Un film distribuito poco e male nelle sale cinematografiche italiane, spesso è anche sinonimo di qualità, e "Border" ne è l'ennesimo l'esempio. Dal racconto "Confine" di John Ajvide Lindqvist, di cui avevo già amato l'adattamento cinematografico del suo romanzo "Lasciami entrare", il film di Ali Abbasi è a mio parere uno dei migliori prodotti cinematografici dello scorso anno. Una storia di confine, appunto, di diversità, che ci mostra (appena) un aspetto del grande panorama fantasy da un diverso punto di vista, se vogliamo. È la storia di Tina, dall'aspetto tozzo e fuori da ogni standard, ma dal fiuto impeccabile che le vale un posto in dogana. E Tina, proprio alla dogana, proprio a un confine, troverà qualcuno che finalmente non le sembrerà poi così tanto lontano come le sono sempre sembrati gli altri. Conoscerà Vore, e grazie a un non certo semplice rapporto con lui scoprirà e scopriremo verità nascoste tra la gente cosiddetta normale, da tempo, ma destinate, chissà, prima o poi a venir fuori, e a superare l'ennesimo confine.
Nessuno spoiler per "Border". L'ho amato come "Lasciami entrare" (anche se quest'ultimo è decisamente superiore), col rammarico di non averlo potuto vedere al Cinema per discutibili (ma forse quasi comprensibili) scelte di mercato (il soldo ha sempre ragione) che ormai si ripetono con sempre più frequenza.
(VOTO: 7,5 - Diversità)
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