Da bambino amavo alla follia la neve. Ricordo addirittura notti insonni alla finestra, ad osservare l'esterno buio rendersi sempre più visibile grazie alla coltre di neve che cresceva di ora in ora. Già, la notte con la neve, silenziosa, densa, arancione...
Sì, è l'arancione il colore che ricordo di quelle notti. L'arancione delle luci a vapori di sodio dell'illuminazione pubblica, che grazie alla nevicata si espandeva ovunque, nel cielo, nelle strade, tra i rami degli alberi.
La neve, da bambino, non mi piaceva soltanto perché non si andava a scuola o perché ci si poteva giocare. Mi piaceva perché mi regalava una nuova visione del mondo che mi circondava. Lo trasformava. I muretti scomparivano, gli alberi si animavano, il traffico taceva. Era la magia della neve in un piccolo paese di collina abitato da un piccolo bambino di paese, una magia che oggi ricerco e non trovo.
La città di magico ha poco. L'età adulta, spesso, ne ha ancora meno: gli impegni, il lavoro, i disagi, i telegiornali, rendono la neve soltanto un evento climatico, e dei meno apprezzati.
La Magia della Neve, grazie al passare degli anni, va quindi svanendo.
Un giorno, grazie al passare degli anni, forse tornerà.
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