mercoledì 8 gennaio 2025

Cargo 200 (2007)

Ieri sera avevo voglia di un film breve e intenso, e allora ho voluto provare "Cargo 200", di Aleksei Oktjabrinovič Balabanov, già in lista da un po'. Ispirato a una storia vera, il film è ambientato nella metà degli anni '80, in Unione Sovietica, e la storia si focalizza sulla scomparsa della giovane figlia del Segretario del Comitato Regionale del Partito, dopo una notte in discoteca. La scomparsa della giovane si intreccerà in maniera tragica con altri episodi di persone a lei vicine, e il tutto sarà raccontato con estrema crudezza nel grigiore generale di una Unione Sovietica ormai a un passo dall'inevitabile crollo che di lì a poco avrebbe cambiato tutto. Un film di una freddezza spietata, per certi versi nichilista, che riuscirà, ne sono sicuro, ad assestarvi ben bene il classico pugno nello stomaco...



Il titolo si rifà proprio al periodo in cui è ambientato il film: Cargo 200 era infatti il nome assegnato ai voli degli aerei militari che rientravano in patria dall'Afghanistan con le salme dei soldati sovietici caduti; 200 era il numero massimo di casse di salme trasportabili da ogni aereo per ogni viaggio.


Un film, dicevo, di una freddezza spietata, crudo, grigio, crudele, che non lascia nulla alla speranza. Assistiamo a scene molto forti e alla descrizione di un grande Paese allo sbando, vittima indifesa della spietatezza di gente che avrebbe invece il compito e il dovere di difenderlo. Un popolo che non può far altro che subire di fronte al degrado sociale nel quale comincia a sprofondare, senza nessuno, come sottolineato, in grado di aiutarlo e, anzi, capace di sovrastarlo, violentarlo, cancellarlo. In tutto questo marciume spicca la figura del capitano di polizia Zhurov: sono sicuro che non riscuoterà in voi particolare simpatia...


Una delle scene finali del film credo sia il manifesto dell'opera intera: si assiste all'orrore, come se niente fosse, come se quell'orrore facesse parte del contesto; perché quell'orrore fa parte del contesto. Una denuncia diretta e impietosa del regista verso il lato più oscuro della società sovietica. 
"Cargo 22", che potete trovare in streaming sul sito perestroika.it (qui), fu addirittura escluso dai Festival di Cannes e di Berlino proprio per la sua crudezza. 
Dunque... stomaci forti e buona visione. 
VOTO (da 1 a 5): 🍿🍿🍿🍿🍿 - Profondo Rosso

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