Un anno intero a inveire contro i diversi, a invocare chiusure a destra e manca (soprattutto a manca), ad alzare braccia destre e a impugnare o soltanto sognare di impugnare un'arma. Un anno intero a seguire il loro Capitan Rancore, a indignarsi per qualsiasi cosa, a distinguere il bianco dal nero ma non certo il giusto dallo sbagliato. Un anno intero a pisciare sulla libertà di ognuno, perché per loro la libertà è una questione intima intrisa d'odio: ciò che piace a loro deve piacere anche a te, altrimenti sei fuori. Un anno intero a rompere le palle al prossimo ringhiando su una tastiera che magari sapessero usare.
E poi arriva il 25 aprile.
Lo ammetto: tollero quasi di più (quasi) la gente che della Festa della Liberazione non se ne frega nulla, rispetto ai sopracitati che la "festeggiano" con i loro soliti post e tag. Santo cielo... abbiate la decenza di tacere, almeno per un giorno, soltanto uno, per poi tornare a sparare le vostre stronzate quotidiane da fascisti ritardati (mi scuserete per i due sinonimi in fila) che, sappiatelo, avete la libertà di fare soltanto grazie al ricordo di giornate come questa.
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