Stavolta, per spendere qualche parola sull'ultimo libro di Stephen King, "Later", voglio partire dalla fine: nonostante sia un suo grande fan, ho sempre ammesso che di solito i finali di King mi lasciavano quasi sempre un po' perplesso, spesso deluso. Ed è proprio per questo che stavolta voglio iniziare ad esprimermi sul finale, perché "Later", nella sua parte conclusiva, non mi ha deluso affatto.
Specifichiamo però una cosa: a me il libro è piaciuto, certo, ma credo ci sia bisogno di sottolineare che a mio parere si tratta comunque di un romanzo piuttosto semplice rispetto al King classico di qualche anno fa. Il fatto che tutta la storia raccolga soltanto una manciata di personaggi, poi, la dice lunga su quanto possa sembrare un libro poco kinghiano allo zoccolo duro dei fan dello Scrittore. Una storia che conta dunque pochi personaggi, e che, se vogliamo analizzarlo fino in fondo, non ne esplora nemmeno poi tanto le vite, il passato, i rapporti. Ma questo, credo, potremmo anche giustificarlo con il fatto che il romanzo sia scritto in prima persona. Il protagonista è infatti il giovane Jamie Conklin, che, senza fare alcuno Spoiler come sempre, scopriremo avere un dono. Questa sua particolarità, e che sposterà questo romanzo sul piano del paranormale (tra l'altro il protagonista ci terrà più volte a sottolineare che si tratta di una storia dell'orrore), lo porterà inevitabilmente a vivere situazioni che avrebbe sicuramente evitato volentieri, e che gli faranno capire ben presto che la linea tra bene e male non è poi sempre così marcata. Soprattutto se si varcano certi limiti.
Storia non proprio originale, ma scritta maledettamente bene. Anche perché, si sa, il punto forte della narrazione di Stephen King è proprio questo suo modo di raccontare, che ti tiene lì incollato alle pagine. Il fatto poi che questo romanzo, contrariamente, come detto, alle sue storie più classiche, sia molto più leggero e scorrevole, lo rende un libro che si legge tutto d'un fiato. Una cosa, questa, che contrariamente a quello che avrei pensato qualche anno fa, periodo in cui di King amavo molto di più le storie complesse e ricche di personaggi, stavolta non mi è dispiaciuta. Sarà anche perché forse avevo bisogno, in questo periodo, di una lettura veloce. E se da una parte la forza di questo romanzo, per quanto mi riguarda, stia proprio nel ritmo serrato che ti fa andare avanti senza pause e senza aver mai voglia di smettere di leggere e girare pagina (ma questo è puro King, signori), devo ammettere che dall'altra sono rimasto un po' deluso, come già accennato, per le storie e i dettagli dei personaggi, direi non proprio approfonditi come ci si aspetterebbe in una sua classica storia.
Ma c'è anche un'altra cosa che non mi ha convinto del tutto, ovvero una certa leggerezza, una certa maniera semplicistica nello svelare un mistero vissuto dal protagonista, così come era già accaduto in "The Outsider". Insomma... là fuori succedono un sacco di cose, ragazzi, e difficilmente ci si becca al primo colpo...
Immancabile marchio di fabbrica di King, ormai, sono presenti anche qui i mitici Pantaloni Color Cachi. Mi sembra di averli incontrati almeno tre volte.
Ma anche la storia, in fondo, ricalca terreni scritti e riscritti da Re del Brivido, visto che si tratta di un tema a lui molto caro: quello dello Scrittore per mestiere; e di chi gli gira intorno, in questo caso.
Come già detto, la storia si conclude con un buon finale, e non soltanto per il colpo di scena.
Bella la copertina, in uno stile che abbiamo già visto in "Colorado Kid", "Later", dimenticando i fasti di un tempo che difficilmente torneranno, è in definitiva un buon romanzo, che a mio parere potrebbe piacere un po' a tutti i Fedeli Lettori di Zio Steve.
(VOTO: 7 - Parla con loro)
L'amico Pirkaf invece è rimasto in parte deluso da questo romanzo di King. Gli ho chiesto: "quindi King si è fatto condizionare anche lui dai tempi della nostra società, nella quale tendiamo a divorare un po' tutto?".
RispondiEliminaLa risposta è stata no e che King volesse scrivere un romanzo pulp.
Ti lascio il link
https://pirkaff.blogspot.com/2021/03/later-stephen-king.html
Infatti avevo visto nel mio blogroll che se n'era occupato anche lui, ma ho evitato qualsiasi commento o recensione fino a quando non ho finito il libro, per evitare condizionamenti :D Adesso finalmente potrò leggerlo.
EliminaCi sta comunque restare delusi, è un romanzo che si allontana un po' dal classico King di un tempo. Ma quel King, secondo me, ormai non c'è più.
Devo dirti che volevo leggerlo ma sono cresciuto col vecchio King e ultimamente faccio una fatica del diavolo a leggerlo.
RispondiEliminaPer affrontarlo, infatti, direi che dovresti dimenticare il vecchio King :)
EliminaLo leggerò, anche a costo di restare deluso. Perché King va sempre letto: è un imperativo! :-)
RispondiEliminaUn imperativo a cui obbedisco da sempre anch'io... :D
EliminaIl King di Later è diverso. Molta psicologia e zero terrore.
RispondiEliminaDiciamo che un po' tutto il King degli ultimi anni è diverso. Qui di terrore in effetti non ce n'è tanto... ma quel poco diciamo che stavolta mi è bastato ;)
Elimina"..senza aver mai voglia di smettere di leggere e girare pagina (ma questo è puro King, signori)" L'ho letto molto piacevolmente proprio per il motivo che comunque sottolinei.. veloce, leggero, ironico ("Non è Il sesto senso" precisato più volte..).. ovvio non siamo dalle parti di strutture complesse alla 22.11.'63.. e neanche nei pressi dei micidiali racconti de Il bazar dei brutti sogni o Se scorre il sangue, tanto per non andare troppo indietro.. ma King scrive ormai col pilota automatico... "come vi ho detto, questa è una storia dell'orrore" .. ma riesce a farsi leggere anche da chi, alla fine, l'horror lo schifa abbastanza.. ;)
RispondiEliminaEsattamente. La forza di King sta tutta lì... nell'arte del raccontare :)
EliminaSe poi quella sua arte la usa per raccontare capolavori come il citato 22/11/63... allora siamo al TOP! ;)
Io sono un lettore del primissimo King, poi purtroppo l'ho perso di vista e non sono riuscito più a leggerlo. Ho sul comodino traballante "Shining", che dopo l'entusiastica visione del film per il quarantennale, voglio leggere (magari in vacanza), ho divorato il Linus di mesi fa a lui dedicato e potrei ricominciare anche da questo, per la bellissima copertina, per i pochi personaggi, per il racconto diretto... sì, non sono un kinghiano classico, ma invidio chi, come te, riesce a leggerlo costantemente.
RispondiElimina"Shining" va assolutamente letto. E ti annuncio, come credo già saprai, che le differenze col film ci sono eccome ;)
EliminaQuesto "Later" si legge davvero senza particolari sforzi, ma una cosa è certa: come ho detto anche ad Andrea poco sopra, per quanto sia una buona lettura, non ha niente a che vedere con il primissimo King di cui parli :)
Io sono sempre contento quando leggo che a tanti King riesce a piacere ancora, e come te, ci sono una miriade di persona a cui questo libro è piaciuto.
RispondiEliminaIo purtroppo pur comprendendo il senso del libro in questione, l'ho trovato piuttosto banale e con un concept ormai stra-abusato non solo in letteratura, ma anche nel cinema e nelle serie Tv.
Detto questo, sono comunque contento di averlo letto, e credo che leggerò anche i prossimi romanzi, perché comunque parliamo di uno dei miei scrittori preferiti. :-)
Come ti ho già scritto sul tuo blog, capisco benissimo le tue perplessità. Ci stanno tutte.
EliminaComunque anch'io credo che non lo abbandonerò mai. Tra l'altro, prolifico come sempre, è già pronto il prossimo... :D