Ho iniziato il mio anno "cinematografico" (virgolette, ahimè, ancora d'obbligo) con "The Midnight Sky", il film diretto da (e con protagonista) George Clooney, disponibile su Netflix. Un film di Fantascienza Post-apocalittica abbastanza classico, e dunque decisamente nelle mie corde. La storia (ne parlo ovviamente senza spoiler), tratta dal libro "La distanza tra le Stelle" di Lily Brooks-Dalton (già messo in lista), è qui riportata in maniera abbastanza semplice e non certo originale, e ci porta nel 2049: l'astronomo Augustine Lofthouse, malato terminale, vive in isolamento in una stazione scientifica del Polo Nord, dopo una serie di cataclismi che hanno, sembra, reso la Terra del tutto inospitale. La sua missione sarà quella di mettersi in contatto con la nave spaziale Aether, di ritorno da una Missione su K-23 (un Satellite di Giove che sembra poter ospitare la vita), per fargli sapere che, visti gli ultimi sviluppi, tornare sulla Terra non è per niente una buona idea. Ma intanto Augustine, nella stazione scientifica, sembra non essere solo...
La storia del presente narrata nel film viene intervallata ogni tanto da flashback che ci riportano a una Terra abitata e abitabile, durante le prime scoperte riguardo K-23. Belle le ambientazioni, che ci mostrano due ambienti inospitali lontani e diversissimi, ma che in comune hanno un nemico pericolosissimo: il freddo. Quello bianco del Polo Nord, e quello nero in cui si muove la Nave Spaziale. Ritmo lento, ma non trattandosi di un un film d'azione non è di certo un problema. Qualche buon momento di tensione, a volte telefonato (come quello sulla Nave Spaziale), e si arriva così a un finale che non mi ha emozionato particolarmente, forse proprio a causa di un colpo di scena non riuscitissimo, e per una visione futura di certe dinamiche (il "dopo") non troppo chiara; almeno è quello che spero, perché, se lo fosse, sarebbe decisamente debole, inconsistente, quasi ridicola. Alla fine, "The Midnight Sky" resta sospeso tra ciò che si è visto e ciò che, magari, si poteva davvero vedere. Quasi 2 ore per un film con pause (e silenzi) che probabilmente sarebbero potute essere riempite in maniera diversa e più illuminante (flash-back quasi tutti inutili), non aiutano il giudizio.
Restano i paesaggi, terrestri e spaziali, e la buona prova di un Clooney super barbuto. E, forse, il messaggio ambientalista di fondo, anche se, pure qui, sembrano mancare pezzi per apprezzarlo in pieno.
(VOTO: 6+ - Ritorno a Casa?)
La tua è la prima recensione lusinghiera di questo film. Molto probabilmente lo vedrò nei prossimi giorni e cosa ancora più sicura mi procurerò il libro
RispondiEliminaSempre meglio di Tolo tolo.
RispondiElimina@Mich: eh, come ho premesso, datemi un film di fantascienza classica, magari con un pizzico di postapocalittico... e mi si conquista. Non è per niente un capolavoro, poteva essere sviluppato molto, molto meglio... ma nello schifo generale che è stato tirato fuori dal genere negli ultimi anni, per me va benino così ;)
RispondiElimina@Gus: esatto. Io, tra l'altro, sono uno che i film di Zalone non li ha mai visti. Faranno morir dal ridere, per carità... ma non ce l'ho mai fatta.
L'altra recensione lusinghiera l'ho fatta io ed ho pure espresso i miei dubbi sul grande accanimento dei critici contro questo film che, come dici tu, non è un capolavoro di sicuro, ma lo si guarda con piacere. Noi si va "in direzione ostinata e contraria" come diceva un Fabrizio genovese😀
RispondiEliminaSì, l'ho letta e come puoi vedere sono d'accordo con te.
RispondiEliminaUna citazione del grande Faber ci sta sempre bene... e sì, spesso, come in questo caso, mi ci ritrovo eccome 😅