sabato 3 agosto 2019

Le Parole Urlate del Potere

Non starò qui a esprimermi sulla politica del vicepremier, perché la mia idea politica è più che chiara. Ciò che vorrei sottolineare, ancora una volta, è la modalità con cui il Potere Politico Italiano si pone oggi nei confronti dei suoi cittadini. Famoso, in questi giorni, l'ennesimo Tweet di Salvini:
Analizzarlo non è difficile, ma sicuramente fastidioso. Fastidioso perché per me, che sono strano, sia chiaro, è un colpo al cuore leggere cose come "zingaraccia, stai buona", e un "RUSPA" a caratteri maiuscoli, come a urlarlo, scritte da un Ministro della Repubblica Italiana. Perché, parliamoci chiaro, è ancor più fastidioso, orribile, penalmente perseguibile ricevere minacce di morte, ma la risposta a queste minacce, da parte di un rappresentate della nostra Repubblica, se mi permettete, dovrebbe essere diversa, dovrebbe essere la risposta di un Ministro. La risposta, in parole povere, di un Potere che è tale perché diverso, migliore, al di sopra dell'uomo della strada.
Ma, pensandoci bene, è altrettanto chiaro che Matteo Salvini ha imparato a conoscere l'italiano medio di questo particolare (e buio) periodo storico, che si aspetta da un rappresentante dello Stato non un'elevazione, non una particolare dote che lo distingui (in positivo) dall'uomo di strada; si aspetta invece, anzi vuole, pretende, che sia uno di loro a dirigerli, a comandarli, a indirizzarli verso non si sa bene cosa, ormai. Insomma, non vuole "professoroni" o "espertoni" (perché mai pretendere persone davvero competenti in quel determinato ambito?!), ma qualcuno che sia come il salumiere, l'operaio, il disoccupato o come quello che scrive cazzate su un blog. Sì, Salvini questo lo ha capito, e gliene si deve dare atto. Del resto era ed è quello che pretendono anche i suoi alleati, i 5 Stelle, che da sempre hanno dimostrato di non capire che, in un Paese normale, un Paese in grado di funzionare, a dirigere i giochi non può e non deve essere "uno di noi", perché io, perché noi, dobbiamo e dovremmo sperare che a dirigerci sia qualcuno che ne sappia di più, con doti e capacità di gran lunga superiori alle nostre, che si assuma grandi, enormi responsabilità e che sì, sia pagato a dovere per ciò che di importante farà.
Ma oggi va così. E allora ben vengano termini simili dalla bocca di un Ministro, ben vengano le goliardate "da papà", ben venga tutto purché sia come noi e con noi cavalchi le nostre paure.
Prossimo passo, dunque: cantare l'inno di Mameli ruttando.

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