A Natale ho ricevuto questo libro da mia cognata, e dopo un bel po' di tempo passato tra letture orrorifiche, fantascientifiche e, come dicono quelli più bravi, weird, mi sono rituffato in un thriller. "La Psicologa", di B. A. Paris, ci porta in una sorta di residence chiuso e sicuro alla porte di Londra, dove le case sono schierate in circolo e tutto sembra perfetto. Alice, infatti, quasi non crede di aver avuto così tanta fortuna, insieme al suo compagno, nel trovare una casa in quel posto a un prezzo così ragionevole. Il motivo di quel colpo di fortuna, però, viene presto a galla: in quella casa è stato commesso un brutale omicidio. Ecco allora che Alice comincerà a raccogliere sempre più informazioni sull'omicidio, fino a diventarne quasi ossessionata anche per colpa del comportamento alquanto strano degli altri abitanti del Circle nei confronti della vicenda...
Scritta in prima persona (dal punto di vista di Alice), la storia viene intervallata da alcuni (pochi) capitoli ambientati nel passato, che ci fanno fare la conoscenza della psicologa oggetto del titolo. E se inizialmente ci sembreranno frammenti un po' sconnessi da quello che sta accadendo nel presente, nel finale tutto acquisterà un senso, in una sorta di colpo di scena.
Il libro si legge con facilità, è molto scorrevole, e la lettura alla fine risulta comunque godibile. A parte qualche problema, a mio parere, nella costruzione della credibilità della storia e, soprattutto, di alcuni personaggi; punto sul quale tornerò a fine post, dopo il voto, per dire la mia in poche righe ovviamente spoiler che consiglio di leggere solo a chi ha letto il libro o a chi non fosse interessato.
"La Psicologa" è dunque un libro che regala qualche buona scena di tensione, incuriosisce il giusto, ma forse manca, come detto, di un pizzico di credibilità che l'avrebbe infine reso davvero buono.
VOTO (da 1 a 5): 📙📙📙 - Detective per caso
*** SPOILER ***
Dicevo del problema di credibilità dell'intera storia.
Oltre alla facilità con la quale la protagonista si interessa decisamente troppo al caso dell'omicidio, riguardo poi il vero omicida il problema è a mio parere non trascurabile: se spingi la tua potenziale nuova vittima (Alice) verso l'interessamento al caso della morte di Nina (che tu hai ucciso), tanto da far diventare per lei quel caso una vera e propria ossessione, come puoi mai presentarti come un detective al soldo della sorella del marito di Nina (il più che sospettato vero omicida per inquirenti e tutti gli altri) quando questo marito di Nina di sorelle... non ne ha?! Cioè, se spingi qualcuno a interessarsi al caso in quella maniera, è ovvio che quel qualcuno, scavando e cercando notizie ovunque, alla fine rischierà di trovare con una certa facilità la verità riguardo la sorella del marito della vittima, colpevole per tutti, ovvero che di sorelle non ne ha nessuna. E, se proprio quel qualcuno (Alice) non dovesse arrivare a quella notizia, l'errore del vero omicida sarebbe comunque grave: visto che devi fingerti qualcuno per avvicinare 'sta Alice, non dovresti correre il rischio di spacciarti per un detective ingaggiato dalla sorella del vero sospettato quando il sospettato di sorelle non ne ha. Un errore banale, grave, che rischierebbe di farti saltare il piano dopo cinque minuti.
Eppure è andata proprio così...
Eppure è andata proprio così...
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