e curve inaspettate. E interessanti.
Ma nel film la metamorfosi aliena non si ferma soltanto all’aspetto fisico. L’Alieno caccia, attira le sue prede in un casolare e tutto sembra dannatamente feroce e senza alcuna morale.
VOTO (da 1 a 5): 🍿🍿🍿 - Alieni, Umani e Disumani


*** SPOILER ***

venerdì 22 luglio 2016

It Follows (2014)

Per la diciannovenne Jay, l'autunno dovrebbe significare scuola, ragazzi e fine settimana al lago. Ma dopo un incontro sessuale apparentemente innocente, si ritrova perseguitata da strane visioni e dalla sensazione inevitabile che qualcuno, o qualcosa, la stia seguendo.

Ultimamente sono davvero pochi i film che mi hanno lasciato qualcosa. Di Horror, poi, non ne parliamo. Ho visto qualche settimana fa “The Conjuring – Il Caso Enfield”, e nonostante non possa dire che mi sia dispiaciuto, allo stesso modo posso affermare che non mi abbia entusiasmato.
“It Follows”, in tutto ciò, rappresenta qualcosa di nuovo, e quindi sento di poterne scrivere. Il film è ben girato, le ambientazioni perfette, la colonna sonora fantastica. E che dire del fattore “tempo”? In che periodo ci troviamo? Il lettore e-book rosa e a forma di conchiglia di Yara va a cozzare con le televisioni di almeno trent’anni fa, anzi di più, e che trasmettono film Horror in bianco e nero.
Poi arriva la storia. “It” segue e insegue la bella protagonista lungo tutto lo svolgimento del film, e il fatto che, come le annuncia Jeff dopo avergli passato l’infezione (chiamiamola così), esso può celarsi dietro la presenza di una qualsiasi persona, conosciuta o sconosciuta, ci fa star lì a guardarci intorno insieme a lei, col timore che quella o quell’altra persona possa essere la “cosa” che vuole raggiungerti e finalmente prenderti. Si viene a creare così una bella tensione e - nonostante non si possa dire che il film corra - un bel ritmo. Immagino quanto mi sarei incazzato se, come mi capita quando vado (per fortuna raramente) al Cinema nella mia zona d'origine (ma più che altro al Sud in generale), il film fosse stato interrotto a metà per permettere agli spettatori di sopperire ai loro impellenti bisogni alimentari. Roba da chiedere il rimborso.
Ma tornando al film, cos’è quell’It, cos’è la cosa che, come ci dice lo spot, “Non pensa, non ha pietà, non si ferma”?
(VOTO: 8 – Follow It)


*** SPOILER ***

domenica 10 luglio 2016

Scarti Umani

“Scimmia”. 
Ad oggi esiste ancora gentaglia che pensa di offendere una persona di colore chiamandola Scimmia, incredibilmente incosciente del fatto che, nel momento esatto in cui pronuncia quella parola, offende se stesso qualificandosi all’istante come scarto dell’intera umanità. Sì, eccolo che in quel momento, nel momento esatto in cui esclama quello "Scimmia", eccola che grida al mondo intero: “Io sono uno scarto umano”.
Ma questi scarti umani sono pericolosi. Questi scarti umani sono violenti e picchiano. E uccidono. Questi scarti umani pensano, sfruttando al minimo le loro già limitate capacità cognitive (c’è sempre più una correlazione diretta e inquietante tra inferiorità cognitive e appartenenza a gruppi di estrema destra), di affermare così la loro appartenenza a un popolo superiore, discriminandone uno inferiore. E mi fanno pena, un’enorme pena questi scarti umani, perché credo sia evidente che, se proprio dovesse esserci un fattore discriminante in situazioni del genere, questo riguarderebbe soltanto la differenza tra esseri umani e, appunto, loro stessi, gli scarti, le bestie. No, non chiamateli animali, perché se è vero che è ormai retorica affermare che "gli animali sono meglio", è pur sempre una lampante, evidente e ormai banale verità.
Tu, scarto dell’umanità, non stai rappresentando un popolo superiore, non stai rappresentando gli italiani, non stai rappresentando nemmeno l’ultimo degli esseri umani. Tu non stai rappresentando nulla, anzi, tu stai rappresentando il nulla, il nulla cosmico in cui dovresti essere rinchiuso e mai più fatto uscire. Tu, scarto dell’umanità, dovresti essere disconosciuto come cittadino, come italiano, come tutto. Tu non sei italiano, sei soltanto una bestia col dono della parola (e che parola) che merita soltanto di essere limitato nelle sue capacità, ovvero quella di 
(credere di) 
offendere, picchiare, odiare, uccidere. L’Italia, l’Europa, il Mondo Intero non hanno bisogno di scarti umani del genere. E allora che Giustizia sia fatta e che tu sia riconosciuto com'è giusto che sia: scarto. L'umanità intera ti sputa via, di vomita.
Un ultimo appunto: anche in questo caso qualcuno dovrebbe avere il coraggio di dire frasi più o meno del tipo “Queste cose andate a farle a casa vostra”. Ovviamente quel qualcuno non si esporrà, stavolta. E mi espongo io, ancora: sì, queste cose gentaglia del genere dovrebbe andare a farle a casa sua; ovvero una cella, buia, isolata. Eccolo, l’unico posto che meriterebbe di essere chiamato casa, per uno scarto umano anche stavolta partorito
(vomitato) 
mostruosamente dalla solita, vigliacca e sempre più ottusa pancia dell'estrema destra.

martedì 22 marzo 2016

MiB #1: L'Isola e la Miglior Rete 4G

Un Messaggio in Bottiglia ci racconta che sull’Isola Ideale la Rete 4G di Vodafone non va un granché. Anzi, fa cagare. 
L’Isolano, un tipo solitario che ama indossare un cappello di paglia e andare scalzo sulla calda sabbia color oro, trova però interessante navigare. Non in mare, non si può. L’Isola è davvero un’Isola, isolata, isolatissima, distante miglia e miglia, chissà quante, dal più vicino, chissà quanto, Continente. L’Isolano ignora quale sia il Continente più vicino, e ignora come sia stato possibile ritrovarsi con uno smartphone tra le mani, una mattina, risvegliandosi in riva alla spiaggia dopo essersi addormentato lì la sera prima, sotto una luna fantastica. Da quel momento in poi aveva iniziato finalmente a navigare. Sì, come detto, non in mare. Non in quel mare che circondava la sua Isola, ma in quello virtuale che circondava ogni cosa e persona, persino lui, isolato, solo. Eppure collegato a qualcosa, grazie a quello smartphone che riusciva a ricaricare chissà come sotto il grande Albero dalla Corteccia Rossa che si trovava su un piccolo braccio di terra che si inoltra nel mare blu. Sì, lasciandolo semplicemente lì sotto. E se qualcuno gli chiedesse, un giorno, come diavolo ci fosse arrivato a piazzarlo proprio lì, lui avrebbe semplicemente risposto che non ne aveva idea. Forse una voce nella sua testa, forse una prova tanto per provare, forse un'intuizione. Ed eccolo lì, lo smartphone sempre pronto e sempre carico.
Ma quello smartphone, come accennato, ormai aveva un problema. Il servizio Rete 4G di Vodafone, quello descritto come il migliore dalle tante pubblicità (povero Bruce... che brutta fine!) che riusciva ogni tanto a leggere e caricare a fatica, lì su quell’Isola non andava. Ma la Vodafone, vicina al cliente e dunque anche all’Isolano, prometteva un risarcimento, un rimborso in casi come quello: un giorno di navigazione gratis.
Perfetto.
L’Isolano, dunque, si becca felice il suo giorno di navigazione gratis. Che culo! Tutto davvero bello. Se il tuo servizio di navigazione sullo smartphone fa cagare, allora la Vodafone ti risarcisce con un giorno gratis di navigazione che fa cagare. 
L’Isolano resta un po’ a pensare, sotto l’Albero dalla Corteccia Rossa, di cui ignora la natura e i frutti, sempre lì, alti e rossi e che non cadono mai, e riflette divertendosi a fare qualche paragone sul servizio offerto dalla Vodafone: insomma, è come se un ristorante ti promettesse di darti un altro piatto uguale a quello che ti ha fatto cagare, per farsi perdonare; o magari se dovessi viaggiare su un treno (ah, i treni! Così lontani!) sporco e infestato dalle blatte, la compagnia ferroviaria ti risarcisse con un altro, fantastico viaggio su un treno zozzo e infestato; o ancora, se il dentista incapace ti facesse vedere le stelle durante l’estrazione di un dente, per ripagarti ti proporrebbe l’estrazione di un altro dente. 
Tutto gratis, ovviamente. 
Soddisfatti o bastonati.