lunedì 1 febbraio 2021

L'Uomo del Labirinto (2019)

A volte proprio non capisco perché alcuni film debbano essere stroncati soltanto perché... italiani. È assurdo come in ambito culturale (soprattutto per quel che concerne Serie TV e Film) ci sia una sorta di anti-patriottismo. Non è scampato a questa sorte neanche "L'Uomo del Labirinto", di Donato Carrisi.
Iniziamo subito col dire che lessi il libro appena uscito, ma nonostante siano passati ormai tre anni, devo dire che ricordavo perfettamente tutta la storia. Al riguardo, l'uscita di una versione cinematografica mi aveva lasciato un po' perplesso, proprio per la struttura della narrazione nel libro. Cerco di spiegarmi meglio: è decisamente più semplice raccontare certe cose, in una certa maniera, senza mostrare nulla. La narrazione scritta ti permette cose che in quella visiva non puoi permetterti, altrimenti salterebbe subito tutto. Era questa la mia riserva nei confronti di questo film. Finalmente nell'ultimo weekend sono riuscito a guardarlo, e devo dire che la messa in scena del romanzo è stata all'altezza della situazione. Ma spendiamo innanzitutto due parole per descrivere un po' la storia del film (e del romanzo) di Carrisi: scomparsa - perché rapita - ben 15 anni prima, Samantha Andretti viene finalmente ritrovata, in stato di shock e ferita. Ricoverata in una stanza d'ospedale, per aiutarla a ricordare cosa le sia successo in quegli ultimi terribili 15 anni c'è il dottor Green, che cercherà di scoprire l'identità dell'Uomo del Labirinto, il carceriere di Samantha. All'esterno, intanto, anche l'investigatore Bruno Genko, già ingaggiato dalla famiglia di Samantha tempo prima, cercherà di scoprire la verità prima della fine delle sue ore, ormai agli sgoccioli per colpa di una malattia cardiaca incurabile. Due piani di narrazione che ci aiuteranno pian piano a entrare nella storia della ragazza; e nel suo Labirinto...

Ottime prove degli attori (Dustin Hoffman e Toni Servillo non hanno bisogno di presentazioni), buon ritmo, la storia raggiungerà il culmine verso i minuti finali, che regaleranno allo spettatore un colpo di scena davvero interessante; anzi, direi più di un colpo di scena. Anche se c'è da dire che la forza di quelli letti nel libro è decisamente più intensa e spiazzante, ma qui torniamo al discorso iniziale. Il film riesce comunque a tenere lo spettatore col fiato sospeso fino alla fine, chiudendo in maniera perfetta il cerchio con un'ultima scena azzeccatissima; ma non posso dirvi altro.
Un'ultima considerazione: forse c'è da chiedersi se la maggior parte dei giudizi negativi sarebbero stati diversi se invece di "L'Uomo del Labirinto" ci fossimo trovati di fronte a un "The man of the Labyrinth"; insomma, alla classica produzione internazionale. E io scommetto proprio di sì. Ma teniamoci ben stretti film italiani di questo tipo, perché penso che se ne vedano davvero pochi di questo livello. Buona anche la seconda (dopo "La Ragazza nella Nebbia"), quindi, per Donato Carrisi in veste di Regista.
(VOTO: 8 - Nella mente della vittima)

13 commenti:

  1. Sicuramente è come dici.
    Molte volte tendiamo a snobbare cose solo perché italiane, mentre se le avessero spacciate per americane sarebbero state più fighe.
    Non conosco il film, ma sorrido per una questione mia, assurda... XD

    Moz-

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  2. Di mio stronco con egual cura e misura sia gli stranieri che gli italiani. Non ho pregiudizi anche se, ovvio, non siamo al livello di certa cinematografia estera. Credo di non aver offerto una chance a questo film, oppure l'ho cancellato senza neanche recensirlo (a volte accade..). Ora do' un'occhiata.. ;)

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  3. E' un film leggermente kafkiano. Da vedere.

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  4. @Moz: con quel sorriso però mi metti curiosità! 😆

    @Franco: anch'io non guardo in faccia a nessuno; che terribili recensori, che siamo! 😅
    Comunque sì, dagliela una chance...

    @Gus: ti dirò... la storia è meno assurda di quello che si possa pensare ;)

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  5. Gli ho dato una chance. Purtroppo devo convenire con i "distruttori", l'idea base di due storie parallele avrebbe potuto avere senso, ma la machiavellicità inconsulta, i personaggi di contorno tutti eccessivi, le scenografie improbabili, l'ambientazione quasi da video gioco, il Santa Caterina dove finiscono tutti (omicidi, covid, malati di cuore, rapiti, etc), gli arzigogoli accumulati fino alla caciara finale, costruita apposta per far pubblicità al prossimo film di Carrisi.. e ti assicuro che se fosse stato targato "stranger", come uno Shutter island qualsiasi, lo avrei squalificato ugualmente..

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  6. @Franco: a dire il vero io di scenografie improbabili ho trovato soltanto quelle in macchina quando Genko è in viaggio ;) Comunque sono gusti... a me è piaciuto molto il libro, e il film l'ho trovato molto fedele. Sul finale... beh, non so se si tratta di una pubblicità al prossimo film (e potrebbe anche starci, in un'ottica di sequel), ma di sicuro è una citazione al primo libro, Il Suggeritore, che a me è piaciuto ancora di più.

    @Moz: la curiosità cresce! :D

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  7. Certo non tutto quello che è italiano è brutto, sennò saresti come Stanis La Rochelle che definisce "trooppo italiano" ciò che non gli va a genio da recitare. Cose carine se ne vedono, infatti sono un sostenitore accanito di Sibilia che con la trilogia di Smetto Quando Voglio e L'Isola Della Rose si conferma uno che il cinema lo sa fare con divertimento e intelligenza. Poi però giri la medaglia e vedi Il Talento Del Calabrone (da me ne ho già parlato) e ti accorgi di quanto si riesca a lavorare male. Te lo consiglio proprio per farti due risate con Anna Foglietta che fa la Milla Jovovich di Resident Evil. Potrei anche citarti l'ultimo capolavoro di Boldi e De Sica, ma lho evitato come la peste😂😂😂

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  8. Concordo su Sibilia, anche se mi manca proprio l'Isola delle Rose che vedrò a breve. Il Talento del Calabrone ce l'ho in lista... ne avevo sentito anche parlare bene. Provvederò e mi farò un'idea ;)
    Su Boldi e De Sica... no, non credo di poter arrivare a tanto. E citando sempre Boris, chissà se Neri Parenti, come Ferretti, dopo aver visto i suoi ultimi film si lasci sfuggire qualche "Mamma mia la monnezza che ho fatto..." :D

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  9. Non avendo letto il libro, né visto il film, ti domando: quanto di italiano c'è? Perché a leggere la trama, mi sembra ci sia di poco, di italiano, in una storia del genere. Noi italiani, nel bene o nel male, abbiamo la nostra tradizione. Poi sì, Pupi Avati pesca in questa tradizione e il suo Signor Diavolo divide nettamente...

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  10. Hai posto un'ottima domanda, perché in effetti non ce n'è tanto. A cominciare da una cosa che non ho mai amato di Carrisi, sia nei libri che nei film (ovviamente): ricorrere a nomi stranieri o fare addirittura un misto.
    Comunque è da tanto che aspetto per vedere Il Signor Diavolo... e credo sia arrivato il momento :D

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  11. A proposito di italiani.. appena visto Il grande passo, con Fresi e Battiston, fiaba tutta italiana e Gran Bel cinema..

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  12. Devo recuperare anche questo. E ti ringrazio per avermelo ricordato, visto che all'epoca vidi il trailer e mi incuriosì molto, tanto da aver pensato di andare a vederlo al cinema.

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