giovedì 31 luglio 2014

American Horror Story: Coven

Di tutte e tre le Stagioni di “American Horror Story”, questa è senza dubbio la mia preferita. Una storia più lineare rispetto alle altre ma allo stesso tempo ricca di spunti e passaggi interessanti. Anche qui ritroviamo molti degli attori delle prime due Stagioni in ruoli totalmente diversi in una storia radicalmente diversa, particolarità, questa, che premia sicuramente la Serie, rendendola così mai noiosa o ripetitiva. 
“Coven”, questo il titolo di questa Terza Stagione tutta al femminile, racconta le vicende di una Congrega di Streghe nei giorni nostri, con un immancabile occhio nel passato che, ovviamente, ritorna nel presente. Dopo un inizio molto forte (e una sigla fantastica, la più bella finora), le tinte horror probabilmente sfumano leggermente, ma senza far danno alla Serie. Le quattro Streghette principali hanno tutte poteri diversi: la dolce e tranquilla Zoe è una Vedova Nera, ovvero capace di uccidere (inconsapevolmente) la persona con la quale ha un rapporto sessuale; Queenie, ragazza di colore decisamente in sovrappeso, ha la capacità di usare il suo corpo come una vera e propria Bambola Voodoo; la starlette libertina Madison è un genio della telecinesi; infine Nan, ragazza con la Sindrome di Down estremamente intelligente, chiaroveggente e con il dono della lettura del pensiero. Le quattro sono sotto la custodia di Cordelia (Sarah Paulson), figlia della Suprema. Il rapporto tra madre e figlia non è certo dei migliori, come ci fa subito capire la prima puntata, e sarà uno dei risvolti più interessanti della Stagione. 
Nei panni di Fiona Goode, la Suprema, troviamo la sempre eccellente Jessica Lange, ormai pronta a passare il testimone a una delle nuove Streghe. Pronta si fa per dire, perché Fiorna sembra proprio non volerne sapere di abdicare. 
Tra magia nera, roghi e ritorni dall’aldilà, con altri personaggi inquietanti e interessanti come la razzista Seriel Killer Delphine LaLaurie e la Strega Negromante Misty Day, la Stagione arriverà allo splendido finale senza sgonfiarsi, in cui scopriremo se Fiona si sarà finalmente arresa all'arrivo naturale della nuova Suprema.
(VOTO: 9+ - Viva le Streghe) 



American Horror Story: Asylum

Era difficile trovarsi di fronte a una seconda Stagione di “American Horror Story” all'altezza della precedente. Gli autori, però, rimescolando tutte le carte, ci sono riusciti alla grande. Cambia la storia, radicalmente, che non ha più nulla a che fare con la precedente. Non ci troviamo più a fare i conti con una casa infestata, ma con un altrettanto inquietante posto: un manicomio. Il tutto ambientato nel 1964. Non cambia gran parte del cast, alle prese con l’interpretazione di altri personaggi. Jessica Lange, per esempio, è qui la severissima Suor Jude, “capo” del manicomio, che sulle note di “Dominique” ci farà precipitare in una spirale di orrore e cattiveria senza via d’uscita. O forse sì.
Non manca ovviamente la parte paranormale: la prima puntata ci mette subito di fronte ai rapimenti alieni. È così che Kit Walker (Evan Peters) si ritroverà rinchiuso nel terribile Istituto di Briarcliff, in attesa di una probabile pena di morte per l’uccisione della sua amata moglie; del resto, chi può mai parlare di rapimenti alieni? Un pazzo, appunto.
Le possibilità di salvezza di Kit s’intrecceranno con quelle di altri disperati rinchiusi nel manicomio, alcuni innocenti, altri un po’ meno, e passerà per le mani di personaggi via via sempre più inquietanti, come il Dottor Arthur Arden, il Monsignor Timothy Howard e il Dottor Oliver Thredson, senza mai dimenticare  Suor Jude (ancora una volta straordinaria Jessica Lange) e la sua dolce discepola, l’innocente Suor Mary Eunice, che dopo un esorcismo (non manca neanche quello) non sarà più la stessa. 
Un grande Finale di Stagione chiude in maniera impeccabile l’Asylum, e ancora una volta ci mette di fronte all'enorme divario tra le fiction italiane e quelle di altri Paesi, in cui c’è l’imbarazzo della scelta nel decidere quale delle parti che le compongono siano più belle: la storia, i dialoghi, la fotografia, gli attori e le loro interpretazioni.
(VOTO: 9 - Follia Lucida)



mercoledì 30 luglio 2014

7 Psicopatici (2012)

Dopo aver apprezzato “In Bruges” di Martin McDonagh, non ho potuto fare a meno di guardare il secondo (e ultimo, per ora) film dello stesso regista. In “7 Psicopatici” troviamo sempre Colin Farrell, qui nei panni di Marty, uno scrittore irlandese alcolizzato alla ricerca dell’ispirazione per il copione di un film, dal titolo, appunto,“7 Piscopatici”. Ad aiutarlo troviamo il suo amico Billy, che non se la passa certo meglio. La ricerca dei 7 psicopatici da includere nel film non sarà poi tanto difficile, in un mondo dove imbattersi in uno psicopatico è, spesso, fin troppo semplice. Se poi ci mettiamo il rapimento di un cane sbagliato e un annuncio su un giornale... 
Il film si apre con una scena che subito rapisce. Troviamo immediatamente uno dei sette, il Jack di Quadri. Lo scrittore, che si ritroverà ben presto catapultato dalla fantasia alla realtà, riuscirà pian piano ad avere ben chiaro il quadro dei protagonisti. Riuscirà pure a realizzare fino in fondo il suo film? Per vederlo, ovviamente, bisognerà arrivare per davvero fino in fondo, oltre i titoli.
Bello anche il personaggio interpretato da Christopher Walken. Il finale è drammaticamente divertente quanto tutto il film che, a mio parere, non è inferiore a “In Bruges”. Da vedere.
(VOTO: 7+ – Qua la zampa)

martedì 22 luglio 2014

Il Ritorno di Utopia

"Utopia" riparte così come l'avevamo lasciata. Il Primo Episodio della Seconda Stagione è a dir poco straordinario... e si apre con scene molto familiari a noi italiani: le immagini dell'assassinio di Aldo Moro e l'annuncio in TV di Bruno Vespa. Assurdo? In questa Serie TV tutto è assurdo e allo stesso tempo assurdamente credibile. E parlando di cose assurdamente credibili, proprio nelle prime scene della puntata (girate in 4:3) ambientate in Italia, ritroviamo un altro personaggio a noi familiare: Mino Pecorelli. Cosa c'entra l'omicidio di Pecorelli con "Utopia"? C'entra... o meglio, può c'entrare...
Straordinaria Premiere, con una scena che ho trovato assolutamente struggente e simbolica nello sviluppo di uno dei personaggi più riusciti della Serie: le mani tese del piccolo Pietre verso suo padre nell'inferno rosso nel quale si ritrova...
Dal tuffo nel passato (esaustivo al punto giusto), dal Secondo Episodio si tornerà nel presente. Personaggi, Violenza, Fotografia, Colonna Sonora, Storia... anche nella Seconda Stagione "Utopia" sembra promettere piccole (solo 6 episodi anche stavolta) grandi cose.

domenica 6 luglio 2014

Homeland (Stagione 3)

In una storia che pian piano si allungava e diventava sempre più difficile da gestire, era naturale l’arrivo di una flessione. È quello che è successo, secondo me, a “Homeland”, arrivato alla Terza Stagione. Già dai primi episodi si comincia ad avvertire un certo senso di piattezza, interrotto finalmente da un buon colpo di scena che sembra rimettere tutta la Stagione in carreggiata. Ma non basta. Brody è un personaggio ormai molto complicato da gestire, nonostante gli sforzi degli Autori che, ovviamente, lo sanno bene.    
La Terza Stagione vede una Carrie ancor più protagonista, con un Nicholas Brody, appunto, che stenta a emergere, cercando di tornare protagonista negli ultimi episodi.
Le crisi adolescenziali della figlia dell’ex marine all'inizio della Stagione non aiutano la Serie. Poi, ripeto, “Homeland” sembra ripartire, ma con la sensazione di non poter fare di più rispetto alle due Stagioni precedenti. Così è.
Il Finale di Stagione potrebbe essere un discreto finale di tutto, ma non passerà molto tempo prima dell'annuncio di una Quarta Stagione. E sinceramente non so cosa aspettarmi.
(VOTO: 6+ - Cacciata la Spia)