venerdì 25 marzo 2022

Richard Chizmar & Stephen King - La Scatola dei Bottoni di Gwendy

Mi capita molto raramente di leggere un libro più di una volta, soprattutto perché con tutta la roba non letta che c'è in giro, tra grandi classici e novità, e il poco tempo libero che un povero cristo come me riesce a ritagliarsi, faticherei davvero parecchio a non definire "sprecato" il tempo passato a rileggere qualcosa di già conosciuto. E, vi assicuro, a volte proprio non riesco a capire come facciano alcuni ad annunciare beatamente (come leggo su qualche pagina Facebook o su qualche Forum) che sono alla quarta, quinta, sesta rilettura di questo o quel libro; non so se invidiarli o meno. Forse meno.
Ma tornando al libro protagonista del post: la prima volta che lessi "La Scatola dei Bottoni di Gwendy" fu nel periodo dell'uscita, esattamente quattro anni fa, e non mi entusiasmò per niente. Un romanzo brevissimo (forse più un racconto lungo) scritto da Richard Chizmar, che praticamente riprende una storia iniziata da Stephen King, e che quest'ultimo non era riuscito a sviluppare. Nonostante la mano dello zio Steve (in pratica poi King ha contribuito alla storia rivitalizzata da Chizmar), quindi, non riuscì a coinvolgermi in pieno, tanto che rinunciai addirittura a prendere il seguito, "La Piuma Magica di Gwendy", chiudendo dunque la pratica. E allora, vi chiederete voi, perché diavolo te lo sei andato a rileggere, dopo la premessa che hai fatto?!
Per colpa del Ka, vi risponderei se foste tutti amanti della Torre Nera, cosa che in un mondo buono e giusto dovrebbe accadere. Ma visto che non viviamo (per niente) in un mondo del genere, ve lo spiego meglio...

Dopo il secondo capitolo, poco più di un mese fa è uscito il terzo e conclusivo libro di questa Trilogia: "L'Ultima Missione di Gwendy". E a rimettere tutto in gioco è stata proprio la copertina di quest'ultimo volume. In bella mostra, infatti, dietro al Signor Farris con la sua bombetta in testa, eccola... in tutta la sua cupa e spettrale bellezza: la Torre Nera.
Il richiamo della Torre, dunque, è stato troppo forte, e la sola idea che nell'ultimo capitolo della Saga di Gwendy si potesse respirare un po' dell'aria del Medio-Mondo ha fatto sì che riprendessi in mano "La Scatola dei Bottoni di Gwendy" (perché della storia ricordavo molto poco, a essere sincero), per poi recuperare la Piuma e, infine, l'Ultima Missione... quella dove (spero, per il momento sono quasi a metà) si troverà qualcosa di inerente alla Torre Nera.
Riletto in due giorni, "La Scatola dei Bottoni di Gwendy", così come alla prima lettura, non mi ha entusiasmato particolarmente. L'approccio, però, è stato diverso: quattro anni fa pensavo che la storia fosse finita lì, anche se devo ammettere che l'arrivo del secondo capitolo, come detto, non mi aveva comunque smosso dal mio giudizio di lettore deluso. Stavolta, dunque, sapendo di avere tra le mani i tre volumi che completano la storia, ho letto la Scatola dei Bottoni con più... apertura
La storia che ci viene raccontata è quella di Gwendy Peterson, una ragazzina di dodici anni che vive a Castle Rock. Gwendy è spesso bullizzata per via del suo fisico rotondetto, e questo la spinge a correre tutte le mattine sulla "Scala del Suicidio" (un posto che deve il suo nome a eventi tragici passati). Un giorno, però, Gwendy in quel posto farà l'incontro che le cambierà la vita: uno strano uomo vestito di nero che indossa una bombetta in testa. Il suo nome è Richard Farris, e ha un regalo per lei. Un regalo molto, molto speciale: una scatola di mogano con una serie di bottoni colorati. Ma cosa significano quei bottoni? Cosa succederebbe se schiacciasse il rosso, il verde, o, peggio ancora, il nero? Lo scopriremo molto presto leggendo la sua storia...
Ah, quasi dimenticavo: la Scatola regala anche cioccolatini a forma di animali e monete molto preziose...
Una storia che si legge molto velocemente, e nonostante abbia di fondo un tema e un respiro globale, il difetto principale di questo racconto è che alla fine dà sempre l'impressione di restare limitato in confini ben precisi. Il finale, poi, ci lascia un senso di incompiuto, che si spera venga poi risolto grazie agli altri due capitoli (come detto, in questo momento sono quasi a metà dell'ultimo).
Da sottolineare che nel volume sono presenti anche delle Illustrazioni (ma non tante), che vanno ad arricchire la storia. 
In definitiva, proprio alla luce del fatto di aver già letto il secondo libro, sento di non dover bocciare del tutto questo primo capitolo. Ma sia chiaro: "La Scatola dei Bottoni di Gwendy" deve essere affrontato non come un libro di King, altrimenti la delusione sarà tanta. Delusione che, vi anticipo, arriverà forte e decisa con il seguito, "La Piuma Magica di Gwendy"; sarà per la mancanza di zio Steve? Lo vedremo poi nel terzo capitolo, dove per l'atto conclusivo della storia King torna a scrivere insieme all'amico Chizmar.
VOTO (da 1 a 5): 📙📙📙 - Maneggiare con Cura







2 commenti:

  1. In tutta onestà ho letto questo volume, ma ho fatto a meno di leggere gli altri due, la storia non è che mi abbia lasciato un granché, mi è sembrato più un tentativo di spingere la carriera di Chizmar.

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    1. Sì, ti capisco benissimo, e pensa che alla fine questo primo l'ho rivalutato proprio alla luce del secondo, davvero indecente. Ma come ho scritto, il richiamo della Torre è forte, e spero che qualche rimando a quel mondo ci sia, nel capitolo conclusivo...

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