Gli insulti razzisti alla neo Ministra Cécile Kyenge non mi fanno rabbia, ma soltanto profonda tristezza. Credo che a questa gente ci sia bisogno di spiegare che leggere (lo riporta “la Repubblica” di oggi) nel 2013 frasi come “Zulù”, “Bonga Bonga” o “Ci mancava la negra” nei confronti di un Ministro Italiano di colore, non offende di certo il Ministro o chi, al contrario di loro, vive una sana vita da essere intelligente ed evoluto, ma offende soltanto loro stessi e la loro scarsa, scarsissima cultura, intelligenza e amor proprio. Insomma, sentir parlare un tipo come Borghezio di “Ministro Bonga Bonga” o “Scelta del cazzo” non ci sorprende né preoccupa; è un po’ come se da un maiale non ci si aspettasse un grugnito e una bella rotolata nel fango. Ciò che preoccupa, invece, è il proliferare di tutti i siti fascisti e affini che sono pieni di nuovi soldati neri che non si fanno il minimo problema – beati loro – a sventolare ai quattro venti tutta la loro ignoranza condita da odio insensato (probabilmente dovuto a complessi di lucida inferiorità; farsi curare no?). Vedere ancora oggi un odio e un’intolleranza così dilagante è desolante. Qualcuno arriva addirittura ad affermare che a questo punto “è meglio emigrare!”. Su questo sono d'accordissimo con loro. Vi prego, fatelo...
Il Professor Melis (un blog tutto da leggere...) intanto, afferma che “l’italiano che ha sposato la negra deve essere un disperato”; il concetto di disperazione, a quanto pare, è assolutamente soggettivo, perché dopo un’affermazione del genere a me viene da associarlo immediatamente proprio al “Professore”. Punti di vista. Come quello in cui sempre il Melis si chiede: “Vi fareste operare da questa oculista di colore?”. La domanda lecita è un’altra: “Quale grado di rispettabilità può avere oggi uno che... si fa una domanda del genere?”. Qui non ci sono molti dubbi nella secca risposta, a parte quelli dei personaggi che la pensano come il Professore, che di dubbi e confusione nelle loro testoline penso ne abbiano in abbondanza.
Il titolo dell’articolo su “la Repubblica” è “Insulti razzisti sui siti della galassia nazi”. Ecco, di nero, in questo tipo di galassie, servirebbe soltanto una cosa: un bel buco.
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