Stavolta, per spendere qualche parola sull'ultimo libro di Stephen King, "Later", voglio partire dalla fine: nonostante sia un suo grande fan, ho sempre ammesso che di solito i finali di King mi lasciavano quasi sempre un po' perplesso, spesso deluso. Ed è proprio per questo che stavolta voglio iniziare ad esprimermi sul finale, perché "Later", nella sua parte conclusiva, non mi ha deluso affatto.
Specifichiamo però una cosa: a me il libro è piaciuto, certo, ma credo ci sia bisogno di sottolineare che a mio parere si tratta comunque di un romanzo piuttosto semplice rispetto al King classico di qualche anno fa. Il fatto che tutta la storia raccolga soltanto una manciata di personaggi, poi, la dice lunga su quanto possa sembrare un libro poco kinghiano allo zoccolo duro dei fan dello Scrittore. Una storia che conta dunque pochi personaggi, e che, se vogliamo analizzarlo fino in fondo, non ne esplora nemmeno poi tanto le vite, il passato, i rapporti. Ma questo, credo, potremmo anche giustificarlo con il fatto che il romanzo sia scritto in prima persona. Il protagonista è infatti il giovane Jamie Conklin, che, senza fare alcuno Spoiler come sempre, scopriremo avere un dono. Questa sua particolarità, e che sposterà questo romanzo sul piano del paranormale (tra l'altro il protagonista ci terrà più volte a sottolineare che si tratta di una storia dell'orrore), lo porterà inevitabilmente a vivere situazioni che avrebbe sicuramente evitato volentieri, e che gli faranno capire ben presto che la linea tra bene e male non è poi sempre così marcata. Soprattutto se si varcano certi limiti.