Un thriller-sovrannaturale (così lo definiva il trailer) ben riuscito. Seppur con qualche forzatura e qualche dettaglio fuori posto, “La Madre” riesce nel difficilissimo compito di unire a scene tipicamente horror una trama ben definita e abbastanza originale, che va a concludersi in un finale che all'inizio sembra essere la classica chiusura al “volemose bene”, ma che nel giro di pochi secondi cambia totalmente direzione, salvando il vero finale a un film già bello di per sé.
Le piccole Victoria e Lily, finite in un bosco dopo un incidente dovuto a un padre in preda alla follia, riescono miracolosamente a sopravvivere per cinque anni chiuse in una casa all'apparenza abbandonata. Le bambine, selvagge e sporche, vengono ritrovate e “rieducate”, affidate alle cure amorevoli dello zio e della compagna. Come hanno vissuto Victoria e Lily negli ultimi anni, sole e chiuse in quella casa nel bosco? Sono vissute e sopravvissute perché, come diranno le piccole, qualcuno si è preso cura di loro. Quel qualcuno viene chiamato “Madre” (Mama), e soprattutto la più piccola delle due, Lily, si dimostra molto attaccata a quella misteriosa figura. Chi è Madre? Esiste davvero o è frutto dell’immaginazione di due bambine vissute per troppo tempo da sole? Il film ce lo mostrerà e farà capire bene, senza punti oscuri o mezze scene (a proposito di scene: fantastica quella del gioco in camera delle bimbe mentre la neo-zia cammina in corridoio; bella anche una delle prime, quando il padre decide di farla finita a modo suo, ma...). Scampoli di realismo nero in azioni banali ma che regalano al film qualche punto in più, come quando la più grande delle bimbe raccomanda seria e spaventata alla compagna dello zio di non "aprire quella porta"...
“La Madre” è una storia di attaccamento forte, vincolante. La madre è sempre la madre.
(VOTO: 7+ - Amore Materno)
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