mercoledì 28 luglio 2021

Tamsyn Muir - Harrow la Nona

Dopo il primo capitolo della Trilogia del Sepolcro Sigillato, "Gideon la Nona" (il terzo e ultimo uscirà l'anno prossimo), non vedevo l'ora di leggere il secondo, "Harrow la Nona". Così, come i tizi che si mettono in fila davanti ai negozi Apple non appena esce il nuovo iPhone o, ancor meglio, come quelli che la fila la fanno per accaparrarsi le meravigliose e colorate scarpe della Lidl, ho effettuato il mio l'ordine di questo nuovo libro di Tamsyn Muir il giorno stesso dell'uscita; ma niente file, anche perché dubito che ne avrei trovate in libreria. Insomma, vuoi mettere il fascino di una scarpa tutta colorata rispetto a quella di un libro tutto nero?
Ma dove eravamo rimasti, dopo "Gideon la Nona"? Senza fare spoiler, in questo nuovo capitolo troviamo la nostra bella Necromante della Nona Casa impegnata in un addestramento in compagnia di colleghi molto, molto illustri, per cercare di vincere una guerra contro qualcosa di davvero spaventoso. Tra fantasmi, prove e verità sconvolgenti, Harrowhark Nonagesimus, per gli amici Harrow (ma non lasciatevi scappare Harry, mi raccomando!), cercherà di portare a termine la sua missione, e, soprattutto, sopravvivere; e non sarà affatto semplice...

Allora: se è inutile dire che se non avete letto "Gideon la Nona" non potete approcciarvi alla lettura di questo secondo capitolo, allo stesso tempo c'è da dire, invece, che anche ben forti dell'esperienza di Gideon (anche questo non di facilissima lettura), per buoni 3/4 di questo libro non ci capirete granché; e chi dice il contrario mente, e meriterebbe di finire in bocca a una Bestia Resurrezionale. Sia chiaro però che quei 3/4 di lettura non sono inutili, né tantomeno brutti. Ma difficili sì. Anche la scelta di narrare molte parti della storia in seconda persona (scopriremo poi perché) non mi ha entusiasmato, né aiutato a entrare completamente nella storia. Insomma, ero partito con molto entusiasmo, forse troppo, ma più mi addentravo nella storia, più questo continuava a scemare. Per fortuna l'entusiasmo (mai però del tutto sparito) ha lasciato il posto alla curiosità: la confusione generale da cui sono stato travolto per buona parte del libro, infatti, ha fatto sì che mi chiedessi con sempre più insistenza dove voleva andare a parare la storia, e, detto alla spicciola, a chiedermi soprattutto cosa diavolo stessi leggendo in quel momento. Ad aiutarmi, ancora, è stata la narrazione della Muir, che in situazioni del genere (forse sarebbe anche il caso di prendere appunti) è fondamentale: una storia confusa e difficile, narrata male, equivale il più delle volte, per quanto mi riguarda, all'abbandono del libro. Questo con la brava Scrittrice neozelandese per fortuna non è accaduto. Quindi...
È valsa la pena arrivare fino in fondo? Direi di sì. Belle (e, guarda un po', difficili) le ambientazioni, molto interessanti i personaggi. Molti dubbi vengono sciolti, molti tasselli tornano al loro posto (qualche altro, insomma...), e questo fa provare senza ombra di dubbio una certa soddisfazione e un certo effetto wow (soprattutto per quanto riguarda il passato di una certa nostra amata Paladina). Ma nel finale vero e proprio si ripiomba ancora una volta nella confusione, e stavolta, al contrario della sensazione provata dopo aver chiuso "Gideon la Nona", non mi sento particolarmente ansioso per l'arrivo dell'ultimo capitolo della Triologia, "Alecto la Nona". Non che non me ne freghi niente, ci mancherebbe, ma il finale di questo libro, a mio parere, non ha avuto la stessa travolgente potenza del predecessore. Peccato.
Da segnalare, infine, l'ottima edizione della Mondadori (seguono foto), con le pagine bordate di blu, una bella copertina, e un vero e proprio poster di Harrow nella parte interna della sovracoperta (così come nel precedente "Gideon la Nona" era presente il poster di Gideon). 
(VOTO: 6,5 - In attesa di Alecto)








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