Spesso; non sempre. Come nel caso di "ATM - Trappola Mortale". Tre ragazzi in "trappola", a disposizione di uno psicopatico nel posto meno adatto per divertirsi a fare il genio del male: un bancomat. Per la riuscita del piano escogitato dallo psicopatico di turno si dovrebbe sperare in una serie di eventi fortunati che probabilmente avrebbero scoraggiato anche il più ottimista dell'Universo. Non solo: siete in tre, là fuori c'è questo tizio con in mano uno svita-bulloni che se ne sta da voi a debita distanza... e che fate? Invece di scappare (basterebbe correre... in tre direzioni diverse, poi, sarebbe il massimo, non trovate?) ve ne state chiusi nel bancomat e aspettate... cosa? L'alba? L'arrivo di qualcuno? Della Polizia? Ovvio che il geniale regista farà di tutto per non far arrivare nessuno (o qualche vittima sacrificale), però dai... si può scappare in tutti i modi da 'sto tizio...
Per seguire il film e arrivare fino in fondo non si deve contare sulla Sospensione dell'Incredulità (sono talmente tante le incongruenze che facciamo prima a contare le congruenze...), ma su un vero e proprio spegnimento del cervello. Solo così si arriverà a vedere un finale tanto banale e prevedibile quanto inconcludente e insensato.
Forse, in un attimo di pura follia, si potrebbe anche arrivare a dire che in fondo, grazie alla già citata colossale botta di culo, il tizio cattivone potrebbe farla franca e vedere il suo piano realizzato. Ma questo, diciamo, una sola volta. Se lo si vuole far passare invece per un criminale seriale... allora siamo veramente arrivati all'assurdo.
Ultimo appunto: odio i film
che dopo un minuto circa di titoli di coda riprendono con le immagini o, nel
peggiore dei casi, addirittura con la storia. In questo caso, comunque, il film
riprende con immagini che si accodano al senso del film appena visto: nessuno.
(VOTO: 3,5 - Bancomat Fuori Servizio)
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