domenica 19 novembre 2023

La Fine dei Prophilax

Piccola premessa: no, io non ascolto solo musica seria, anzi. Spesso e volentieri mi sono dato (e mi do) all'ascolto di roba tremendamente demenziale, che si prende poco sul serio e che prende per il culo in maniera esplicita anche chi la ascolta. Come? No, no... non sto parlando di Trap, Laura Pausini o reggaeton; santo dio, a tutto c'è un limite, ragazzi!
Ma andiamo con ordine... 

Correvano i mitici anni '90, e tra una musicassetta rigorosamente "Mixed by Erry" e l'altra ecco che prima o poi, inevitabilmente, ti capitava tra le mani anche quella di un gruppo demenziale romano dal nome particolare: Prophilax. E c'è poco da dire: io con la musica di questi esauriti mi sono divertito parecchio da ragazzino, tanto da arrivare addirittura a sognare di metter su prima o poi un gruppo simile; pensate un po' che grandi aspirazioni che avevo...
Fatto sta che oggi, a distanza di oltre trent'anni, il gruppo "porno-rock" per eccellenza si ferma, come annuncia il frontman storico, Ceppaflex:

Fine di un'era.
Ma se, nonostante tutto, avete voglia di conoscere questo gruppo, un'altra premessa è d'obbligo: come si dice per alcuni film, questo non è un gruppo per tutti. Se non amate la demenzialità, la blasfemia, la volgarità, i richiami sessuali espliciti (a dir poco), insomma, tutto ciò che oggi verrebbe catalogato non come VM18, ma come VGU (Vietato al Genere Umano), questo gruppo non fa per voi. Se invece avete voglia di scoprire le gesta di Dora, Sirvano e Re Arcù, allora provate a dargli un coraggioso ascolto. 
E a proposito del mitico Re Arcù, ecco un piccolo aneddoto che potrebbe farvi capire a che livelli di demenzialità è arrivato anche il sottoscritto: primi anni 2000. Notte. Strade di Foggia. In macchina io, la mia ragazza che poi, non so come e perché, sarebbe diventata mia moglie, e uno dei miei migliori amici. Finestrini abbassati e musica a palla. La canzone in diffusione era "Re Arcù", che comincia con una dolce strofa che recita "Nel regno di Cazzònia non si vive proprio più, moralisti e puritani c'hanno fatto il culo blu...", per poi arrivare a un ritornello che annuncia trionfante: "Re, Re Arcù... la ceppa dalla roccia hai preso tu... Re, Re Arcù... e allora forza mettijelo ar cù". Lei, quella che sarebbe diventata (ancora non so come e perché) mia moglie diventata nel frattempo davvero blu per la vergogna, mentre noi scassati dalle risate. Tutto bello. Poi all'improvviso, per riposarci, si mette la radio. Passa la canzone di Renato Zero, "I migliori anni della nostra vita". Ed ecco che il mio amico, disgustato, mi fa: "Oh, abbassa 'sto volume! Mi vergogno a far vedere che ascolto 'sta roba!".
Sipario. 
È stato bello ragazzi.

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