Un film di attesa. "Melancholia" ci regala la visione dell'attesa di un evento che, in altri ben più famosi e sponsorizzati film, sarebbe stato condito da file interminabili in autostrada, isterie miste a ironie (evidentemente fuori luogo e poco credibili), scienziati belloni, eroi fai da te ed effetti speciali oltre ogni limite di credibilità.
Nel film di Lars Von Trier tutto questo non c'è. C'è l'inquietudine personale, quella di Justine (prima parte del film), e l'inquietudine esistenziale dell'intero genere umano racchiuso in quello di Claire (Charlotte Gainsbourg), la sorella di Justine (Kirsten Dunst). È l'inquietudine per un pianeta, Melancholia, che si avvicina pericolosamente alla Terra.
Il film non ci racconta ciò che succede nel mondo, come si prepara il genere umano all'arrivo di Melancholia, splendido nel cielo, come una seconda Luna, sempre più grande, poi forse più piccolo, che si allontana...
Il film ci mostra brandelli di società soltanto nella prima parte, quella del matrimonio di Justine con Michael. Poi gli invitati (e non solo) vanno via. Restano Claire e la sua famiglia, isolati in una enorme casa in campagna, alle prese con i problemi di Justine e quelli in arrivo dal cielo.
Claire è spaventata da quel pianeta così affascinante quanto impassibile. Melancholia dà spettacolo nel cielo, sia di giorno che di notte. Un accenno alla scienza e agli scienziati c'è: Melancholia passerà vicino, vicinissimo alla Terra. Non c'è da preoccuparsi. Ma gli scienziati, si sa, spesso sono divisi. E lo sono anche riguardo Melancholia.
La sensazione di attesa nella seconda parte è bellissima. Il finale è splendido, così come le immagini iniziali.
Lars Von Trier ci regala finalmente una visione diversa riguardo ai "grandi eventi" che potrebbero sconvolgere la nostra vita. Una visione silenziosa, personale, familiare.
Malincholia è lì nel cielo, sorge come la nostra Luna, si avvicina, ci illumina. Non ci resta che attendere.
VOTO (da 1 a 5): 🍿🍿🍿🍿🍿 - Di... Forte Impatto
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