Se esistesse un Oscar per il miglior singolo episodio di una Serie TV, David Lynch l'avrebbe vinto qualche anno fa, con il 3x08 di Twin Peaks. Poche volte sono rimasto così affascinato, letteralmente a bocca aperta, di fronte a un semplice episodio di una semplice Serie TV. Anche se, riflettendoci, Twin Peaks tutto è fuorché semplice. In quell'episodio, "The Return, Part 8 - Gotta light?", assistiamo alla genesi del Male, dunque alla genesi di tutto ciò che abbiamo visto e successivamente vedremo nella Serie. E non solo. Gotta light? è un'opera d'arte, dall'inizio alla fine, con il suo bianco e nero cupo, i rumori, i suoni. Ed è uno degli episodi di una Serie TV più inquietanti che abbia visto in vita mia. Sì, David Lynch avrebbe meritato un Oscar già soltanto per quella scarsa ora di pura arte visiva e sonora che è quello straordinario quanto inquietante episodio.
In questi giorni gli è comunque stata consegnata tra le mani, finalmente, la statuetta dorata. Un Oscar alla Carriera che ovviamente ci sta tutto, meritato, strameritato, ma che, episodi di Serie TV a parte, sarebbe potuto arrivare prima. 3 volte in Nomination, con "The Elephant Man", "Velluto Blu", e "Mulholland Drive", il regista statunitense non era mai riuscito però a far suo il riconoscimento. A questi 3 film (il mio preferito è senza ombra di dubbio "Mulholland Drive"), io ne avrei aggiunto un altro: "Eraserhead". Film decisamente più complicato e poco adatto a manifestazioni come quelle degli Oscar, ma a mio parere un altro straordinario capolavoro.
Arriva tardi, quindi, l'Oscar a uno dei registi più influenti della storia del Cinema. Un regista capace sempre di sorprendere con la sua cripticità, di portare lo spettatore fuori dai binari quando la strada sembra dritta e sicura, per poi, spesso, non farlo rientrare più. E ci si perde volentieri nelle opere visionare di Lynch, tra le strade e i monti di Twin Peaks, tra i piani e le scale di Inland Empire, o nel Club Silencio di Mulholland Drive.
Un regista, David Lynch, che ho cominciato ad amare già dai tempi in cui per me un film era un film e basta, un film di cui non mi interessava il regista, lo sceneggiatore, o tutto ciò che c'era dietro o intorno. Un tempo in cui, da bambino, amavo perdermi più e più volte tra le sabbie e le inquietudini, anche lì, di "Dune".
Nessun commento:
Posta un commento