domenica 14 ottobre 2012

sCopertine

Ho sempre odiato le copertine dei libri cambiate dopo l’uscita del film a cui quest’ultimo si è ispirato. 
Non mi piace comprare un libro che ha sulla copertina il faccione sorridente di un attore, o addirittura la locandina completa.
Uno dei primi (pessimi) esempi in cui mi sono imbattuto personalmente, è stato quello del bellissimo "Il Miglio Verde" di Stephen King. Ricordavo la copertina del libro che avevo nella mia libreria, con il topino in primo piano e il miglio verde che si estendeva in lontananza fino al gigantesco John Coffey. Poi, un giorno, mi ritrovo in libreria un'altra copertina: addio Mr Jingles e Coffey, ed ecco il faccione di Tom Hanks in uniforme. Terrificante.
Scorrendo i vari scempi sulle copertine dei miei cari libri di King, mi sono accorto che l'uso della copertina-film è molto in voga tra i "Miti Mondadori". Un altro tristissimo esempio è quello di "Cuori in Atlantide": bellissima la copertina originale, mentre in quella della Mondadori... ecco il faccione di Anthony Hopkins.
In definitiva, se proprio deve esserci questo richiamo al film, meglio la piccola striscia applicata al libro che pubblicizza l’uscita del film, e che può essere tolta senza problemi e senza andare a "coprire" la copertina originale. 
Viva le copertine scoperte.
Cuori in Atlantide
Il Miglio Verde


2 commenti:

  1. Un'arma di marketing a doppio taglio. Se il film è piaciuto, mettere la locandina in copertina è un modo per attirare un certo tipo di consumatore...per il resto penso che chi ama i libri ne ama non solo il contenuto ma anche le scelte estetiche dell'oggetto materiale e che, quindi, preferisca qualcosa di meno diretto e più ponderato.

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  2. Concordo! Ci sono poi film orribili tratti da capolavori assoluti. In casi come questi, conviene davvero mettere il richiamo al film? Mah...

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