sabato 10 ottobre 2020

Stalker (1979)

Sono sempre stato affascinato dalla Fantascienza Russa, o meglio, Sovietica. E dopo aver apprezzato tantissimo un grande classico come "Solaris", sono andato a ripescare un'altra grande opera di Andrej Tarkovskij: "Stalker"
Rispetto a Solaris, però, questo film si discosta decisamente dalla Fantascienza Classica, fatta di Viaggi Interstellari e Pianeti misteriosi. Qui siamo sulla Terra, in una particolare Zona della Terra, dove le leggi naturali sembrano non comportarsi come dovrebbero per via di un meteorite, di una navicella aliena, di qualcosa caduto dal cielo, di... non si sa bene cosa. Ma non solo: si narra, infatti, che in una stanza all'interno della Zona, protetta militarmente dal Governo, si possano avverare i propri desideri più segreti. Per questo motivo due uomini, che conosceremo come Il Professore e Lo Scrittore, cercheranno di inoltrarsi nella Zona per raggiungere la Stanza dei Desideri, grazie all'aiuto di uno Stalker, una guida illegale esperta della Zona. Comincerà così un viaggio che muterà nel colore, un passaggio che consegnerà anche lo spettatore ai misteri e ai segreti della Zona, in compagnia dei due protagonisti che incarneranno due diversi approcci rispetto a quella loro missione: un approccio intellettuale, quello dello Scrittore, in evidente contrasto con quello scientifico del Professore. Senza mai dimenticare un altro punto di vista: quello dello Stalker che li accompagna. 
Il film, affascinante, enigmatico, straniante come pochi, alla fine ci farà scoprire molte cose sulla stanza e sui desideri degli uomini protagonisti del viaggio, ma allo stesso tempo ci lascerà con molte domande a cui, chissà, forse riusciremo a rispondere in maniera del tutto personale. Molto bella, poi, la scena finale.
In definitiva, un film straordinario, ma non per tutti. Ancora una volta, i paladini del Troppo Lento per i Miei Gusti devono starne alla larga: "Stalker" non ha assolutamente bisogno dell'azione per smuovere curiosità e attenzione. E coscienze.
(VOTO: 10 - Esprimi un Desiderio)

9 commenti:

  1. Capolavoro di genere e di tecnica. Sto cercando il romanzo da cui è tratto da tempo

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  2. Io l'ho messo in lista sia su Amazon che su IBS. Mi sembrano due edizioni diverse... dovrò decidermi!

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  3. E' un film completo. Forse è l'immagine della nostra vita.

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  4. Assolutamente Gus. Una grande opera.

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  5. Questo potrei averlo visto, in passato, ma non ricordo: è grave.
    Non mi spaventano, infatti, le opere lente. Anzi.
    Certo non sempre si possono vedere, almeno io.
    Comunque, trama interessante e molto metaforica.
    Dovrei provare a rivederlo per capire se lo conosco già! :)

    Moz-

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  6. La differenza è sempre la solita: opere lente brutte e opere lente belle. Così come capita con gli action.
    Comunque, per te che non impazzisci per la fantascienza, questo è un film che avresti potuto vedere. O vedere se scoprissi di non averlo fatto :)

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  7. Non guarderò mai un film di 161 minuti che ha la lentezza tra le sue caratteristiche (ho visto una clip chiave su youtube e la lentezza è veramente un difetto), ma...
    è un capolavoro il messaggio di questo film.
    SPOILER
    La stanza realizza il desiderio del subconscio, così se noi entrassimo lì dentro per ridare vita o salute a una persona cara, finiremmo invece per fare esaudire, inconsapevolmente, un desiderio più materialistico e legato a noi stessi.
    E' una concezione molto pessimista dell'uomo, ma è così: materialismo e individualismo sono caratteri innati all'uomo, secondo me.
    Naturalmente cresciamo con valori che ci permettono di superare queste condizioni, ma dove - nella stanza - non agiscono coscienza e ragione - siamo messi a nudo nel nostro individualismo e nel nostro egoismo.

    ps la stanza per lo stalker credo che sia un po' un segnale di speranza...ma lui sarebbe riuscito a guarire la figlia o avrebbe realizzato un desiderio molto più materiale?

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  8. Credo di averlo visto in passato.
    Serena domenica.

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  9. @Riky: per me la lentezza, se vogliamo chiamarla banalmente così, non è mai stata un difetto, anzi. Tantomeno la lunghezza. Come detto, poi, a fare la differenza è la qualità. Ci sono film veloci e che durano 80 minuti, di cui mi sono pentito di aver perso quell'ora e venti di tempo della mia vita.
    Sul finale: l'enigma che ti poni è proprio quello che il film vuole porre a noi stessi. Ed è un bel dilemma...

    @Cavaliere oscuro: grazie, e buona domenica anche a te! ;)

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