sabato 28 febbraio 2015

Estremismi Fuori Campo

Sinceramente sono stufo di questi estremisti del “No-Calcio”. Sono ripetitivi e banali. Un gruppo di ubriaconi olandesi mette a ferro e fuoco Piazza di Spagna, e di cosa si lamentano? Del fatto che la partita si è giocata. Già, secondo queste teste dall’intelligenza superiore, la partita non si doveva giocare. Come sempre. Effettivamente non giocando una partita di calcio dopo eventuali incidenti, tutto si risolverebbe in un baleno. No, la colpa non è di chi non riesce a far fronte a quattro imbecilli ubriachi, lasciando loro il permesso di fare quello che gli pare, di usare Piazza di Spagna come una discarica (quanto vorrei vedere cos’accadrebbe in un’eventuale scena simile davanti a un Monumento Francese o Inglese!); la colpa è della partita di calcio. La partita di calcio, anzi, il “Calcio” in generale è il male assoluto. Anche perché loro, che non seguono il Calcio, sono esseri superiori, e vedono con disprezzo quei poveracci, esseri inferiori, che invece hanno il cattivo gusto di seguirlo. 
Chissà perché, poi, nelle loro testoline vuote o troppo piene per il troppo sapere di cui sono probabilmente assoluti custodi (sia chiaro che rientrano in quest’ampia schiera anche molti giornalisti), non è balzata mai l’idea, visti proprio i fatti di qualche giorno fa, di invocare la chiusura delle discoteche. Perché? Ma perché è fatto di cronaca l’assurda morte di un giovane laureato in Medicina dopo una lite iniziata in discoteca e finita fuori. Nessuna indignazione riguardo il luogo? Tra l’altro, nemmeno poi tanto nuovo, visto che risse, pestaggi e violenze sessuali capitano non spessissimo ma capitano dentro o poco fuori le discoteche. E allora? Ci scappa il morto prima della finale di Coppa Italia e si invoca addirittura alla sospensione dei Campionati; ci scappa il morto dopo la discoteca e... niente, lo Stadio di Calcio è l’inferno, la discoteca un luogo come un altro. Io, in tutta sincerità, porterei mio figlio mille volte a vedere una partita di calcio (dai 10 ai 18 anni andavo al San Paolo di Napoli – mio Dio! Il San Paolo di Napoli! – quasi ogni benedetta domenica, e mai, ripeto MAI mi è accaduto qualcosa di spiacevole) ma non un sabato sera in discoteca. E voi? Testoline dall’intelligenza superiore? No, non state lì a dirmi né da una parte né dall’altra, perché a quel punto vi inviterei a restarvene a casa ad aspettare i prossimi scontri fuori uno stadio per indignarvi e sì, così, sentirvi superiori. Come piace a voi.
Io intanto domani mi gusterò un'altra squallida e violenta domenica di calcio.

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