domenica 27 marzo 2022

Drive my Car (2021)

Stanotte si assegneranno gli Oscar, e nonostante mi fossi posto l'obiettivo di guardare il maggior numero possibile di pellicole candidate, ahimè ho fallito miseramente. Ma visto che qualche tempo fa sono riuscito comunque a guardare il film di Sorrentino, avevo così deciso di concentrarmi soltanto sui concorrenti di "È stata la mano di Dio" nella categoria "Miglior Film Straniero". Oltre al film italiano, però, sono riuscito a portare a termine soltanto altri due film, "Flee" e "Drive my Car".
La scelta sul film di cui parlare per primo è stata abbastanza semplice: è caduta infatti sul film giapponese di Ryusuke Hamaguchi, "Drive my Car". La scelta, però, non è stata dettata dal gradimento, quanto dal fatto che sembra essere il film che probabilmente riuscirà anche a vincere la categoria più importante, quella di "Miglior Film".
Dunque, parlavo di gradimento: io ci ho sempre tenuto molto al mio ruolo di spettatore semplice, e questa mia semplicità, a quanto pare, è emersa ancora una volta, con prepotenza, di fronte all'osannato capolavoro "Drive my Car". Dei tre film che ho citato, infatti, è quello che mi è piaciuto di meno, e non mi faccio particolari problemi ad ammetterlo: come dico spesso, non sono un critico, né, per carità, un esperto (direte voi: "E si vede!"; risponderò io: "Se fossi un esperto o un critico probabilmente ci camperei, scrivendo 'sta roba").
Ma torniamo a "Drive my Car"...

Nel film ci viene raccontata la storia del regista e attore Yusuke, che dopo aver vissuto una tragedia (in realtà sono due) familiare cerca di riprendersi anche e soprattutto attraverso il suo lavoro, che lo vede impegnato nella cura di una rappresentazione teatrale multilingua di "Lo Zio Vanja" di Čechov. Ad aiutarlo, sarà un particolare rapporto che si instaurerà con la sua autista. 
E veniamo subito al punto:
È un film fatto bene?
Benissimo!
Ti è piaciuto? 
No.
Come ho già scritto, non mi sono mai fatto problemi ad ammettere i miei limiti di fronte a certe opere. E probabilmente dev'essere anche questo il caso, se tutti ne parlano così bene. E in effetti, come detto, il film è girato benissimo, e ha una fotografia pazzesca; insomma, tecnica straordinaria. E il resto?
Cari espertoni (ma mi ci gioco una porzione di popcorn che tanti di quelli che gridano al capolavoro si sono semplicemente accodati al pensiero generale), chiudete gli occhi e non leggete: per il resto mi sono annoiato come non mi capitava da anni a questa parte. A parte i primi 40 minuti (ah, quasi dimenticavo: il film dura 3 ore) che, si scoprirà poi grazie all'arrivo dei titoli di testa, si tratta di una sorta di lungo prologo, il film mi ha annoiato a morte. La storia del regista e attore Yusuke, dopo quei primi 40 minuti in cui il film mi aveva effettivamente conquistato, scivola poi via per le restanti 2 ore e mezza in un continuo di silenzi, dialoghi a mio parere non certo leggendari, e un'evoluzione lenta, lentissima dei due protagonisti principali che, in fin dei conti, punta a coinvolgere ed emozionare. Io di fronte a quest'evoluzione, però, sono rimasto alquanto freddo. Insomma, sarà perché da sempre la cultura giapponese (e quindi di rimando la loro visione di vita quotidiana, ergo anche come girare un film che parla di vita quotidiana) non mi ha mai affascinato, sarà perché non conosco minimamente l'opera di Čechov di cui si parla per buona parte del film (e sì, ragazzi, sono ignorante; mica come tutti i critici dell'ultim'ora che già mangiavano lo Zio Vanja a colazione tutti i giorni), la storia di Yusuke non mi ha lasciato praticamente nulla. Zero. 
D'altro canto, ci troviamo però di fronte oggettivamente a un'opera girata benissimo. Come ho detto e ripeto, per me la fotografia di questo film in alcuni momenti è pura poesia. Ma in un film di tre ore, tre, questo a mio parere non può bastare per definirlo un capolavoro. Manca, a mio parere, una solida base su cui poi allestire ciò che poi in effetti Hamaguchi ha allestito con maestria, oppure una base che sia quantomeno più ridotta, perché davvero, dopo il prologo ho faticato tantissimo per restarvi ancorato.
Tra l'altro il film è basato su un racconto di Murakami, contenuto nell'antologia "Uomini senza donne"
Per chiudere: dopo tutti i film che ho visto, di certo non posso relegare "Drive my Car" tra i film brutti, perché brutto non lo è. Posso però metterlo tra quelli che non mi sono piaciuti e che non rivedrò. Perché, se da ciò che sento in giro per un film del genere c'è bisogno di cogliere profondità poetiche, io, ahimè, non sono riuscito a spingermi così nel profondo. Limite mio.
E me ne farò una ragione. 
VOTO (da 1 a 5): 🍿🍿🍿 - Lenta Profondità

12 commenti:

  1. Drive My Car è troppo bello per non vincere.
    E' l'unico film che insegna a perdonarsi e perdonare.

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    1. Lo poteva insegnare anche con qualche minuto in meno, però :D
      A parte gli scherzi, buon film, ma per me non merita di vincere. Parere personale ;)

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    2. Il film si divide un due parti. Il prologo e lo svolgimento.
      Il prologo è relativo alla colpa del regista, lo svolgimento riguarda il perdono degli altri e del proprio.
      E' lungo e ci vuole concentrazione.

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  2. Diverse persone che conosco usano gli Oscar come indizio certo che NON val la pena di vedere i film vincitori. Non la penso esattamente a quel modo ma, in certi casi, non posso che essere d'accordo. Potrei citarne alcuni ma mi astengo - sul film in questione comunque non so nulla.
    Diciamo che chi sovverte completamente gli schemi del cinema con sperimentalismi bislacchi, o si dilunga troppo, o si balocca con intellettualismi per pochi iniziati rischia decisamente di non piacermi, salvo qualche eccezione. Trovo ridicolo chi "fa finta di aver apprezzato" per non fare la figura del fesso. Può darsi che uno non sia destinatario di un certo messaggio riservato a pochi eletti che condividono un qualche tipo di linguaggio o discorso, non dovrebbe esserci problema ad ammetterlo.

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    1. E' da una quindicina di anni - escluso Birdman - che gli Oscar sono discutibili..

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    2. Ben venga la sperimentazione, ben vengano i film lunghi e lenti, ma questo proprio non l'ho capito. Per fortuna, alla fine, non ha vinto il premio come miglior film, ma come ho scritto sotto al post di Franco, per me è esagerato anche quello come miglior film straniero; e vabbè...
      Comunque effettivamente mi è capitato spesso di restare molto, molto deluso dopo aver visto un film premiato agli Oscar.

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  3. Non mi sono mai interessato degli Oscar. Drive My Car è un film particolare.
    Bruno, guardalo e poi sei in gradi di valutare.

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    1. Particolare lo è, Gus, ci mancherebbe. E come ho scritto, è anche fatto molto bene. Ma passare per capolavoro proprio no.

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    2. Il mio scetticismo non era per il film in questione ma per gli Oscar e i loro meccanismi. Drive My Car spero di vederlo presto, incrociando le dita.

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  4. Ne ho parlato da me, e non bene. E' un tipo di perdono e redenzione particolare - come sottolinea Gus - ma parla anche bene delle Saab, e là avrebbe potuto velocizzare.. ;)

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