Non dev'essere stato facile per Ishana Night Shyamalan, figlia di M. Night Shyamalan, esordire alla regia con un film in puro stile Night Shyamalan padre. Peccato che il risultato, con tutta la buona volontà sua (nel girarlo) e nostra (nel guardarlo) alla fine lasci a desiderare.
La storia, dopo un prologo che ci dà un succoso assaggio di ciò che troveremo poco più tardi, ci racconterà della strana situazione nella quale si troverà Mina, una giovane artista che rimane bloccata in una oscura e vasta foresta irlandese. Dopo aver perso la sua macchina già in panne, troverà riparo in una sorta di bunker/rifugio insieme a tre sconosciuti, che subito le faranno capire che lì, in quella foresta, fuori da quel rifugio, c'è qualcosa di inquietante e maledettamente... misterioso.
Già, mistero. È questa ovviamente la parola chiave di un film a marchio Night Shyamalan, e che sia dunque del padre o della figlia non ha importanza. Importa però nella resa finale del prodotto, che qui, nell'opera della figlia d'arte, crolla a pezzi già a metà film. E, sia chiaro, non che Night Shyamalan padre non abbia mai toppato, anzi... ma almeno molte delle cazzate che ci ha propinato gli sono state perdonate per ciò che di buono ha anche fatto. Qui ci troviamo però davanti a un esordio, e il risultato, come detto, non è dei migliori.
Il mistero c'è, il folclore e una certa dose di interesse per ciò che si sta guardando pure, ma non c'è traccia di orrore, paura, inquietudine. Ci sono invece, e tanti, buchi di sceneggiatura, prove attoriali così così, colpi di scena che non sono colpi di scena. Insomma, quando nel finale ci viene svelato tutto, di certo non restiamo lì sulla poltrona con gli occhi sbarrati a esclamare "Wow!". Restiamo invece pietrificati di fronte all'ennesima scelta scellerata del solito pippone che il protagonista spara al disgraziato antagonista. Ora: fossi io il cattivo dei film, di fronte a cotanti pipponi buonisti e strappalacrime diventerei ancor più bastardo e pezzo di merda e il film finirebbe sempre male. Malissimo.
Quando poi il film finisce, si resta lì a riflettere anche su un paio (sono buono) di cosucce che no, non tornano proprio. E allora, ancora una volta, mi chiedo: come mai storie del genere, che richiederebbero (in mani sapienti) anche un paio d'ore e mezza di sviluppo si chiudono sbrigativamente (male), mentre altre storie che, per la scarsità della carne al fuoco, potrebbero risolversi in un'ora e un quarto ci sfracellano i maroni con maratone di 180 minuti?!
Ecco, questo sì che sarebbe un bel mistero in puro stile Night Shyamalan. Padre, per favore.
VOTO (da 1 a 5): 🍿🍿 - Loro ti guardano. Pure noi. Purtroppo.
Nessun commento:
Posta un commento