mercoledì 6 marzo 2024

American Fiction (2023)

L'ultimo film dei Candidati all'Oscar che ho visto finora è "American Fiction", di Cord Jefferson. E, se non avverrà un miracolo (ma come si fa a proporre una programmazione così scandalosa di un film come "La Zona d'Interesse"?!), sarà davvero l'ultimo prima della notte delle premiazioni. Accontentiamoci. 
Tornando al film oggetto del post: disponibile su Prime Video da qualche giorno, ci troviamo di fronte a una commedia davvero particolare. E lo capiremo subito, fin dalla prima scena, in cui ci verrà presentato il protagonista della storia: lo scrittore e professore Thelonious "Monk" Ellison. Una scena che, a dire il vero, ci presenterà non solo il personaggio, ma direi tutto il senso su cui poi ruoterà l'intero film: le ipocrisie del mondo letterario e cinematografico riguardo un certo tipo di approccio, tanto in voga negli ultimi anni. Il professor Ellison, infatti, è un uomo di colore, e ci terrà particolarmente a sottolineare quanto sia sbagliato e banale cadere nell'ormai enorme calderone del politicamente corretto...

Ma tutto ciò non sarà di certo semplice, per il povero Monk. Il personaggio interpretato dal bravissimo Jeffrey Wright (difficoltà altissima!), infatti, è un uomo complicato: intelligente, con una famiglia che ama ma che allo stesso tempo ha - e avrà - dei grossi problemi, molto sicuro di sé tanto da credersi, forse a ragione, forse no, migliore degli altri; migliore anche di quella scrittrice di colore che grazie al suo libro pieno zeppo di stereotipi sui "ghetti" si è ritrovata sulla cresta dell'onda. Un'onda che lui, nonostante le sue ottime opere, non è mai riuscito a cavalcare. Ma... 


E nel film il grosso ma arriverà a stravolgere tutto. Un tutto che ci regalerà scene davvero esilaranti e geniali (come quella della "creatività narrativa" di Monk mentre prova a scrivere un nuovo libro) e spunti molto interessanti. Il film vola via così verso un finale che a mio parere potrebbe risultare divisivo: ci sarà chi lo amerà alla follia e chi, forse, lo odierà profondamente. Io, nonostante non riesca a esprimermi in maniera netta, tendo comunque di più verso la prima categoria.
Personaggi molto ben descritti e messi in scena (molto interessante quello del fratello di Monk), bei dialoghi e una sceneggiatura davvero ad alti livelli, che a mio parere, questa sì, potrebbe effettivamente ambire alla statuetta. 


Insomma, un capolavoro? No. Ma siamo di fronte a un ottimo film, capace di far riflettere, ridere, e regalarci una storia, o meglio un film che si accartoccerà su se stesso... per svelarne il senso. L'essenza. E ci sarà da divertirsi. 
VOTO (da 1 a 5): 🍿🍿🍿🍿 - Un Successo Complicato

2 commenti:

  1. Bello. Pungente, ben scritto e ben recitato. E soprattutto molto meno "ruffiano" di The Holdovers, film cui il confronto viene naturale. Giamatti e Wright sono due giganti ma il ruolo di Wright è molto più scomodo e anticonformista rispetto al solito professore burbero ma dal cuore d'oro. Film elegante e colto, sicuramente di nicchia. per questo è uscito solo in piattaforma.

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    1. Non sono riuscito a vedere The Holdovers, ma sicuramente lo recupererò dopo gli Oscar. Ma sì, mi trovi d'accordo su tutto. E sull'uscita solo su piattaforma, ovviamente sì... non hanno proprio voluto rischiarlo in sala. Un peccato.

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