Il film, tratto dal racconto breve di Fantascienza di Ray Bradbury "Rumore di Tuono", ha come argomento il Tempo e i Viaggi nel Tempo. Considerando che è del 2005, il regista ci fa fare per davvero un vero e proprio viaggio nel tempo nella visione del film, visto che grazie agli effetti speciali (e non solo) sembra un film girato probabilmente negli anni ’80. No, per chi non ne è al corrente, “Il Risveglio del Tuono” non potrà mai essere considerato un film del 2005. Vada per i tagli al budget (comunque molto alto) e per i problemi di Produzione, ma presentare un film così come "Colossal fantascientifico dell'anno (2005)"... non si può.
Passando alla storia, le cose più belle arrivano ovviamente dai riferimenti al racconto di Bradbury: nel 2055, scoperto il modo per tornare indietro nel tempo, ecco che arriva subito il business, con l’organizzazione di costosissimi safari nella Preistoria a caccia di Dinosauri. I viaggi nel Tempo sono sicuri e ben organizzati, ma è importante, ovviamente, non contaminare il passato, non apportare alcun cambiamento perché, come ci racconta Bradbury, anche il più piccolo cambiamento potrebbe portare a grandi cambiamenti nel corso dei milioni di anni a venire, e farci tornare in un “Presente” differente da quello da cui eravamo arrivati (il Dinosauro cacciato dal gruppo-safari era infatti destinato comunque a morire di lì a pochissimo). E così succede che nel nuovo Safari Preistorico arriva lo zampino di uno dei turisti, e al ritorno nel Presente, tutto cambia. Fin qui ci siamo, e il racconto originale viene più o meno rispetto. Poi si passa all'intervento vero e proprio del regista e dello sceneggiatore, e mettendo da parte i pessimi effetti speciali, ci si ritrova a guardare un film pieno zeppo di scene surreali e buchi di sceneggiatura (perché il vulcano che erutta?!) enormi come il povero Dinosauro impallinato. Le Onde Temporali, poi, risultano imbarazzanti e del tutto buttate lì, ricche di incongruenze e problematici risvolti nel corso della storia (che ovviamente non arriveranno perché semplicemente non affrontati). Per non parlare di un finale assolutamente ridicolo, che lascia lo spettatore disorientato (diciamo così).
Ray Bradbury, da grande scrittore qual era, nel suo breve racconto ha piazzato l’idea e i fatti, lasciando al lettore tutte le possibili conclusioni di quella storia affascinante. Il film, invece, prova a dare risposte e conclusioni, con un risultato a dir poco pessimo.
Infine, una domanda d'obbligo: che ci fa Ben Kingsley in tutto ciò?
(VOTO: 4,5 - L'Imbarazzo del Tuono)
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