giovedì 31 ottobre 2019

Halloween e Altri Orrori

Questa che stiamo per vivere è la Notte delle Streghe, degli Spiriti, del Demonio. È una notte in cui tutto è possibile, perché le porte invisibili e sempre chiuse tra la vita terrena e quella ultraterrena si schiudono, permettendoci di dare uno sguardo verso l'aldilà, e permettendo a loro di dare uno sguardo verso l'aldiqua. Insomma... c'è da stare poco sereni, e il consiglio è quello di chiudersi in casa, accendere dei ceri e pregare, pregare e pregare... per far sì che alla nostra porta non bussino dei terribili e oscuri...
Bambini. Sì, dei bambini. Che al massimo ci chiederebbero dei dolcetti. 
Ne ho lette di cose assurde su Halloween, di gente che si professa credente, servitore di Dio, di Gesù e della Madonna, e che non perde occasione, a ogni fine ottobre, per terrorizzare quei sempre più pochi (ormai) bambini assoggettati alla religione dei propri genitori. Che poi, parliamoci chiaro: tra una festa evidentemente folcloristica, festeggiata scherzosamente e gioiosamente da grandi e piccini di ogni parte del mondo, e altre feste, decisamente più solenni, onorate da gente che ci tiene a ricordare, a quanto pare, martirii, eccidi, flagellazioni, crocifissioni, interventi inseminatori di esseri invisibili ed eterei, e inquietanti ritorni dall'oltretomba... la scelta tra ciò che sarebbe adatto o meno a dei bambini non mi sembra poi tanto complicata...

mercoledì 30 ottobre 2019

David Lynch e l'Oscar

Se esistesse un Oscar per il miglior singolo episodio di una Serie TV, David Lynch l'avrebbe vinto qualche anno fa, con il 3x08 di Twin Peaks. Poche volte sono rimasto così affascinato, letteralmente a bocca aperta, di fronte a un semplice episodio di una semplice Serie TV. Anche se, riflettendoci, Twin Peaks tutto è fuorché semplice. In quell'episodio, "The Return, Part 8 - Gotta light?", assistiamo alla genesi del Male, dunque alla genesi di tutto ciò che abbiamo visto e successivamente vedremo nella Serie. E non solo. Gotta light? è un'opera d'arte, dall'inizio alla fine, con il suo bianco e nero cupo, i rumori, i suoni. Ed è uno degli episodi di una Serie TV più inquietanti che abbia visto in vita mia. Sì, David Lynch avrebbe meritato un Oscar già soltanto per quella scarsa ora di pura arte visiva e sonora che è quello straordinario quanto inquietante episodio.
In questi giorni gli è comunque stata consegnata tra le mani, finalmente, la statuetta dorata. Un Oscar alla Carriera che ovviamente ci sta tutto, meritato, strameritato, ma che, episodi di Serie TV a parte, sarebbe potuto arrivare prima. 3 volte in Nomination, con "The Elephant Man", "Velluto Blu", e "Mulholland Drive", il regista statunitense non era mai riuscito però a far suo il riconoscimento. A questi 3 film (il mio preferito è senza ombra di dubbio "Mulholland Drive"), io ne avrei aggiunto un altro: "Eraserhead". Film decisamente più complicato e poco adatto a manifestazioni come quelle degli Oscar, ma a mio parere un altro straordinario capolavoro. 
Arriva tardi, quindi, l'Oscar a uno dei registi più influenti della storia del Cinema. Un regista capace sempre di sorprendere con la sua cripticità, di portare lo spettatore fuori dai binari quando la strada sembra dritta e sicura, per poi, spesso, non farlo rientrare più. E ci si perde volentieri nelle opere visionare di Lynch, tra le strade e i monti di Twin Peaks, tra i piani e le scale di Inland Empire, o nel Club Silencio di Mulholland Drive
Un regista, David Lynch, che ho cominciato ad amare già dai tempi in cui per me un film era un film e basta, un film di cui non mi interessava il regista, lo sceneggiatore, o tutto ciò che c'era dietro o intorno. Un tempo in cui, da bambino, amavo perdermi più e più volte tra le sabbie e le inquietudini, anche lì, di "Dune".
Sì, ho avuto sempre gusti particolari, fin da piccolo, e per questo non potevo non amare David Lynch.
Complimenti Maestro.

domenica 27 ottobre 2019

Stephen King - L'Istituto

Così come con "The Outsider", con "L'Istituto" si parte bene, si continua alla grande, per poi sgonfiarsi in un finale che mi ha deluso parecchio. Che King abbia spesso avuto qualche problema con i Finali è innegabile, ma qui nell'Istituto ci troviamo di fronte non solo a una conclusione non all'altezza dei  3/4 del libro che la precede, ma addirittura che rischia seriamente di pregiudicare il tutto.
Il mondo dell'Istituto è un mondo in cui esistono ragazzini con poteri speciali, di telecinesi o telepatia, un mondo che ovviamente potrebbe essere quello nostro, reale, e in cui questi ragazzini speciali vengono rapiti da un'organizzazione super segreta - l'Istituto - che li sfrutterà per degli scopi che capiremo pian piano soltanto con lo scorrere delle pagine. Un'idea affascinante, interessante, che non nego mi abbia fatto pensare inizialmente ai "frangitori" della Torre Nera. E un tuffo nel Medio-Mondo sarebbe stata una gran bella sorpresa...


(SPOILER)


sabato 26 ottobre 2019

Joker (2019)

Un altro film di cui se n'è discusso ovunque, e in ogni salsa, è il "Joker" di Joaquin Phoenix. Uno spettacolo. Non mi esaltavo per un film del genere da tanto, troppo tempo. Tralasciando la fedeltà o meno di questo Joker con il Joker originale, ci troviamo di fronte alla genesi di un personaggio tra i più iconici del Cinema. E amando, e tanto, il Joker di Heath Ledger, non ho avuto alcuna difficoltà, alla fine del film, a eleggere il Joker di Phoenix il mio preferito. A differenza di Ledger, infatti, che nella sua straordinaria e indimenticabile prova si trovava a interpretare un Joker già maturo, già formato, qui Phoenix se l'è dovuto creare. Ed è una creazione che parte dal basso, dalla malattia, dal rifiuto, dalle ingiustizie e dalle incomprensioni. È la rinascita oscura di un uomo già oscuro dentro, per colpa della malattia o della società, o di entrambe le cose. È la nascita di un personaggio che nella sua assurdità e nella sua brutalità non possiamo non amare, tanto da arrivare quasi a esultare in alcune scene di estrema violenza perpetrate dal nostro protagonista. Joker uguale Eroe, dunque? No. Assolutamente. Anche perché forse Joker stesso non vuole esserlo. Joker diventa "eroe popolare" senza volerlo, e va bene così. Del resto già nel Cavaliere Oscuro di Nolan sentiamo il Joker di Ledger spiegare in maniera molto semplice la sua natura da "cattivo": sono un cane che insegue le macchine, e non saprei che farmene se le prendessi. Nessun eroe o antieroe, quindi, ma soltanto un pazzo criminale.
Chiudo spendendo qualche parola per Joaquin Phoenix. Quando, mesi fa, appresi la notizia che a interpretare Joker fosse lui, un po' ci rimasi male. Ma non perché non amassi l'attore; è esattamente il contrario. Sono un grande ammiratore di Phoenix, e il fatto è che quasi mi dispiacque che uno dei miei attori preferiti si imbarcasse in un progetto così difficile. Dopo Ledger (lasciamo perdere Leto, anche per la scarsità del ruolo in generale, nel mediocre Suicide Squad), ritenevo che chiunque si fosse preso carico dell'eredità di quel Joker avrebbe rischiato seriamente di fallire. Per fortuna con Phoenix non è successo. Non solo. Il Joker di Phoenix entra così di diritto nell'olimpo dei personaggi indimenticabili, iconici (come iconica è diventata la scalinata nel Bronx), della storia del Cinema, e la cosa mi fa estremamente piacere. Un grande, grandissimo attore per un grande, grandissimo personaggio. E adesso tifo per l'Oscar...
Nessuno spoiler, in questo post. Andate, correte a vedere il film, perché è certo che una risata ci seppellirà. E finalmente abbiamo scoperto che suono avrà.
(VOTO: 9 - C'è poco da ridere)

giovedì 24 ottobre 2019

Le Canzoni della Sera (Volume 8)

200 canzoni. 200 sere chiuse in Musica. 200 consigli per chi ama la Musica. 
Questo 8° Volume si apre e si chiude col botto, con i Korn e gli Iron Maiden, a cui ho dedicato il numero tondo per l'amore che nutro verso questo gruppo di ragazzini un po' cresciuti ma ancora in pista; e alla grande. Potenza musicale che troviamo anche negli Helloween, nei Rage Against The Machine, nei P.O.D., nei Blind Guardian e nei Foo Fighters. In effetti ce n'è stata di roba potente nelle sere a cavallo tra settembre e ottobre. E non mancano gli italiani, con la Mannoia e il suo Cielo d'Irlanda, Pino Daniele col suo dialetto, con i conterranei 99 Posse (il video mi ricorda i bei tempi andati di All Music), il bravissimo Bubola (qui con Danilo Sacco, l'ex Nomadi) e l'altrettanto bravissima Levante, con il bel singolo del suo ultimo album.
Tra le altre, troviamo una delle mie canzoni preferite di sempre, l'immensa "Comfortably Numb" degli immensi Pink Floyd, e una canzone già pubblicata 2 Volumi fa nella sua versione più famosa, ovvero la Cover di Gary Jules, ma che io amo anche in quella originale: stiamo parlando ovviamente di "Mad World" dei Tears for Fears. Il resto è ovviamente da scoprire.
Ricorrenze e anniversari ne abbiamo? Ovvio: il 7 ottobre doveroso omaggio a Pierangelo Bertoli, che in coppia con Fiorella Mannoia troviamo nella splendida "Pescatore", nell'anniversario della sua scomparsa. Un giorno amaro, il 7 ottobre, perché è anche l'anniversario di un altro grande artista che mi manca tanto: Augusto Daolio, voce storica dei Nomadi. Per il 7 ottobre ho scelto Bertoli, e non una canzone dei Nomadi, anche perché i Nomadi li troviamo il 5 ottobre, con "Colpa della Luna". Questa volta l'omaggio è per Giulio De Paola, uno dei miei primi amici di "chat" (si parla addirittura del periodo a cavallo tra i 2 millenni), scomparso prematuramente 3 anni fa. A lui, che amava i Nomadi e la Luna, ho dedicato con tutto il cuore "Colpa della Luna". E a lui, con tutto il cuore, dedico questo 8° Volume delle Canzoni della Sera.
Ciao Giulio. 

#176 Korn - Evolution (19-set-19)
#177 Fiorella Mannoia - Il Cielo d'Irlanda (20-set-19)
#178 Helloween - If I Could Fly (21-set-19)
#179 Rage Against The Machine - Killing In the Name (22-set-19)
#180 Tears For Fears - Mad World (23-set-19)
#181 Pino Daniele - Putesse Essere Allero (24-set-19)
#182 Joan Jett - I Love Rock 'n' Roll (25-set-19)
#183 Silversun Pickups - It Doesn't Matter Why (26-set-19)
#184 Pink Floyd - Comfortably Numb (27-set-19)
#185 P.O.D. - Alive (28-set-19)
#186 99 Posse - Stop That Train (29-set-19)
#187 The Darkness - Rock and Roll Deserves to Die (30-set-19)
#188 R.E.M. - Bad Day (01-ott-19)
#189 Pat Benatar - Hell Is For Children (02-ott-19)
#190 Massimo Bubola - Cuori Ribelli (03-ott-19)
#191 Levante - Bravi Tutti Voi (04-ott-19)
#192 Nomadi - Colpa della Luna (05-ott-19)
#193 Spiderbait - Ghost Riders in the Sky (06-ott-19)
#194 Pierangelo Bertoli & Fiorella Mannoia - Pescatore (07-ott-19)
#195 Blind Guardian - Into the Storm (08-ott-19)
#196 The Hives - Tick Tick Boom (09-ott-19)
#197 ZZ Top - La Grange (10-ott-19)
#198 Foo Fighters - My Hero (11-ott-19)
#199 Pet Shop Boys - Go West (12-ott-19)
#200 Iron Maiden - 2 Minutes To Midnight (13-ott-19)

martedì 22 ottobre 2019

C'era una volta a... Hollywood (2019)

Dell'ultimo film di Quentin Tarantino se n'è parlato tanto e ovunque, e questa quindi non sarà l'ennesima recensione (anche perché non sono un critico né un esperto) di "C'era una volta a... Hollywood", ma soltanto qualche considerazione personale.
Per cominciare: è o non è un film alla Tarantino? Certo che lo è. Diverso, se vogliamo, ma tra un dialogo e un'inquadratura di Tarantino in questo film ce n'è tanto. E la storia, che molti non hanno apprezzato perché debole, rarefatta, forse troppo semplice, a me non è dispiaciuta affatto, e tra bei dialoghi, grandi prove degli attori (Brad Pitt e Leonardo DiCaprio straordinari), e alcune scene già diventate mitiche (Bruce Lee e Lanciafiamme, per fare un paio di esempi), il film scorre e interessa che è una meraviglia. Almeno per quanto mi riguarda.
Dunque... mi è piaciuto? Sì, decisamente, anche se non posso certo dire che sia il mio preferito della filmografia di Tarantino.
Una piccola nota, o meglio un consiglio prima di fare qualche considerazione spoilerosa: per apprezzare al meglio questo film, è fondamentale affrontarlo con una piena conoscenza della tragica vicenda di Cielo Drive dell'agosto del '69. Ecco, senza conoscere quella storia, "C'era una volta a... Hollywood" perde davvero tanto...


(SPOILER)

sabato 19 ottobre 2019

Napoli Mai Retorica

Napoli è una città che non lascia spazio ad alcuna retorica, perché Napoli è una città oggettivamente particolare, oggettivamente bella. E oggettivamente piena di luoghi comuni. Io stesso, da campano, mi sono trovato spesso e volentieri a criticare un certo tipo di atteggiamento che, col tempo, ho imparato non a capire, ma a collocare. Una città come Napoli è e deve essere un capitolo a parte.
La città di Napoli non è però Gomorra, perché Gomorra è un'altra cosa. Gomorra è la Mafia/Camorra/Ndrangheta che infesta non una città ma un Paese intero. 
Napoli non è scippi e scassi, perché quelli, purtroppo, li troviamo ovunque, in ogni zona delle nostre città, perfino dei nostri piccoli paesi; sono originario di un paese di poco più di 3000 anime, e vi assicuro che i furti in casa sono all'ordine del giorno, così come sono all'ordine del giorno in città all'apparenza più sicure, le cui periferie, spesso abbandonate a se stesse, cadono vittime del degrado nazionale. Sì, Nazionale
Napoli non è monnezza, perché, vi assicuro, facendovi un giro per la città, dalla stazione alla metro fino alle strade, vi sorprendereste della situazione. La monnezza c'è stata, in qualche zona c'è ancora, forse ci sarà in futuro, ma etichettando Napoli con l'immondizia non solo diremmo una falsità, ma saremmo poi costretti a fare lo stesso parallelo con città come Roma, che, come Napoli anni fa, ha un problema attuale con l'immondizia, colpa di amministrazioni sbagliate. Il che è diverso, diversissimo dal dire che Roma è monnezza.

martedì 8 ottobre 2019

Nell'Erba Alta (2019)

Le riflessioni del mio ultimo post, quello della supremazia del romanzo rispetto al cinema, le ho scritte di getto dopo aver visto "Nell'Erba Alta", il film Netflix tratto dall'omonimo racconto di Stephen King scritto a quattro mani col figlio (Joe Hill). In questo ennesimo adattamento di un'opera di King (e figlio), ancora una volta troviamo poco o niente dell'atmosfera e del senso del racconto. A parte un inizio interessante, il film di Vincenzo Natali (di cui ho apprezzato molto "Cube - Il Cubo"), infatti, prende presto una piega diversa, come accade a molti film e serie tv tratti da romanzi e racconti (non solo di King), e in breve tempo anche noi ci troviamo disorientati lì tra l'erba alta, tra un grido di aiuto proveniente da chissà chi sperduto - come noi - lì dentro, e un altro grido, ben più forte, proveniente dal nostro cervello, che ci invita ad abbandonare la visione. Ma io, di film, ne ho abbandonati veramente pochi. E allora, ignorando ciò che mi suggeriva la ragione, ho continuato a guardare, arrivando ben presto alla conclusione che, come accade in tanti prodotti simili, il regista ci ha provato, ma senza riuscirci. La storia, come già detto, a un certo punto diventa confusionaria, facendoci abbandonare qualsiasi interesse per i poveri personaggi gettati nell'erba alta, a cui non riusciamo ad affezionarci neanche un po', perché non presentati a dovere, buttati lì, appunto, nel verde frusciare tanto per...
Film, quindi, bocciato del tutto? Forse non proprio. 
Da amante degli Horror di un certo spessore, e da fedele lettore dello Scrittore del Maine, mi sentirei decisamente di sconsigliare la visione ad altri fedeli lettori come me (e che da fedeli lettori non accetteranno il consiglio e, curiosi, lo vedranno comunque); per tutti gli altri, un'occhiata la consiglierei. Con tutto lo schifo che passa sotto l'etichetta Horror, questo potrebbe addirittura passare per qualcosa di godibile. Beh, quasi.
(VOTO: 5 - Armatevi di Falci) 

lunedì 7 ottobre 2019

La Supremazia del Romanzo ai Tempi del Cinema

Cosa penalizza così tanto gli adattamenti cinematografici di un buon romanzo o di un buon racconto? Come mai è così difficile vedere opere cinematografiche all'altezza del romanzo da cui sono tratte?
Da fan di Stephen King mi sono trovato spesso e malvolentieri di fronte a robaccia tratta dalle sue opere, e forse proprio grazie a questa mia passione per lo Scrittore americano la risposta alle domande poco sopra mi è sempre sembrata abbastanza scontata. È infatti difficile, se non davvero impossibile, adattare un'opera scritta e descritta in centinaia di pagine, a volte anche un migliaio, in un film di un paio d'ore. Oltre alla questione meramente riassuntiva, ce n'è un'altra ancora più importante: come si potrebbero mai mettere in mostra quelli che sono i pensieri, le sensazioni, le intuizioni dei protagonisti di un romanzo lì in un film, in una scena girata, da mostrare allo spettatore? Insomma, sto parlando di passaggi del tipo (metto i più classici e semplici) "Tizio provò un brivido"; oppure "Caio avvertì una spiacevole sensazione allo stomaco, come un tuffo"; o ancora "Era tutto lì, davanti a lui, nel profondo dei suoi occhi blu". Ecco... sta tutta qui la grandezza di un romanzo che non potrà mai e poi mai avere un'opera cinematografica all'altezza. Ed ecco perché, e chi conosce King lo sa bene, i romanzi dello Scrittore Horror più famoso al mondo non potranno mai avere film o serie tv a rendergli giustizia.
E a parte King, le cui opere sono spesso praticamente impossibili da adattare visivamente proprio per quella sua quasi maniacale attenzione alla psicologia dei personaggi, troviamo esempi di questa difficoltà, anzi impossibilità, anche in opere all'apparenza più semplici. Mi viene in mente ad esempio "Harry Potter", in cui troviamo proprio una certa fedeltà dei film ai romanzi nelle prime battute della Saga, tanto da reggere anche abbastanza bene, ma che quando poi comincia a farsi più complessa e approfondita, inizia a perdere miseramente il confronto.
Morale della favola? Non ce n'è una. C'è soltanto il consiglio, che poi è in definitiva una banalità, di leggere, preferibilmente prima, sempre il romanzo dell'opera che poi sarà trasformata in film o serie.
Schifezze a parte; quelle fanno cagare su qualsiasi supporto. 

sabato 5 ottobre 2019

Undone (Stagione 1)

Il Tempo è uno degli argomenti che più mi affascinano a livello narrativo. Ed è proprio il Tempo e la sua probabile, presunta elasticità ciò che si affronta in "Undone", la Serie originale Amazon Prime creata da Kate PurdyRaphael Bob-Waksberg, quest'ultimo anche ideatore di un altro prodotto che amo e di cui sto aspettando la sesta e (ahimè) ultima Stagione, "Bojack Horseman"
La prima particolarità di Undone è il fatto che è girata in Rotoscope, tecnica di Animazione che si usa per ricreare un realismo nelle figure umane molto marcato, che parte infatti da scene ricalcate a partire da scene filmate precedentemente. Già questo basterebbe per rendere la Serie un prodotto molto interessante. Ma, ovviamente, oltre alla forma conta anche e soprattutto la sostanza, e in questa Serie ce n'è davvero tanta.
La storia, fondamentalmente, parla della giovane Alma, che dopo un incidente d'auto quasi mortale scopre di avere... un potere? No, forse non è la parola giusta. La sua relazione con la vita, sua e degli altri, con il mondo che la circonda, con il tempo che la avvolge, cambia radicalmente. Questo anche grazie a suo padre, morto anni prima per via di un altro incidente d'auto, che adesso vede, sente, e con cui interagisce, fino a cercare di aiutarlo per capire, e magari impedire, la vera causa della sua morte. Il rapporto di Alma con suo padre, con la sua famiglia, col suo fidanzato, e con quel Tempo che forse non è così lineare come ci appare, e come appariva a lei prima dell'incidente, fanno sì che la storia ci incuriosisca e rapisca, e ci spinga a voler capire chi è veramente Alma: una persona speciale o, semplicemente, una pazza?
Con Rosa Salazar nel ruolo della protagonista, e il mitico Bob Odenkirk (Saul, sei tu?) in quello del padre, Undone è stata una gran bella scoperta, che vi consiglio di guardare vivamente. Ora, adesso, domani. O ieri. Fate voi.
(VOTO: 8,5 - L'importanza di saper spostare chiavi)