Un terribile incidente toglie la vita a una giovane ragazza di nome Anna (Christina Ricci), che si ritrova in una sorta di coscienza post mortem sul lettino di un obitorio, in compagnia di un direttore delle pompe funebri (Liam Neeson) che ha la capacità di parlare con i morti, e aiutarli a compiere l'ultimo passo verso l'aldilà. Almeno così sembra inizialmente.
Il film della regista polacca Agnieszka Wojtowicz-Vosloo, infatti, col passare del tempo comincia a seminare indizi che ci fanno ricredere sull'idea che inizialmente c'eravamo fatti sulla sorte della bella Anna. Indizi volutamente mai chiari, che pian piano fanno deragliare il film inizialmente indirizzato su binari inquietanti e interessanti. Anna è morta davvero? O ci troviamo di fronte alle gesta di un terribile serial killer? Il finale è costruito per tenere in piedi (o no?) l'intera baracca, e probabilmente ci troviamo di fronte a un'opera prima che poteva mostrarci qualcosa (di buono) in più.
Una buona occasione sprecata.
(VOTO: 5,5 - Né vivo, né morto)
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