lunedì 6 marzo 2017

La Scomparsa del Settimo Elemento

Ascolto molta musica, molti artisti, molti gruppi musicali. Amo gli Iron Maiden, i Litfiba, i classici del Rock come Pink Floyd, Led Zeppelin, Black Sabbath. Amo i cantautori, Battiato e Guccini su tutti. Amo la musica più o meno indipendente italiana, dagli Zen Circus ai Punkreas. E allora perché ho deciso di dedicare, nel corso degli anni, un sito ai Nomadi? Perché non dedicarlo ai Litfiba, a Battiato, ai Pink Floyd? La risposta sta tutta nell’amarezza che mi ha lasciato la vicenda dell’ultimo avvicendamento alla voce del gruppo. I Nomadi, rispetto agli altri, rispetto a tutti gli altri, non sono, non erano per me un semplice Gruppo Musicale. I Nomadi, come mi piaceva pensare fino a qualche tempo fa, sono un’Idea. I Nomadi sono un gruppo musicale contraddistinto dai valori che canta in gran parte della sua discografia. I Nomadi sono diversi. Ecco perché allora, quando nel 1994 mi imbattei per caso in una musicassetta verde ("Mixed by Erry", solo per intenditori) dal titolo “Contro”, fui letteralmente folgorato. Quelle canzoni, quel “Il Muro”, quella "Ad Est, ad est", quel “Il Libero”, quel “Contro”, erano canzoni diverse. Erano diverse da quelle che sentivo alla radio, che sentivo e vedevo in tv. Quel gruppo era diverso, diverso davvero, e quando cominciai a cercare prima nuove musicassette pirata al mercato del lunedì del mio paese (trovai “Ma Noi No!” e “Ma che film la vita”), e subito dopo (ormai innamorato di quel gruppo) CD originali ordinandoli al negozio di musica più vicino (a una quindicina di chilometri da casa), ne ebbi la conferma. Sì, i Nomadi erano un gruppo musicale diverso, che aveva dei valori, che li cantava, e che veniva seguito da un pubblico affezionato che era capace di farsi centinaia di chilometri per seguire un loro concerto, e farsene altri duecento per seguirne un altro il giorno dopo; è stata questa anche la mia storia, soprattutto nel periodo 1998/2001. 
Ecco, dopo questa premessa, il perché della mia amarezza. 
La vicenda Turato mi lascia basito, deluso, spiazzato.