martedì 26 maggio 2020

Videogiochi Senza Rete: Nintendo Magazine e Telefono Magico

Parlando qualche giorno fa della mia nemesi dei videogiochi, "Another World", e ricordando al riguardo le difficoltà a cui noi videogamer di un tempo andavamo incontro, senza internet con le sue soluzioni, i suoi forum, i suoi video, mi è tornato alla mente il mitico "Nintendo Magazine", di cui dovrei avere ancora qualche copia sepolta chissà dove. Io ero iscritto al Club Nintendo nei primi anni '90, e in effetti qualche aiuto me lo diede. Se non ricordo male a fine rivista c'era la sezione dedicata ai lettori, in cui ci si scambiavano opinioni, consigli, soluzioni e indirizzi per iniziare corrispondenze. Gli indirizzi di posta, quelli a cui si inviavano lettere, imbustate, incollate e francobollate! E proprio grazie a una di queste corrispondenze, mi pare, riuscii a superare un maledetto punto in cui ero rimasto bloccato per mesi, nel videogioco per NES "Mission: Impossible", di cui magari parlerò più in là. E quella corrispondenza, a distanza di anni, mi ha ritrovato qualche tempo fa su Facebook; entrambi conserviamo ancora le missive!
Un altro aiuto antidiluviano era il numero di telefono a cui chiamare: ti rispondeva un esperto, gli spiegavi il problema, e lui ti dava la soluzione. Io ho chiamato quel numero soltanto una volta, impantanato (ma allora ero davvero recidivo, a quanto pare!) in uno dei giochi che più mi ha appassionato in assoluto: Mystic Quest per Game Boy. Niente... non riuscivo proprio a capire cosa volesse spiegarmi il tizio in lingua inglese, visto che mi parlava (vocabolario alla mano!) di 8 e Alberi di Palma. E allora, spiegato il problema all'espertone, ecco che magicamente, in maniera del tutto naturale, mi spiegò che bastava girare intono a 2 palme in un determinato punto, formando un 8.  Quadernone alla mano, cornetta tra spalla e orecchio, appuntai tutto, ringraziai il tipo come se fosse un Dio, mi precipitai ad accendere il mio Game Boy e... Magia! Si aprì una grotta, e via... verso il successo. Un videogioco, Mystic Quest, che riuscii a completare con enorme fatica ma anche grande, grandissima soddisfazione. E sì... parlerò anche di questo videogame, perché mi ha fatto penare tanto, ed è stato anche l'artefice di una grande litigata con un ragazzino a cui l'avevo prestato. E che colonna sonora!
Insomma, questa era la mia vita da videogiocatore seriale. E sì, credo di poterlo dire: io non videogiocavo... videogiocavo forte!

3 commenti:

  1. Sai che mi sono rimaste un po' di riviste Nintendo degli anni '90-2000? Le trovo un'ottima testimonianza di quell'epoca :)

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  2. Ma come faceva l'esperto a sapere davvero TUTTO??
    Aveva milioni di manuali per ogni gioco, e una ottima conoscenza dell'inglese?

    Moz-

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  3. @fperale: sì, infatti appena scendo dai miei, devo recuperarle assolutamente! Che nostalgia, comunque...

    @Miki: mah, guarda... come scritto l'ho chiamato una sola volta, e avendo i tuoi stessi dubbi, ero già pronto alla delusione. Invece... zac, neanche un minuto e mi risolse il problema! Non ho idea di come gestissero la cosa. Io, intanto, me l'ero immaginato proprio così: un tizio circondato da una miriade di manuali, e con gli occhialoni grossi e spessi! :D

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