Da quanto tempo non vedevo un horror-splatter di Serie B? Ultimamente avevo voglia di guardare qualcosa di assolutamente disimpegnato, uno di quegli horror che vedi e dimentichi presto. "La Sedia del Diavolo" è riuscito a saziare questa mia voglia.
Il film è una sorta di splatter, con la particolarità della voce fuori campo del protagonista, che ci racconta i vari momenti della storia, con battuta su fermo-immagine annessa. Qualche passaggio divertente, con i soliti personaggi di film come questo (l'insopportabile sbruffone, la bona seria e quella meno seria, il professore - o genio - e il protagonista). Indovinate un po' chi muore per primo...
Tra i vari film del genere, forse non siamo di fronte al peggio. Certo è che, in un passaggio in cui il protagonista usa la sua voce fuori campo per dire basta a questi film di Serie B e mal recitati, arriva uno sprazzo di originalità (e verità) che alzano il voto al film.
La storia di originale ha poco o nulla: un manicomio abbandonato, una coppia di fidanzati drogati che vi si addentra, una orribile sedia piazzata lì nella stanza vuota che non aspetta altro che essere riempita. E verrà riempita ovviamente dalla povera ragazza, che ci lascerà le penne e regalerà al compagno l'etichetta di omicida. Ma un certo Professor Capelli Bianchi e Occhiali, anni dopo, vorrà vederci chiaro, e con il suo staff e il caro vecchio Nick West (il protagonista, voce fuori campo e sospetto assassino) tornerà nel manicomio a far visita alla solitaria sedia. Cosa mai accadrà?
Storia abbastanza banale, con tanto sangue e qualche effetto digitale che non migliora di certo la pellicola.
Insomma, uno splatter senza pretese che, se affrontato nella maniera giusta, potrebbe anche divertire.
(VOTO: 5- - Non sedetevi su quella sedia)
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