Il primo film di Donato Carrisi, tratto dal suo omonimo romanzo, è un esordio da regista davvero niente male. "La Ragazza nella Nebbia" parte subito bene, tra la nebbia di un paesino tra le Alpi, e l'entrata in scena di un personaggio che farà il buono e il cattivo tempo per tutta la durata del film. Subito troviamo infatti uno stravolto agente Vogel, vittima di un incidente stradale ma con addosso del sangue che non sembra essere il suo. E lo troviamo davanti allo psichiatra del paese, svegliato in piena notte per analizzare, o meglio interrogare l'agente. Ecco allora che le vicende narrate torneranno indietro (ma non troppo) nel tempo, proprio nel momento dell'arrivo di Vogel nel piccolo paese di Avechot, per provare a far luce sulla scomparsa della giovane Anna Lou. Comincerà così una storia che ci mostrerà il più che discutibile modus operandi di Vogel, capace di attirare l'attenzione mediatica sulla vicenda e dare in pasto alla folla un colpevole; o almeno un presunto tale. Del resto, scopriremo subito che Vogel già in passato si è imbattuto in errori di valutazione decisamente gravi...
In quest'opera ci viene mostrato tutto il mostruoso ingranaggio della macchina mediatica scatenata dopo un fatto di cronaca nera. Ne abbiamo avuto tanti esempi negli ultimi anni, e quindi ciò che andremo a vedere nel film non ci è nuovo: il processo mediatico, la caccia all'assassino, anzi al Mostro, la santificazione della vittima e, perché no, la spietatezza di certa gente a cui importa soltanto una cosa: chiudere il caso per tenere a bada la pressione del cittadino medio. Tutto questo accade puntualmente nel film di Carrisi, che però ci regalerà passaggi davvero interessanti che riusciremo a cogliere soprattutto dopo aver visto il finale. Perché se tutto sembra essere confuso e complicato, durante la visone del film, in definitiva non lo è mai stato.
Buone le prove degli attori (c'è anche Jean Reno, nel ruolo dello psichiatra), anche se forse qua e là si nota qualche eccesso di teatralità; ma con Toni Servillo e Alessio Boni, ci può stare. Buono anche il finale, con un doppio colpo di scena... anche se, devo ammettere, quello della scena finale un po' me l'aspettavo.
Ottima la prima di Carrisi in un lungometraggio, dunque, che si confermerà anche con il successivo, "L'Uomo del Labirinto".
(VOTO: 8 - Luci e Ombre tra la Nebbia)
Sai che sto film l’ho trovato in DVD assieme a Tre manifesti a prezzo veramente stracciato al supermercato forse due anni fa’.
RispondiEliminaL’ho visto è l’ho trovato un bel film.
Un gioco di scatole cinesi che prende.
Suspence veramente fino al finale.
E che finale poi.
Meritatissimo il tuo otto.
So che è stato uno dei film più visti quell’anno al cinema.
Ma nelle classifiche dell’anno finali pensavo arrivasse al podio tra i primi tre...vabbè ma c’erano pure quell’anno Dundirk e Thor😂
Ciao Guido.
Hai fatto un ottimo affare allora, perché come abbiamo già avuto modo di discutere, Tre Manifesti è piaciuto anche a me!
EliminaBeh, giusto il podio di Dunkirk (anche se non è tra i miei preferiti di Nolan), un po' meno quello di Thor... ma quando si parla di incassi va così ;)
Ciao Max!
"In quest'opera ci viene mostrato tutto il mostruoso ingranaggio della macchina mediatica scatenata dopo un fatto di cronaca nera".
RispondiEliminaTema ben sviluppato peraltro già negli anni '70 da "Il mostro" e ovviamente dal celebre "Sbatti il mostro in piena pagina" (film dalle forte connotazioni politiche).
"Il Mostro" con Dorelli lo ricordo bene! Ma sai che invece "Sbatti il mostro in prima pagina" non l'ho mai visto? Recupererò!
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