È morto Jack Tramiel, l'inventore del mitico Commodore 64, ovvero il mio primo computer. Un saluto da parte mia a Tramiel è allora doveroso, e prendo anche lo spunto, grazie alla sua creazione, per dedicare un nuovo post al "Noi che... (ma anche no!)": il Computer.
Oggi capita spesso di sentire frasi come queste: "Beh, i bambini di oggi sono più svegli! A cinque anni sanno già usare il computer!".
Oh... ma che geniacci questi bambini di oggi! Ma, care mamme e cari papà, voi che vi autodefinite ciucci informatici dei vostri tempi, se esistesse una macchina del tempo farei fare un bel viaggetto ai bambini geniali di oggi e li piazzerei lì, davanti a un Commodore 64.
Lo ricordo ancora: il computer era un tutt'uno con la tastiera, spessa e pesante, che veniva collegata a un televisore (il mio un inguardabile 15 pollici) e a un mangianastri (sì, un mangianastri!) che faceva partire, attraverso cassette, videogiochi dozzinali e - l'unico programma che avevo - guide all'uso del computer.
Ma il primo ricordo in assoluto che ho di un computer riguarda un amico d'infanzia: non ricordo se aveva un Commodore (probabile), ma mi mostrò fiero ed esperto come faceva partire un videogioco che mi lasciò a bocca aperta; un ragno che andava da una parte all'altra dello schermo a prendere o evitare non ricordo cosa. Magia... stregoneria! Qualcosa di strabiliante! Avrei pagato qualsiasi cifra, qualsiasi per poter giocare a quel ragno zompettante...
Poi, come detto, arrivò il mio Commodore: cassette su cassette di giochi, tanto semplici quanto affascinanti. E un manuale d'istruzioni. Un giorno provai a eseguire uno degli esercizi contenuti in esso. Copiai righe e righe di comandi, stando ben attento a non sbagliare una lettera né un numero. Alla fine, stanco e con gli occhi rossi, ammirai per qualche secondo la mia creazione, prima di schiacciare ENTER e vedere se funzionava. Funzionò...
Vista la mole di dati inseriti, oggi come oggi sarebbe potuta servire per far partire lo Shuttle o un missile a testata nucleare. Col mio Commodore, invece, riuscii soltanto a far danzare una piccola pallina sullo schermo, che andò a cancellare tutti i caratteri che avevo scritto e che comparivano sullo schermo: meraviglia!
Direbbe il saggio Carlo Conti: noi che... ci facevamo un mazzo così davanti al computer soltanto per guardare come ebeti una pallina che cancellava danzando tutto ciò che avevamo scritto fino a quel momento facendoci il suddetto mazzo così!
Ecco, fate fare lo stesso ai genietti in erba... una trentina di righe di comandi per far danzare una pallina sullo schermo!
Poi arrivò il mio primo Personal Computer. Cominciai a usare l'MS-DOS, e a far partire i soliti giochi attraverso dischetti (Floppy) che, inseriti nel PC, venivano avviati attraverso un comando, una semplice parola scritta al prompot del DOS. E che dire di quel "win.exe" che avviavo ogni tanto, con la finestra di un semplicissimo Windows 3.1 che appariva sullo schermo nero e che mi dava la possibilità di scrivere (i miei primi racconti!) su uno schermo bianco, di giocare a Campo Minato, al Solitario...
Infine arrivò il Windows 95, poi Internet e successivamente i bambini geni.
Eh sì... sapete, i bambini di oggi sono proprio svegli, sanno usare il computer già in tenerissima età!
Insomma, come dire che gli automobilisti di oggi sono tutti dei geni in geografia, degli stradari viventi, e che no, non sbagliano mai strada. Sapete, sanno usare il Navigatore già da neopatentati...
Io m'incazzo sempre, e provo pena, davanti a questo luogo comune idiota dei "bambini di oggi più svegli", solo perché sanno interagire (più o meno a livello di scimmiette ammaestrate) con degli oggetti coi quali, se li avessimo avuti, avremmo OVVIAMENTE interagito allo stesso modo anche noi. (Pensa che fortuna abbiamo avuto: non rimbecillirsi con un telefonino del caz** a sette anni...)
RispondiEliminaE poi a me pare vero, semmai, il contrario: proprio a causa dell'esagerata AGGRESSIONE teconolgica che subiscono, io li vedo quasi tutti frastornati, omologati, senza fantasia, incapaci di concentrazione, meno svegli a livello di leggere/scrivere/esprimersi, in una parola pericolosamente TECNOGLIONITI... :D
Io senza il computer ormai non potrei più vivere (senza la TV si) quindi ode a Jack Tramiel, sicuramente riposerà in pace, un abbraccio SILVIA
RispondiElimina@Zio Scriba: hai perfettamente ragione. Che tristezza poi 'sti bambini che, ovunque, dal parco al ristorante, hanno sempre in mano un Nintendo DS o uno Smartphone... da rabbrividire!
RispondiEliminaIl termine "Tecnoglioniti" penso sia perfetto... :D
@Silvia: sì, il computer sta diventando davvero parte integrante (quasi) del nostro corpo. La finestra sempre aperta sul mondo è troppo allettante... ma rischia di diventare allo stesso tempo alienante. Speriamo di non diventare, in futuro, una società da "schermo". :D