Un libro bellissimo. Non avevo mai letto Paul Auster (e ringrazio un amico e collega che mi ha dato modo di conoscerlo), e c'è poco da dire: la sua scrittura è impeccabile, e per uno come me che adora la scrittura, "Invisibile" è anche un contenitore di spunti e stili.
La storia,
iniziata con una stretta di mano tra un giovane studente e un professore
universitario, si svilupperà attraverso una serie di relazioni complesse e
difficili, che ci mostreranno i pregi e i difetti del giovane Adam Walker e di
tutto ciò che segnerà la sua vita. Una vita che inizialmente racconta in prima
persona, per poi affidarla in seconda e terza a uno scrittore suo compagno ai
tempi del College. La seconda e la terza persona per raccontare un problematico
e discutibile se stesso. Una terapia
per il protagonista; un grande esempio, una lezione di stile di scrittura per
il lettore.
La relazione
col professor Born assumerà varie sfumature: bianche, grigie, nere, nerissime.
Ma non sarà l’unica relazione forte e segnante nella sua vita. Come ne uscirà
Adam Walker da tutta questa storia? Dalla sua storia?
Il finale,
raccontato ancora una volta da un punto di vista diverso, è un finale
liberatorio, che ci lascia soddisfatti anche in assenza di una vera e propria
conclusione, perché pieni dell’invisibile mostrato spietatamente nel libro.
(VOTO: 8,5 –
Intrecci di Vita)
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