Eccolo, il libro dalla copertina che ha avuto il potere di farmi rispolverare una storia che per me, dopo il primo capitolo di quella che poi si è rivelata una Trilogia, era morta e sepolta: "L'Ultima Missione di Gwendy". La copertina di questo libro, infatti, richiama chiaramente quella che per me è l'opera più bella di Stephen King: "La Torre Nera". E allora potevo mai perdermela?
Dopo il brutto secondo capitolo (e un primo così così), in questo atto conclusivo torna lo zio Steve, e le cose vanno un po' meglio. Non siamo di fronte a un capolavoro, ma la storia di questa ultima missione di Gwendy si lascia leggere con curiosità (al contrario del precedente), fino ad arrivare a un finale che va a chiudere un cerchio forse un po' troppo largo.
Rispetto al secondo libro, "La Piuma Magica di Gwendy", si va ancora più in avanti nel tempo, addirittura più avanti rispetto al presente. È una storia quindi ambientata in un futuro molto prossimo (il 2026, con flashback anche in anni precedenti), e in cui infatti riecheggia forte e chiaro il COVID. Qui però la nostra Gwendy, al contrario del capitolo precedente, non la troviamo al massimo delle forze. Professionalmente al top, la ritroveremo infatti a fare i conti con problemi di salute decisamente importanti, e che metteranno in seria discussione la sua missione. Una missione fondamentale, vitale, talmente importante che dovrà viaggiare molto, molto in alto per poterla portare a compimento...