mercoledì 24 giugno 2020

L'Attacco dei Giganti (Stagione 1)

È difficile parlare di un Anime come "L'Attacco dei Giganti" senza fare Spoiler, ma ci proverò...
Siamo di fronte a una delle Serie Animate più belle degli ultimi anni, tratta dall'omonimo manga, in cui si raccontano le vicende dell'umanità in un mondo dove pochi superstiti vivono all'interno di città circondate da altissime mura difensive, per far fronte all'improvvisa comparsa dei Giganti, enormi creature dalle sembianze umane che divorano gli uomini senza alcun motivo; o almeno così sembra. Seguiremo così soprattutto le sorti di Eren Jaeger, della sua sorella adottiva Mikasa Ackermann, e del loro amico d'infanzia Armin Arlert. E la storia si aprirà proprio con la comparsa, nella loro città, del Gigante Colossale (il più grande e maestoso di tutti) e del Gigante Corazzato, che apriranno una breccia nelle Mura più esterne permettendo così l'invasione di altri Giganti (ne esistono di varie dimensioni) che porteranno alla distruzione dell'intera città, e a scene strazianti e raccapriccianti che cambieranno per sempre la vita del giovane Eren.
Già da questo primo episodio capiamo bene a cosa andremo incontro. I Giganti sono creature misteriose (da dove vengono?), fameliche, incontrollabili e quasi invincibili, che divorano gli esseri umani, come detto, senza un apparente motivo. La totale mancanza di un'apparente coscienza nelle loro espressioni, poi, li rende ancora più spaventosi. Eren e i suoi compagni, allora, ben preso si arruoleranno e cominceranno a combatterli grazie a delle tecniche di grande effetto visivo, che rendono l'Anime ancora più bello. 
Ma non è tutto...

lunedì 22 giugno 2020

Muori Papà… Muori! (2018)

"Muori Papà… Muori!" del giovane regista russo Kirill Sokolov, è una sorta di Commedia Dark divertente e volutamente esagerata. Ed è proprio questa esagerazione cinematografica a far sì che un dramma familiare cupo e violento ci appaia come una divertente (o quasi) commedia: il giovane Matiev, infatti, su richiesta della fidanzata Olya, si presenta a casa della famiglia di quest'ultima con un martello nascosto dietro la schiena. Obiettivo di quel martello (e di Olya) è proprio l'uomo che gli aprirà la porta, ovvero Andrei, padre della ragazza e noto poliziotto di Mosca. In un crescendo di tensione, i due si esibiranno in una (non troppo tranquilla) chiacchierata tra suocero e genero, che sfocerà ben presto in una lotta efferata senza esclusione di colpi. E di corpi.
Da qui partirà una spirale di violenza e sangue in cui emergerà anche tutta l'ispirazione del giovane regista a cineasti come Tarantino Park Chan-wook, e se da una parte rappresenterà la forza dirompente del film, allo stesso tempo, col passare dei minuti, ne diventerà anche la debolezza, visto l'inevitabile calo della tensione dopo un inizio col botto.
Per apprezzare questo film, ovviamente, ci sarà bisogno di sorvolare su alcuni passaggi forse un po' forzati, ma proprio per questo più che passabili. Tutto è forte, esagerato, perché "Muori Papà... Muori!" è stato confezionato volutamente così, fino al folle finale imbrattato di sangue.
(VOTO: 7 - Tutto in Famiglia... alla Russa)

domenica 21 giugno 2020

Dylan Dog OLDBOY #1

In attesa dell'ultimo numero del mini-ciclo 666 del Dylan Dog canonico (se proprio vogliamo chiamarlo così, ormai), ho apprezzato molto il Numero 1 del "nuovo" formato che ha fatto il suo esordio questo mese, Dylan Dog Oldboy, che andrà a sostituire il "Maxi Dylan Dog Old Boy", con un totale di 192 pagine e 2 Storie complete (finalmente!), a cadenza bimestrale.
In queste 2 Storie inedite troviamo il nostro caro, vecchio Dylan con i suoi cari, vecchi compagni a cui tutti siamo affezionati. Si tratta quindi del "mondo" in cui Bloch non è ancora andato in pensione, Groucho è sempre Groucho, e non vi sono tracce dell'Ispettore Carpenter e di Rania Rakim.
Nella prima Storia, "Il Migliore dei Mondi Possibili", Dylan Dog si trova a vivere in una Londra molto particolare: l'intera Inghilterra, infatti, è sicura e pulita, e a parte un unico, grande problema, risolvibile però grazie a degli specifici occhiali, sembra un mondo quasi perfetto. Forse troppo. Che fine hanno fatto, infatti, tutti gli anziani? Perché non ve n'è traccia? Sarà dunque il nostro Indagatore dell'Incubo a scoprirlo, in quello che potrebbe sembrare un episodio di Black Mirror.
Nella seconda Storia, "La Solitudine del Serpente", ci troviamo invece in un mondo che ci è molto più familiare. Un killer spietato e senza faccia uccide persone innocenti, privandole barbaramente del loro volto. Dylan e Groucho, allora, indagheranno insieme a Bloch (toccato nel profondo dalla vicenda, vista la perdita di un suo caro amico) per far luce sulla vicenda.
Insomma, un buon "nuovo inizio" per chi è affezionato al vecchio Dylan (tra l'altro pieno di citazioni), e per chi, come me, sta anche cercando di capire dove ci porterà il nuovo ciclo dopo il 406 della Serie Regolare.
(VOTO: 7 - Oldboy tutto attaccato)

venerdì 19 giugno 2020

Ingiuste Soppressioni

Disastro, sciagura, orrore! Mi hanno cambiato (ed eliminato) le pagine del Televideo RAI!
Così come scrivevo qualche tempo fa qui, nonostante l'avvento di Internet, smartphone e compagnia bella, ancora oggi un giro sul Televideo me lo facevo sempre più che volentieri. E così ho fatto anche un paio di giorni fa: dopo aver letto l'Ultim'ora sulla 101, ecco passare alle Ultime 24 Ore di Ultim'ora sulla 102, per poi passare come sempre alla Prima, la 103. Sorvolando la pagina Politica alla 120, e quella dell'Economia sulla 130 (era notte fonda, abbiate pietà), sono passato quindi direttamente a quella Dall'Italia, la 140. Ora: chi non è più un ragazzino si ricorderà che un tempo, con i televisori a scatolone, per passare da una pagina all'altra ci si impiegava un po' di tempo. I numerini delle pagine giravano e giravano, fino a fermarsi sulla pagina che si aveva digitato. Oggi, con le nuove TV, il passaggio alla pagina selezionata è immediato. E allora perché, digitando quel 140 sul mio bel telecomando, le Notizie dall'Italia non arrivavano? Perché mai?! Gli occhi mezzi chiusi per la stanchezza mi si sono magicamente riaperti, e presa in mano la situazione ho deciso di passare alle maniere forti: passare da RAI Uno a RAI 2! Magari, ho pensato, sulla Prima Rete Nazionale il Televideo si era impallato... che ne so! E invece niente. Anche sul Televideo di RAI 2 la situazione era la stessa! La pagina 140 non mi si caricava! Calma, sangue freddo, sono passato allora alla 150, le notizie Dal Mondo. E dopo un primo sospiro di sollievo, visto che la pagina mi si era caricata, ecco la doccia fredda: niente più Dal Mondo sulla 150, ma... Focus! Come Focus?! Cosa diavolo vuol dire Focus? Dove sono le mie Notizie dal Mondo?! Dov'è Kim Jong-un? Dov'è Trump? Dannazione...

giovedì 18 giugno 2020

La Gioia di Sbagliare

Ammetto di essere stato una cosiddetta Vedova di Sarri, perché io il Napoli di Maurizio Sarri l'ho amato alla follia, e non rinnegherei mai questo mio amore per quel gioco, per quella filosofia, per quel Comandante. Un Comandante che, per colpa sua, di De Laurentiis, o di chissà chi, a un certo punto ha deciso di smettere quei panni ed entrare all'interno di quel Palazzo a cui appena un anno prima aveva provato l'assalto... dalla porta principale. Entrare in quel Palazzo dopo un bel volo in elicottero, con la porta spalancata, in giacca e cravatta. Ma in quel momento, dopo che il mio ex Comandante ha varcato quella soglia senza più il coltello tra i denti, ma con dei mocassini ai piedi, il mio amore per il suo Napoli non è cambiato di una virgola. È cambiato però il mio amore nei suoi confronti. Ed è inutile star qui sempre a ricordarmi che si tratta di professionismo, di lavoro. Sì, è inutile. Perché al professionismo si contrappone il mio tifo, e nel mio tifo non c'è nulla di professionale, nulla di lavorativo, nulla di coerente. Io tifo, ci rimetto addirittura soldi per questa mia passione, e quindi niente... se Sarri va alla Juventus rivendico il diritto di incazzarmi e di cambiare opinione nei confronti di un professionista. Perché, ribadisco, non scrivo per un giornale, non commento partite in televisione, non mi occupo di pubbliche relazione nel mondo del calcio. Sono semplicemente un tifoso, di quelli che ieri, dopo il rigore di Milik, hanno urlato come dei pazzi, sono usciti fuori al balcone, e nella foga hanno insultato pure gli avversari (di una vita) beccandosi (più che giustamente) insulti di ritorno. 

mercoledì 17 giugno 2020

Artemis Fowl (2020)

Avendo letto soltanto i primi tre libri della serie di Eoin Colfer, tra l'altro un po' di tempo fa, ho affrontato la visione di questo nuovo film della Disney non da lettore preparato, ma da semplice appassionato di genere, e comunque da amante di quel personaggio, che mi è sempre piaciuto. Questo per dire subito che non farò parallelismi con i libri, un po' perché non sarei così preparato (anche se non servirebbe esserlo in questo caso), un po' perché, dopo aver visto l'ora e mezza del film, penso sia del tutto inutile paragonarlo a qualsiasi cosa che possa definirsi "storia".
"Artemis Fowl" è una delle cose più brutte che abbia visto nell'ultimo periodo. Pubblicizzato alla grande, il film di Kenneth Branagh è di una piattezza imbarazzante. Trama sbrigativa (e brutta, davvero brutta), confusa, con personaggi che sembrano buttati lì per caso, a cominciare dal ragazzino "genio del crimine" (ma de che?!), alla ragazzina che "avrebbe dovuto metterlo in riga" (dov'è?!), fino al Comandante Tubero, ovviamente stravolto in tutto (perché rispettare le idee originali dell'autore?!), e con una povera Judi Dench evidentemente in difficoltà, forse perché, dall'alto della sua esperienza da attrice, ben conscia di ciò che stava recitando. E che dire delle scene tagliate? Scene che compaiono addirittura nel trailer, ma di cui non si ha traccia nel film. Un film in cui manca davvero tutto, tanto da risultare (scene tagliate a parte) evidentemente incompleto, con enormi voragini di sceneggiatura su cui è meglio sorvolare... alto, molto in alto. E persino gli effetti speciali, che avrebbero dovuto colpire molto lo spettatore, per il mondo fantastico creato da Colfer, mi sono sembrati... scaduti.
Avessi letto tutta la serie di libri, probabilmente sarei stato ancor più drastico e cattivo con questo scempio cinematografico. E parlando di cinema: che fortuna per la Disney la coincidenza della pandemia con la probabile uscita al cinema di questo film, perché credo proprio che al botteghino sarebbe stato un autentico disastro.
Ma in tutto ciò, qualche nota lieta? Direi di sì. Una e soltanto una: il personaggio di Bombarda Sterro, ben interpretato da Josh Gad, spicca senza alcuna difficoltà sul piattume generale del film. Ma ovviamente ciò non basta per regalare neanche un voto in più a quello che reputo, per quanto mi riguarda, il film della Disney più brutto che abbia visto in vita mia. 
(VOTO: 4 - Hanno ucciso Artemis Fowl)

domenica 14 giugno 2020

Curon (Stagione 1)

Finalmente una Serie TV italiana dalle tinte Horror/Dark, e quindi non potevo proprio perdermi il nuovo prodotto di Netflix, "Curon". Certo, visto che il Trailer non mi aveva proprio convinto, ero preparato al peggio. E forse questo mi ha aiutato parecchio nel giudizio finale arrivato dopo questi 2 giorni di visione dei 7 episodi totali di questa Prima Stagione
Ma di cosa parla esattamente "Curon"? Siamo ovviamente nella splendida cornice di Curon Venosta, il piccolo paese in provincia di Bolzano col suo caratteristico campanile che spunta dal lago di Resia, lago artificiale che nasconde nelle sue profondità l'antico borgo di Curon, spostato poi più a monte. Qui, insieme ai suoi due figli gemelli diciassettenni Daria e Mauro, torna Anna, una donna milanese che aveva abbandonato il suo paese nativo proprio 17 anni prima. Suo padre Thomas, nonno dei ragazzi, non vede però di buon occhio questo ritorno, e accetta malvolentieri di ospitarli nel tetro albergo di sua proprietà. Neanche il tempo per i giovani ragazzi di ambientarsi, e Anna scompare misteriosamente. E sarà proprio la ricerca che i suoi giovani figli intraprenderanno, che farà scoprire loro i segreti e i misteri che circondano il paese montano.
Qualcosa di davvero oscuro, infatti, si aggira e si respira a Curon. Scopriremo così che le leggende che si raccontano sul campanile in mezzo al lago, forse non sono poi così campate in aria. 

venerdì 12 giugno 2020

Goodnight Mommy (2014)

Dopo aver visto e apprezzato "The Lodge" di Veronika Franz e Severin Fiala, sono andato subito a recuperare la loro prima opera, "Goodnight Mommy". Il film, così come The Lodge, ruota intorno a pochissimi personaggi: tre in tutto, a parte la breve comparsa di altri due (scena che avrei evitato, uno dei difetti del film). Siamo infatti in una casa isolata in campagna, dove due gemelli aspettano il ritorno della loro mamma dopo un'operazione di chirurgia plastica al volto. La donna si presenta ai figli col viso completamente coperto di bende, e ben presto i due piccoli cominceranno a dubitare della sua identità. Da questo dubbio si scateneranno gli eventi (ancora una volta tragici) all'interno della famiglia.
Così come nel loro film successivo, dunque, i due registi mettono in scena un dramma familiare scatenato da un forte trauma. Di nuovo, ancora, assisteremo a un capovolgimento di ruoli che sfocerà in una violenza forse trattata con un po' troppa superficialità. Partito lento (ci mette un po' a carburare), il film avrebbe un buon potenziale, arricchito da una splendida fotografia. Ma quel potenziale, a mio parere, viene sfruttato male. Il maggior difetto di quest'opera, infatti, è una scrittura non all'altezza di una storia soltanto all'apparenza semplice. E laddove si sarebbe potuto gestire molto meglio un "colpo di scena" davvero interessante, ce lo ritroviamo spiattellato lì dopo qualche minuto, semplice, tanto che non mi sentirei neanche di condannare per mancato avviso di spoiler chi eventualmente ne avesse parlato senza avvisare. Insomma... come detto, è un problema di scrittura. Stessa cosa riguardo certi episodi che mettono in mostra gli atti di violenza nel rapporto evidentemente (fin troppo) difficile tra mamma e figli. I problemi in famiglia sono grossi, evidenti, e certe cose che accadono all'interno del film non riesco proprio a comprenderle. Si può scendere sempre a patti con la logica riguardo un'opera cinematografica, ma come sempre... fino a un certo punto. Per non parlare, poi, della scena in cui fanno la comparsa i due personaggi della Croce Rossa: imbarazzante.
Nonostante ciò, non mi sento di bocciare il film, anche perché cerco sempre di paragonarlo a tutto ciò che ho già visto. Resta comunque una punta di delusione per un film che avrebbe meritato una miglior presentazione. Ottime le prove dei due piccoli gemelli.
(VOTO: 6 - Piccole Pesti)

lunedì 8 giugno 2020

Unfriended: Dark Web (2018)

Qualche sera fa avevo voglia di un bel film trash; ogni tanto ci vuole. E allora, scorrendo la lista, mi sono imbattuto in questo "Unfriended: Dark Web", che poi, a dire il vero, viste le premesse non mi sembrava poi essere così trash. Ma ormai c'ero, la trama mi aveva incuriosito, e allora via...
C'è da dire subito che il primo della Saga me lo sono perso, ma questo film si può vedere senza problemi anche senza andare a recuperare il primo capitolo. 
Nel film ci troviamo di fronte a uno schermo del computer, per davvero. Tutto il film ci mostrerà il desktop del computer del protagonista, e tutto quello che farà on line. Un computer, chiariamo subito, rubato. Chiariamo ancora meglio: rubato alla persona sbagliata. Ben presto, infatti, il giovane Matias si renderà conto che in quel computer è nascosto qualcosa di davvero terrificante, e si ritroverà così nelle torbide acque del Dark Web. Il tutto mentre cerca di far pace con la ragazza sordomuta, e chiacchierare con altri suoi amici giocherelloni in videochat. Insomma, non proprio il massimo per gestire una situazione che, ci vuole davvero poco a capirlo, è una situazione di merda. Ma davvero di merda. Ma stiamo vedendo un film, di quelli in cui c'è da far ricorso spesso e volentieri alla nostra bella dose di Sospensione dell'Incredulità, e allora si va avanti. E passa tutto, tra una risata e uno spavento (dei protagonisti). 

sabato 6 giugno 2020

The Lodge (2019)

Mi sono avvicinato a questo film senza particolari aspettative, e cercando di leggere il meno possibile al riguardo. Mi sono ritrovato così di fronte a una storia dark a mio parere ben riuscita. Si tratta di un Horror? Non credo possa definirsi così. Ma una cosa è certa: "The Lodge" mette in scena una tragedia cupa e fredda, fredda come l'ambientazione, di memorie Shininghiane, in cui si svolgono gran parte delle vicende: un lodge in montagna, appunto. 
La storia in breve, senza spoiler: i due giovanissimi figli di Richard, Aidan e Mia, dopo un evento familiare traumatico a cui assisteremo anche noi nei primi minuti del film, vengono convinti dal papà a passare una vacanza in montagna nel periodo di Natale, insieme alla sua nuova fidanzata, la giovane e bella Grace Marshall. Facile immaginare quale possa essere l'atteggiamento dei due ragazzini nei confronti della giovane matrigna. E qui, ovviamente, arriva il genio del papà: perché non lasciare da soli per qualche giorno i suoi due piccoli figlioli con la sua piccola nuova fiamma? Del resto, i figli la odiano, la casa si trova in mezzo al nulla circondata da neve e ghiaccio, e il passato di Grace è tutt'altro che rassicurante. Insomma, Richard Padre dell'Anno 2019.
Dopo questa premessa, arriva il cuore del film: il rapporto tra i ragazzini e la loro nuova matrigna in una situazione che ben presto diventerà... complicata. Non farò spoiler, anche se per com'è messa in scena la storia è molto difficile non fare anticipazioni importanti, perché di snodi cruciali all'interno del film ce ne sono parecchi. 

giovedì 4 giugno 2020

Stephen King - Se Scorre il Sangue

L'ultimo lavoro di Stephen King, "Se scorre il Sangue", è una raccolta di 4 racconti lunghi, o meglio, 3 racconti e un romanzo breve. Quattro Storie in cui il Fedele Lettore dello Scrittore Americano si ritroverà subito a suo agio. Ma quali sono, queste Storie? 
Senza fare alcuno spoiler, diamogli subito un'occhiata:
- Il Telefono del Signor Harrigan: in questa prima Storia troviamo il racconto in prima persona di Craig, ormai adulto, che ci parla della sua infanzia alle prese con una strana (se proprio vogliamo chiamarla così) amicizia, ovvero quella con l'anziano ex uomo d'affari Harrigan. Stabilitosi nella stessa cittadina del piccolo Craig per passarvi in serenità gli ultimi anni della sua vita, ingaggia il ragazzino per leggergli dei libri, in cambio di una piccola paghetta, e di biglietti d'auguri e gratta e vinci in occasione di Compleanno, San Valentino e Natale. Alla fine il giovane Craig deciderà di fare anch'egli un regalo al signor Harrigan: un iPhone. Nonostante l'anziano si dimostri subito molto scettico nei riguardi dell'aggeggio elettronico, ben presto ne capirà le potenzialità (anche più del ragazzo), e sarà proprio quel telefono a creare un rapporto decisamente forte e particolare tra i due. All'interno del racconto ci ritroviamo completamente immersi nello stile della Scrittura di King, e troviamo molte (micro) tematiche già affrontate spesso dallo scrittore del Maine, come il bullismo, le morti ingiuste, e una dose di sovrannaturale che rende il racconto interessante fino alla fine, in cui il lettore proverà a tirare le somme da sé.

mercoledì 3 giugno 2020

Le Canzoni della Sera (Volume 17)

Ed eccoci qui con altre 25 canzoni che hanno chiuso le mie ultime serate (e nottate), e che hanno portato a ben 425 i brani contenuti nelle mie 17 "raccolte" di Canzoni della Sera
Cominciamo subito con un artista italiano che a mio parere avrebbe meritato maggior successo. Lo scoprii per caso, alla festa di una frazione del mio paese: Ivan Graziani. Ricordo bene che ci si lamentava sempre per l'arrivo di cantanti o gruppi semisconosciuti (a volte sconosciuti e basta), e anche all'epoca furono tante le critiche per "questo Ivan Graziani". E io, che ero davvero piccolino, mai mi sarei aspettato di innamorarmi di un artista che avevo già etichettato come "vecchio". Ma una volta lì, guardandolo e soprattutto ascoltandolo con quella chitarra in mano, forse ebbi per la prima volta la consapevolezza di essere al cospetto di un "Grande Musicista". E non fui certo l'unico. Perché, sorprendentemente, il giorno dopo tra noi ragazzini si cantava tutti "Taglia la testa al Gallo". A quella canzone (a cui ovviamente sono molto legato) ho già fatto omaggio qualche tempo fa, e qui ne riporto quindi un'altra di Ivan, un altro grandissimo pezzo: "Il Chitarrista". Abbandoniamo la malinconia (e una punta di tristezza: Ivan se n'è andato troppo presto) e torniamo al presente: i Management, un tempo del Dolore Post-Operatorio, con una canzone molto intensa, che mi ha conquistato al primo ascolto: "Come la Luna". E a un primo ascolto, invece, "L'Abisso" di Francesco Bianconi (voce dei Baustelle) potrebbe ricordarci un altro illustre Signore della Musica che troppo presto ci ha lasciato. E sfido chiunque a non cascarci un minimo. Un altro salto nel passato, ed ecco "La mia Banda suona il Rock", di Ivano Fossati, una delle mie canzoni preferite da bambino, e una delle più gettonate tra quelle in cui ci esibivamo a squarciagola nei pullman delle gite. Chiude la schiera degli italiani un altro Artista prematuramente scomparso: Ezio Bosso. Lo ricordiamo così, con la meravigliosa "Rain, In Your Black Eye"; ciao Grande Uomo.

lunedì 1 giugno 2020

I Figli degli Uomini (2006)

Mi sentivo in colpa per aver aspettato così tanto per vedere "I Figli degli Uomini". Un senso di colpa, devo ammettere, decisamente ridimensionato dopo la visione del film.
Insomma, non siamo di fronte a un film brutto, ma neanche a qualcosa di veramente fatto bene, almeno non quanto mi sarei aspettato. Il film di Alfonso Cuarón mette in mostra la triste sorte dell'umanità nel 2027. Siamo nel Regno Unito, e l'infertilità ha messo in ginocchio la specie umana. Da ben 18 anni, infatti, non nascono più bambini, e la storia si apre proprio con la notizia dell'assassinio di Baby Diego, l'ultimo nato sulla Terra, e dunque la persona più giovane (e idolatrata) del mondo. Entrano in scena così Theo (Clive Owen), ex attivista politico, e altri personaggi più o meno interessati alla causa, che cercheranno in qualche modo di salvare l'umanità dalla ormai certa estinzione, grazie e soprattutto al fantomatico "Progetto Umano". La storia post-apocalittica è interessante (sarebbe stato molto intrigante, per esempio, approfondire o quantomeno sviluppare un po' meglio l'idea dell'Arca delle Arti), ma il film a mio parere si svuota del significato originale laddove subentra un'altra tematica che, per quanto mi riguarda, spicca sopra ogni altra cosa: il problema dell'immigrazione, dei profughi, del razzismo. Subito, allora, le atmosfere da post-apocalisse verso cui l'umanità si avvia per colpa della sua infertilità (e le relative, terrificanti ma allo stesso tempo affascinanti conseguenze), mi sono sembrate passare in secondo piano, e, per quanto mi sia sforzato di capirne, comprenderne le motivazioni, non sono ancora riuscito a farlo in pieno. 
Un'occasione a mio parere mancata, ancor di più per un finale che mi ha lasciato del tutto insoddisfatto. Peccato.
(VOTO: 6- - Figli dei Confini)