Cosa penalizza così tanto gli adattamenti cinematografici di un buon romanzo o di un buon racconto? Come mai è così difficile vedere opere cinematografiche all'altezza del romanzo da cui sono tratte?
Da fan di Stephen King mi sono trovato spesso e malvolentieri di fronte a robaccia tratta dalle sue opere, e forse proprio grazie a questa mia passione per lo Scrittore americano la risposta alle domande poco sopra mi è sempre sembrata abbastanza scontata. È infatti difficile, se non davvero impossibile, adattare un'opera scritta e descritta in centinaia di pagine, a volte anche un migliaio, in un film di un paio d'ore. Oltre alla questione meramente riassuntiva, ce n'è un'altra ancora più importante: come si potrebbero mai mettere in mostra quelli che sono i pensieri, le sensazioni, le intuizioni dei protagonisti di un romanzo lì in un film, in una scena girata, da mostrare allo spettatore? Insomma, sto parlando di passaggi del tipo (metto i più classici e semplici) "Tizio provò un brivido"; oppure "Caio avvertì una spiacevole sensazione allo stomaco, come un tuffo"; o ancora "Era tutto lì, davanti a lui, nel profondo dei suoi occhi blu". Ecco... sta tutta qui la grandezza di un romanzo che non potrà mai e poi mai avere un'opera cinematografica all'altezza. Ed ecco perché, e chi conosce King lo sa bene, i romanzi dello Scrittore Horror più famoso al mondo non potranno mai avere film o serie tv a rendergli giustizia.
E a parte King, le cui opere sono spesso praticamente impossibili da adattare visivamente proprio per quella sua quasi maniacale attenzione alla psicologia dei personaggi, troviamo esempi di questa difficoltà, anzi impossibilità, anche in opere all'apparenza più semplici. Mi viene in mente ad esempio "Harry Potter", in cui troviamo proprio una certa fedeltà dei film ai romanzi nelle prime battute della Saga, tanto da reggere anche abbastanza bene, ma che quando poi comincia a farsi più complessa e approfondita, inizia a perdere miseramente il confronto.
Morale della favola? Non ce n'è una. C'è soltanto il consiglio, che poi è in definitiva una banalità, di leggere, preferibilmente prima, sempre il romanzo dell'opera che poi sarà trasformata in film o serie.
Schifezze a parte; quelle fanno cagare su qualsiasi supporto.
Da fan di Stephen King mi sono trovato spesso e malvolentieri di fronte a robaccia tratta dalle sue opere, e forse proprio grazie a questa mia passione per lo Scrittore americano la risposta alle domande poco sopra mi è sempre sembrata abbastanza scontata. È infatti difficile, se non davvero impossibile, adattare un'opera scritta e descritta in centinaia di pagine, a volte anche un migliaio, in un film di un paio d'ore. Oltre alla questione meramente riassuntiva, ce n'è un'altra ancora più importante: come si potrebbero mai mettere in mostra quelli che sono i pensieri, le sensazioni, le intuizioni dei protagonisti di un romanzo lì in un film, in una scena girata, da mostrare allo spettatore? Insomma, sto parlando di passaggi del tipo (metto i più classici e semplici) "Tizio provò un brivido"; oppure "Caio avvertì una spiacevole sensazione allo stomaco, come un tuffo"; o ancora "Era tutto lì, davanti a lui, nel profondo dei suoi occhi blu". Ecco... sta tutta qui la grandezza di un romanzo che non potrà mai e poi mai avere un'opera cinematografica all'altezza. Ed ecco perché, e chi conosce King lo sa bene, i romanzi dello Scrittore Horror più famoso al mondo non potranno mai avere film o serie tv a rendergli giustizia.
E a parte King, le cui opere sono spesso praticamente impossibili da adattare visivamente proprio per quella sua quasi maniacale attenzione alla psicologia dei personaggi, troviamo esempi di questa difficoltà, anzi impossibilità, anche in opere all'apparenza più semplici. Mi viene in mente ad esempio "Harry Potter", in cui troviamo proprio una certa fedeltà dei film ai romanzi nelle prime battute della Saga, tanto da reggere anche abbastanza bene, ma che quando poi comincia a farsi più complessa e approfondita, inizia a perdere miseramente il confronto.
Morale della favola? Non ce n'è una. C'è soltanto il consiglio, che poi è in definitiva una banalità, di leggere, preferibilmente prima, sempre il romanzo dell'opera che poi sarà trasformata in film o serie.
Schifezze a parte; quelle fanno cagare su qualsiasi supporto.
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