Dopo aver visto il 1° episodio, mi aspettavo molto da "Servant", la Serie TV di Apple TV+ prodotta da M. Night Shyamalan. Un'aspettativa che col passare degli episodi, 10 in tutto, di mezz'ora circa l'uno, è andata via via ridimensionandosi. Non che la storia non sia interessante, ma troviamo anche in questo caso, come succede ormai un po' troppo spesso con le Serie TV, un inutile allungamento delle vicende, con ripetizioni e parti del tutto evitabili; e ricordiamoci che stiamo parlando di episodi tutt'altro che lunghi. Un altro difetto della Serie è che ci propone situazioni e misteri che sembrano buttati lì, e che alla fine della visione dell'intera storia ci sembrano messi apposta per un'eventuale (e credo sicura) Seconda Stagione. Tutto verrà spiegato, si spera, ma non ora. Il rischio, così, almeno per quanto mi riguarda, è creare nello spettatore l'esatto opposto di ciò che si vorrebbe: noia e disinteresse. Così come in "Ares" (ne parlo qui), infatti, la mancanza di una Seconda Stagione non mi turberebbe più di tanto.
Per chi non ha visto la Serie, è meglio fermarsi qui.
(VOTO: 6 - Non esistono più le Tate di una volta)
Per chi non ha visto la Serie, è meglio fermarsi qui.
(VOTO: 6 - Non esistono più le Tate di una volta)
Per chi è riuscito ad arrivare fino in fondo, invece, proviamo ad aggiungere qualcosa nel dettaglio:
(SPOILER)
Il 1° episodio ci chiarisce subito con cosa avremmo a che fare: Dorothy e Sean Turner sono una coppia che assume la giovane Leanne per accudire il loro figlio, che, si scoprirà subito, alla fine del 1° episodio, è un'inquietante bambola reborn. La bambola sembra servire più che altro ad aiutare Dorothy a superare il tremendo shock dopo la morte del figlio (vero) Jericho. La vicenda si fa ancora più inquietante quando scopriamo che la giovane Leanne accetta senza alcun problema la bambola come fosse un vero e proprio bimbo, così come ne è convinta fermamente la povera Dorothy. In tutto questo assurdo quadro, l'unica figura all'apparenza sana sembra essere il marito, Sean, che subito comincia a nutrire leciti dubbi sulla giovane tata. E la sua diffidenza non diminuirà di certo quando scoprirà che la bambola è stata sostituita da un bambino in carne e ossa; non certo Jericho. Ma allora di chi è quel bambino? Non sembra preoccuparsene, anzi, mamma Dorothy, ma Sean e il cognato, Julian, dovranno fare i conti con quella che evidentemente è una situazione, al di là del mistero, tutt'altro che legale.
Il fanatismo religioso, col passare degli episodi, sembra essere l'unica cosa che tiene ancorata la Serie a qualcosa di davvero inquietante; ma è debole. E l'arrivo in casa di un parente della giovane tata, con scene decisamente tanto forzate quanto inverosimili, fa perdere credibilità a tutta la storia. Di "horror", così, resta soltanto la porta che si apre nella sigla iniziale, e il mistero svelato sulla morte del povero Jericho.
"Servant" è in conclusione una Serie TV che non mi sento di bocciare, ma da cui mi sarei aspettato molto, molto di più.
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