Nel panorama politico italiano accade oggi qualcosa di normale: Berlusconi è finalmente fuori dal Parlamento. Quello che in altri Paesi sarebbe successo già da anni, forse decenni, in Italia è accaduto soltanto oggi, attraverso il voto (del Senato stesso) che ha sancito la decadenza del pregiudicato Senatore Berlusconi. Normale amministrazione, quindi, il normale incedere della sana vita politica di un Paese democratico, allora. E invece no. Per i compagni di Partito di Berlusconi e per i milioni di italiani che lo hanno votato (lo sapevate che per alcuni questa cosa avrebbe dovuto farlo assolvere? Roba da pazzi...) oggi è un giorno di lutto. Sì, abbiamo capito bene: per qualcuno (diciamo qualcuno per non mortificare ancora di più il povero Popolo Italiano) se un Senatore decade dalla propria carica in seguito a una sentenza di condanna (per un reato molto grave) passata in giudicato è... un golpe, un colpo di Stato, una vergogna, insomma, un giorno di lutto.
Questa è gente pericolosa, a cui andrebbe tolto il diritto di voto al pari dei più pericolosi criminali. Probabilmente non hanno neanche la capacità né - figuriamoci - un minimo di onestà intellettuale per capire la gravità delle loro parole e la palese mancanza di senso a tutto ciò che farneticano al riguardo. Persone che gridano felici "Silvio! Silvio! Silvio!" (avrebbe detto qualcuno: perdonali, perché non sanno quel che dicono), che parlano di golpe, di morte della Democrazia, di accanimento verso un poveruomo, anzi, verso un paladino della Libertà (sì, perdonali anche perché non sanno nemmeno cosa vuol dire questa semplice, semplicissima ma tanto importante parola), meritano commiserazione, certo. Ma in un Paese come questo non possiamo limitarci sempre a commiserare personaggi del genere, perché, alla fine, ecco che ci ritroviamo un Berlusconi al potere per un ventennio (brutto periodo... sempre).
Intanto la nuova Forza Italia conferma tutto ciò che era nel passato: la pagliacciata degli abiti neri delle signore del partito, le deliranti farneticazioni del loro leader decaduto e caduto (vista la statura, non si sarà nemmeno poi fatto tanto male), che - e mi fa quasi tenerezza - sembra per davvero credere a tutto ciò che dice. Visto il periodo mi viene da chiedermi: le persone che lo seguono credono ancora a Babbo Natale? Probabilmente sì, barbuto, rosso e dunque Comunista.
Il buon Silvio ci lascia alla fine con una promessa: "Non mi ritiro in Convento!". Infatti Silvio, dovresti ritirarti in un altro edificio, di solito più grande, con sbarre alle finestre e persone in divisa che ti assistono e portano ogni tanto a farti prendere un po' d'aria.
No, Silvio, non sto parlando di un Convento più grande con suore sexy con autoreggenti sotto la tunica.
Termino con una nota amara: Berlusconi è fuori dal Parlamento, e almeno per questo possiamo gioire; ma ahimè in questo Paese è e sarà ancora dentro le vicende politiche, e probabilmente ancora in grado, vista l'evanescente parte che dovrebbe fronteggiarlo, di fare il bello e il cattivo tempo.
Un po' come nelle Serie TV, è soltanto un finale di stagione, dunque.
Nessun commento:
Posta un commento