Ieri, come tanti, ho festeggiato la splendida vittoria della nostra Nazionale sui tedeschi, sempre fieri, spavaldi e sicuri della loro forza; sempre puntualmente bastonati e rispediti a casa (a volte, come nel 2006, tornati a piedi) dai mafiosi mangiaspaghetti italiani. Insomma, contro la Germania è sempre bello vincere, soprattutto quando vai a rileggerti le dichiarazioni dei giorni precedenti, quelle come "Stavolta non c'è storia, siamo più forti noi", o "Non ci siamo allenati ai rigori. Non ce ne sarà bisogno" (infatti...).
Adesso c'è la Spagna, ma soprattutto... c'è la Finale. Una partita a parte. Spagna o Grecia, la Finale di un Campionato Europeo (o Mondiale) è una partita che si stacca completamente dal torneo in corso, una partita che ha una storia tutta sua. Inutile quindi fare previsioni, rifarsi ai precedenti (quello lo facciamo e lo faremo soltanto con la Germania) o star lì a vedere chi è più in forma di chi. Speriamo soltanto che la storia della Finale si tinga d'azzurro.
Per il resto, in queste ore, ho letto e ascoltato le esternazioni di molti italiani che, ergendosi ancora una volta a pseudo-intellettuali col pallino della crisi 24 ore su 24, hanno manifestato tutta la loro indignazione per i festeggiamenti del dopo Italia-Germania 2-1. Insomma, in un periodo così la gente scende in piazza per festeggiare la vittoria in una partita di calcio! Che orrore...