In un Paese socialmente malato accadono fatti come quello di ieri. La disperazione, l’esasperazione, la mancanza di fondamentali diritti come quello di un lavoro e di una vita che sia vita quotidiana e non quotidiana sopravvivenza, portano a situazioni al limite che, si spera, possano rivelarsi alla fine soltanto fatti isolati e innocui, seppur eclatanti. Luigi Preiti puntava ai politici, puntava a colpire un sistema politico sempre più lontano dal cittadino comune e sordo ai suoi continui richiami e alle sue continue richieste d’aiuto. La violenza non risolve nulla, serve soltanto a inasprire i problemi e a imbastardire ancora di più questa nostra Italia sempre più sull'orlo del precipizio. Il povero Brigadiere (quello più grave) coinvolto nel folle gesto dell’attentatore è egli stesso uno del Popolo, uno che, con quel Potere attaccato e oggetto dell’attentato, non c’entra nulla. Ma il Potere non può e non deve essere attaccato a colpi di pistola o con gesti di violenza. Il Potere sordo va risvegliato dal lungo sonno in cui ha trascinato l’Italia intera con gesti sì forti ma pacifici (e dunque ancor più difficili da ignorare). Questo nuovo Governo del Presidente non mi entusiasma (seppur al suo interno vi siano apprezzabili novità), ma la speranza è quella che, finalmente, qualcuno da lassù inizi ad ascoltare.
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