Dopo un ottimo inizio, dove si mischiano sapientemente sprazzi di sovrannaturale al reale, “Insidious” si incanala verso la sola strada dell'Altrove, riservandoci una soluzione del problema che inizialmente sembra buttata lì, ma che poi, nelle ultime scene, ci mostra ciò che realmente (o sovrannaturalmente) è accaduto dopo lo “scontro finale”. Niente di così straordinario, però.
Il film di James Wan, comunque, riesce a spaventare più nell'ambientazione “di qua”, rispetto a quella dell'Altrove. È quella la parte migliore del film, la prima metà, che regala una piena sufficienza a un’opera di un genere che difficilmente ultimamente riesce ad esaltare. Il piccolo Dalton che misteriosamente cade in un coma inspiegabile per i medici, ma che poi, grazie all'intervento di esperti del paranormale, si rivelerà tutt'altro che una mera questione medica.
Il passato del padre di Dalton, il ritorno di vecchie conoscenze, lo scontro dall'altra parte, rendono però alla fine il film poco originale, e non basta di certo un quasi finale a sorpresa (alla fine, in film del genere si sa come va a finire...) a farcelo scordare.
Come si dice spesso: si poteva fare di più. Sfruttare meglio la presenza del “Lipstick-Face Demon”, per esempio; o evitare inutili personaggi dell'Altrove, che ci fanno fare domande alle quali non otterremo mai risposta.
Nel mare degli horror o presunti tale, comunque, “Insidious” riesce a cavarsela, e a regalarci qualche buon momento di sano brivido. Finalmente.
(VOTO: 6,5 – A tratti insidioso)
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