"Achille piè veloce" è la storia di un'amicizia particolare, nata grazie a un contatto particolare tra due persone... particolari; Ulisse, scrittore e lettore di professione per una Casa Editrice non proprio di successo, riceve una lettera da un certo Achille. La lettera (e l'autore) incuriosisce non poco il nostro protagonista, e allora ecco che i due si conoscono e iniziano un'amicizia fatta di racconti e confessioni. Achille è un ragazzo disabile, affetto da una rara e atroce malattia che lo costringe a vivere in isolamento nella sua camera, su di una sedia a rotelle supermoderna, con una madre protettiva e amorevole, e un fratello cinicamente ambizioso.
Insomma, il libro si legge volentieri, ma col passare del tempo credo si perda qualcosa. Il finale non è a mio parere tra i migliori, e la conclusione in sé, soprattutto le ultime righe, non mi hanno assolutamente convinto.
Una buona storia che riesce a lasciarci qualcosa di buono, qualche riflessione sul modo di vivere che vale la pena far propria, e un personaggio come Achille che spicca per la sua forza, ma che non convince per colpa di un finale a tratti prevedibile, a tratti incomprensibile.
Non il miglior libro di Stefano Benni.
Non il miglior libro di Stefano Benni.
(VOTO: 6 - Sufficienza piè veloce)
forse perché hai il cervello di un passerotto, senza offesa x i passerotti
RispondiEliminaUno che scrive "x" al posto di "per" commentando un post di letteratura, invece, ha il cervello di un verme. Senza offesa PER i vermi (vedi? È facile...), che almeno hanno il coraggio di presentarsi PER quello che sono, e non PER Anonimi.
RispondiEliminaSaluti :)