Nel trailer lo presentavano come il nuovo "Avatar"; a parte il
fatto che se si fosse trattato di un nuovo Avatar non sarei andato al cinema,
credo che i pubblicitari si riferivano agli effetti in 3D; ma insomma... a
questo punto è come parlare del “Gladiatore” come il nuovo “Terminator”
soltanto perché entrambi a colori...
Vabbè,
veniamo al film: Ang Lee, con "Vita di Pi", ci regala un viaggio straordinario in un oceano amico
e nemico allo stesso tempo. Il giovane indiano Piscine Molitor Patel (Suraj Sharman), chiamato più semplicemente Pi, sopravvissuto al naufragio della
nave che lo avrebbe portato insieme alla sua famiglia in Canada, si ritrova su
una scialuppa di salvataggio in compagni di una Iena, un Orango e una Zebra.
Soltanto poi si renderà conto che su quella piccola barca c’è un altro
sopravvissuto: una Tigre. È una Tigre che conosce (faceva parte dello Zoo della
sua famiglia, anch'esso imbarcato con loro). Ma è pur sempre una Tigre. Come
prima la Iena era pur sempre una Iena... feroce e spietata nella sua voglia di
sopravvivere. Ma a sopravvivere, alla fine, saranno soltanto Pi e la Tigre.
La
convivenza tra i due, in quel piccolo spazio nell'immenso mare, sembra essere
naturalmente impossibile. Ma la storia del film ci fa ricredere, e ci mostra il
viaggio dei due attraverso l'enorme distesa d'acqua, un’Isola misteriosa e... la salvezza.
Sappiamo da subito, infatti, che il protagonista si salverà: è proprio lui che
racconta la sua storia a uno scrittore in cerca di storie. Una storia
incredibile che, promette il plurireligioso Pi allo scrittore, riuscirà a fagli credere in Dio.
Starà
proprio a noi, alla fine, scegliere di credere.
A quale storia?
(VOTO: 8 - Storie Incredibili)
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